tal. 23.
et 85.
Col. Tra.
PaS- 39-
et 86.
55
DE GLI ANFITEATRI
sì bene illuflrò quell’ incomparabil monu-
mento, giunto a que’due luoghi prudente-
mente gli trapassò, e nulla ne disse . Al
Bellori, eh’altre annotazioni dopo vi fece,
parve distinguer de’ gradi , e (limò rap-
presentarvisi Anfiteatri, dicendo d’ uno di
elsi, che tra le sabriche di quella Città, 0
Caflello soffe un Anfiteatro Caflrenfe di legno.
Del crederlo di legno, e Caslrense si rise il
Fabretti, e /opponendolo stabile , giudicò
essersi voluto indicar con esso , che quella
Città fosse Colonia Romana . Ma nuova
marca, o contrasegno di Colonia sarebbe
quello, nè erano Colonie in quella parte
ancora, solamente dopo terminata la guer-
ra avendone fondate Traiano , come da
Dione; e troppo mirabil sarebbe, che aves-
sero avuto Ansiteatri oseure ed ignote 4Cit-
tà sui Tibifco. Quando tali pur fossero gli
accennati edifizj, non altro che di legno, e
celeremente fatti da’ soldati dovrebber cre-
derli , come d’ altri due fàbricati in Italia
da una Legione in tempo di Vitellio ab-
biam veduto poc’ anzi. A credergli opere
di legno contribuisce il vederli nella prima
stampa, esattamente disegnata dal Muzia-
no, e più accurata come il Fabretti atte-
sla, che gli slipiti maestri nel circuito di
tal fabrica sono appuntati nella cima, co-
me in oggi è uso delle palizate, quali cor-
ri spondono al Vallo antico. I legni del Val-
lo veramente ci persuade una Medaglia di
Licinio, e così 1’ autorità di Vairone, e di
Livio , eh’ altra conformazione avessero :
ma acuminati nell’ illessa sorma veggonsi
nel principio della Colonna i legni di quel-
lo /leccato, che in figura parimente ovale
circonda i magazini militari. Altro ebber
certamente che fare i soldati in quella guer-
ra , che Anfiteatri, e troppe cose di roton-
da, o di ovai figura pofìòno in que’ due
luoghi significarsi dalla corrosa pietra; nè
ardirà giudicarne chi sa le stravaganti ine-
golarita, che nell’opere degli antichi arte-
sici s’incontrano in fatto di proporzione, e di
prospettiva, per lo che non bisogna punto si-
darli nè dell’ altezza, nè della grandezza, che
apparisee. Nell’ Arco di Susa, eretto in onor
d’Augnilo da Marco Giulio Cottio sigliuo-
10 del Re Donno, e publicato da noi con la
Storia de’Diplomi, veggonsi nelle sigure del
Fregio porco, e bue più alte degli uomini.
Figura non dilsimile dall3 accennate della
Colonna Traiana , ma con alquanto maggior
sembianza d’Anfiteatro, mirali in alcune
Medaglie d’ argento, il roveseio delie quali
sarebbe senza dubbio così interpretato, se
leiserizioni intorno non ripugnassero, eie il
rotondo quivi rapprelèntato non fòllè da’pri-
mi Antiquarj, che l’osservarono, slato bat-
tezatoper Cafiri jPr^or*:,ond’è, che inpos-
sesso di tal nome mantiensi fino al dì d’oggi.
Prima di venire ad esse, altra ne porrò qui,
che secondo me rappresenta l’istesso, e per
quanto è del recinto, pare facesse sirada a
quelle. Ha la testa di Fulvio Giulio Quie-
to , che va fra Tiranni, e di cui Medaglia
Greca non fi è finor publicata,ma solamen-
te una Egizia regi/lrata dal P. Banduri. Che
11 riverso non figuri nè Pretoriani, nè altri
Alloggiamenti , o Leccati, come d’ altre
limili vien creduto, è manifèllo dal vederli
chiaramente mura, e torri, e sòntuolè por-
te, e dall’ insognarci la parola lòtto, com’ è
la Città diNicea. Battuta dall’illessa, e con
tipo somigliante,altra Medaglia Greca non
prima veduta di Macrianofratello di Quie-
to ha messo fuori il Sig. Haim Romano nel
Te foro Britannico. Nella guerra, che in quelle
parti allor bollì co’ Persiani, ed in cui vaio-
rosàmente si portò Quieto, è naturalissimo,
che le mura , e le porte di Nicea follerò
risarcite ; al che si alluse da Cittadini in.
tali monete.
