Volume II.
DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE
Tav. 56, 5 7.
PORGE CALDA, o sia porrige caldani. Notissimo è 1' uso
degli antichi di mescere nel vino l'acqua or calda or
fredda, e Giovenale (Sat. V) ricorda il servo a ciò destinato
calidae gelidaequc minister.
La singolare rappresentanza del giovane cinto di nimbo,
tratto per aria da due cavalli alati, non può esser interpre-
tata per l'ascensione di Elia: perocché le circostanze son
del tutto diverse dal solito modo tenuto dagli antichi di fi-
gurar questo istorico avvenimento. Elia si vede espresso nel
frammento di una volta cimiteriale stampato dal d'Agincourt
(Pitture, tav. VII, n. 4), che la dice ritrovata verso il 1770
in una parete della catacomba di Priscilla. Il Profeta è in piedi
sul carro tirato da quattro cavalli e voltosi ad Eliseo a lui
lascia la sua melote ; egli resta in semplice tunica podére;
con Eliseo vedesi uno dei giovani Profeti che eleva le mani.
Questo, soggetto è nel mezzo della volta, la quale ebbe in-
torno in quattro tondi figure oranti, e se deve credersi alla
stampa cinte di nimbo : di queste una sola rimane ed è
virile. Il ratto di Elia si è veduto rappresentato in altri di-
pinti cimiteriali e non vi manca mai Eliseo: e cosi parimente
nei sarcofagi e nel codice di Cosma. Qui invece non quattro
ma due cavalli, e questi alati ; qui Elia è cinto di nimbo,
qui manca ogn'altro personaggio dalla storica narrazione
richiesto. Par quindi che siasi voluta cosi rappresentare
l'ascensione di Cristo al cielo, come sui sarcofagi, ove
Cristo, facile a riconoscersi dalla sua lunga e ondeggiante
chioma, vedesi sostituito ad Elia ; al quale poiché le partico-
larità espresse più non si riferiscono dedur si deve che anche
esse siano allegoriche ed Eliseo vi sostenga un altro perso-
naggio, che non può essere se non Pietro, al quale partendo
Gesù lasciò la potestà di sommo pastore figurata dalla melote.
TAVOLA LVII.-
1. Bc
Dottar! CXXVIII. Questo arcosolio esprime nel fondo
Gesù in tunica listata e pallio alla esomide, che alza la de-
stra parlante verso la mummia di Lazaro, stante sull'uscio
della sua edicola sepolcrale. Nel centro della volticina, entro
una cornice fregiata di corona di lauro, è figurata una donna
in dalmatica listata, orante : ha ella sul vertice una mitra
e il capo velato. Nel quadro che è a destra, Mosè barbatu
vestito di tunica listata e pallio, sul cui lembo si legge
un I, prende il libro che gli é porto dalla mano celeste
apparsa fra le nuvole. Nel quadro a sinistra Mosè barbato
in simile abbigliamento batte la rupe, donde scorre un ru-
scello di acqua.
2. Bottari CXXIX. Al muro di fondo di questo arcosolio
manca la pittura ; la volticina ha nel centro Abramo bar-
bato in tunica listata e pallio che ha la sinistra sul capo
d'Isacco, il quale nudo, ginocchione e colle mani legate
a tergo attende la morte Abramo alza la destra col pu-
gnale per ferirlo, ma la mano celeste uscente dalle nuvole
e, come osserva il Bottari p. 175, col dito indice steso verso
Abramo in atto di comandare, gliel divieta. A sinistra è
l'ara accesa e presso di essa 1' agnello. Fuori del cerchio
ov' é questo dipinto sono quattro colombe in quattro aree
distinte che si riguardano. Nel quadro a sinistra Adamo ed
Eva copronsi la nudità colle foglie a cui hanno sovrap-
poste ambedue le mani : in mezzo è l'albero col serpe at-
tortigliato. Nel quadro che sta di sotto a questa rappresen-
tanza sono insieme dipinti due soggetti : a sinistra Mosè in
tunica e pallio batte la rupe docciante, e a destra Gesù tocca
colla verga la mummia di Lazaro, stante sulla porta della
edicola sepolcrale. E da notarsi la diversa acconciatura di
questi personaggi : colui che batte la rupe ha corti capelli,
quei che risuscita Lazaro è in zazzera. Dalla parte destra
dell'arco annovi parimente due quadri: quello di sopra è
dipinto a rabeschi ; il quadro inferiore è per metà perduto ;
in esso rimane una donna orante in dalmatica e coperta
il capo di velo.
Sulla fronte esterna di questo arcosolio vedesi rappre-
sentata una mensa quadrata, coperta di tovaglia, sopra
della quale è un gran vaso a pancia grossa e bocca larga,
due bicchieri e quattro pani. Una donna, che è in semplice
tunica e con due nodi di capelli legati sul vertice sta nel
mezzo ed ha accanto un giovane e un uomo barbato : ella
avendo stesa la sinistra sull'orlo del vaso, alza la destra.
Alla mensa si appressano due uomini ; uno d'essi è barbato
e a lunghi capelli, veste tunica ornata di due pezzuole, e
pellegrina, e appoggiandosi al bastone viene a prendere dalla
mano del giovane che sta allato alla donna una scodella.
A destra un giovane imberbe in tunica e caracalla si accosta,
ÓI
DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE
Tav. 56, 5 7.
PORGE CALDA, o sia porrige caldani. Notissimo è 1' uso
degli antichi di mescere nel vino l'acqua or calda or
fredda, e Giovenale (Sat. V) ricorda il servo a ciò destinato
calidae gelidaequc minister.
La singolare rappresentanza del giovane cinto di nimbo,
tratto per aria da due cavalli alati, non può esser interpre-
tata per l'ascensione di Elia: perocché le circostanze son
del tutto diverse dal solito modo tenuto dagli antichi di fi-
gurar questo istorico avvenimento. Elia si vede espresso nel
frammento di una volta cimiteriale stampato dal d'Agincourt
(Pitture, tav. VII, n. 4), che la dice ritrovata verso il 1770
in una parete della catacomba di Priscilla. Il Profeta è in piedi
sul carro tirato da quattro cavalli e voltosi ad Eliseo a lui
lascia la sua melote ; egli resta in semplice tunica podére;
con Eliseo vedesi uno dei giovani Profeti che eleva le mani.
Questo, soggetto è nel mezzo della volta, la quale ebbe in-
torno in quattro tondi figure oranti, e se deve credersi alla
stampa cinte di nimbo : di queste una sola rimane ed è
virile. Il ratto di Elia si è veduto rappresentato in altri di-
pinti cimiteriali e non vi manca mai Eliseo: e cosi parimente
nei sarcofagi e nel codice di Cosma. Qui invece non quattro
ma due cavalli, e questi alati ; qui Elia è cinto di nimbo,
qui manca ogn'altro personaggio dalla storica narrazione
richiesto. Par quindi che siasi voluta cosi rappresentare
l'ascensione di Cristo al cielo, come sui sarcofagi, ove
Cristo, facile a riconoscersi dalla sua lunga e ondeggiante
chioma, vedesi sostituito ad Elia ; al quale poiché le partico-
larità espresse più non si riferiscono dedur si deve che anche
esse siano allegoriche ed Eliseo vi sostenga un altro perso-
naggio, che non può essere se non Pietro, al quale partendo
Gesù lasciò la potestà di sommo pastore figurata dalla melote.
TAVOLA LVII.-
1. Bc
Dottar! CXXVIII. Questo arcosolio esprime nel fondo
Gesù in tunica listata e pallio alla esomide, che alza la de-
stra parlante verso la mummia di Lazaro, stante sull'uscio
della sua edicola sepolcrale. Nel centro della volticina, entro
una cornice fregiata di corona di lauro, è figurata una donna
in dalmatica listata, orante : ha ella sul vertice una mitra
e il capo velato. Nel quadro che è a destra, Mosè barbatu
vestito di tunica listata e pallio, sul cui lembo si legge
un I, prende il libro che gli é porto dalla mano celeste
apparsa fra le nuvole. Nel quadro a sinistra Mosè barbato
in simile abbigliamento batte la rupe, donde scorre un ru-
scello di acqua.
2. Bottari CXXIX. Al muro di fondo di questo arcosolio
manca la pittura ; la volticina ha nel centro Abramo bar-
bato in tunica listata e pallio che ha la sinistra sul capo
d'Isacco, il quale nudo, ginocchione e colle mani legate
a tergo attende la morte Abramo alza la destra col pu-
gnale per ferirlo, ma la mano celeste uscente dalle nuvole
e, come osserva il Bottari p. 175, col dito indice steso verso
Abramo in atto di comandare, gliel divieta. A sinistra è
l'ara accesa e presso di essa 1' agnello. Fuori del cerchio
ov' é questo dipinto sono quattro colombe in quattro aree
distinte che si riguardano. Nel quadro a sinistra Adamo ed
Eva copronsi la nudità colle foglie a cui hanno sovrap-
poste ambedue le mani : in mezzo è l'albero col serpe at-
tortigliato. Nel quadro che sta di sotto a questa rappresen-
tanza sono insieme dipinti due soggetti : a sinistra Mosè in
tunica e pallio batte la rupe docciante, e a destra Gesù tocca
colla verga la mummia di Lazaro, stante sulla porta della
edicola sepolcrale. E da notarsi la diversa acconciatura di
questi personaggi : colui che batte la rupe ha corti capelli,
quei che risuscita Lazaro è in zazzera. Dalla parte destra
dell'arco annovi parimente due quadri: quello di sopra è
dipinto a rabeschi ; il quadro inferiore è per metà perduto ;
in esso rimane una donna orante in dalmatica e coperta
il capo di velo.
Sulla fronte esterna di questo arcosolio vedesi rappre-
sentata una mensa quadrata, coperta di tovaglia, sopra
della quale è un gran vaso a pancia grossa e bocca larga,
due bicchieri e quattro pani. Una donna, che è in semplice
tunica e con due nodi di capelli legati sul vertice sta nel
mezzo ed ha accanto un giovane e un uomo barbato : ella
avendo stesa la sinistra sull'orlo del vaso, alza la destra.
Alla mensa si appressano due uomini ; uno d'essi è barbato
e a lunghi capelli, veste tunica ornata di due pezzuole, e
pellegrina, e appoggiandosi al bastone viene a prendere dalla
mano del giovane che sta allato alla donna una scodella.
A destra un giovane imberbe in tunica e caracalla si accosta,
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