IV.
V.
Ma
et 85.
Col. Tra.
PaS- 39-
et 86.
55
DE GLI ANFITEATRI
sì bene illuflrò quell’ incomparabil monu-
mento, giunto a que’due luoghi prudente-
mente gli trapassò, e nulla ne disse . Al
Bellori, eh’altre annotazioni dopo vi fece,
parve distinguer de’ gradi , e (limò rap-
presentarvisi Anfiteatri, dicendo d’ uno di
elsi, che tra le sabriche di quella Città, 0
Caflello soffe un Anfiteatro Caflrenfe di legno.
Del crederlo di legno, e Caslrense si rise il
Fabretti, e /opponendolo stabile , giudicò
essersi voluto indicar con esso , che quella
Città fosse Colonia Romana . Ma nuova
marca, o contrasegno di Colonia sarebbe
quello, nè erano Colonie in quella parte
ancora, solamente dopo terminata la guer-
ra avendone fondate Traiano , come da
Dione; e troppo mirabil sarebbe, che aves-
sero avuto Ansiteatri oseure ed ignote 4Cit-
tà sui Tibifco. Quando tali pur fossero gli
accennati edifizj, non altro che di legno, e
celeremente fatti da’ soldati dovrebber cre-
derli , come d’ altri due fàbricati in Italia
da una Legione in tempo di Vitellio ab-
biam veduto poc’ anzi. A credergli opere
di legno contribuisce il vederli nella prima
stampa, esattamente disegnata dal Muzia-
no, e più accurata come il Fabretti atte-
sla, che gli slipiti maestri nel circuito di
tal fabrica sono appuntati nella cima, co-
me in oggi è uso delle palizate, quali cor-
ri spondono al Vallo antico. I legni del Val-
lo veramente ci persuade una Medaglia di
Licinio, e così 1’ autorità di Vairone, e di
Livio , eh’ altra conformazione avessero :
ma acuminati nell’ illessa sorma veggonsi
nel principio della Colonna i legni di quel-
lo /leccato, che in figura parimente ovale
circonda i magazini militari. Altro ebber
certamente che fare i soldati in quella guer-
ra , che Anfiteatri, e troppe cose di roton-
da, o di ovai figura pofìòno in que’ due
luoghi significarsi dalla corrosa pietra; nè
ardirà giudicarne chi sa le stravaganti ine-
golarita, che nell’opere degli antichi arte-
sici s’incontrano in fatto di proporzione, e di
prospettiva, per lo che non bisogna punto si-
darli nè dell’ altezza, nè della grandezza, che
apparisee. Nell’ Arco di Susa, eretto in onor
d’Augnilo da Marco Giulio Cottio sigliuo-
10 del Re Donno, e publicato da noi con la
Storia de’Diplomi, veggonsi nelle sigure del
Fregio porco, e bue più alte degli uomini.
Figura non dilsimile dall3 accennate della
Colonna Traiana , ma con alquanto maggior
sembianza d’Anfiteatro, mirali in alcune
Medaglie d’ argento, il roveseio delie quali
sarebbe senza dubbio così interpretato, se
leiserizioni intorno non ripugnassero, eie il
rotondo quivi rapprelèntato non fòllè da’pri-
mi Antiquarj, che l’osservarono, slato bat-
tezatoper Cafiri jPr^or*:,ond’è, che inpos-
sesso di tal nome mantiensi fino al dì d’oggi.
Prima di venire ad esse, altra ne porrò qui,
che secondo me rappresenta l’istesso, e per
quanto è del recinto, pare facesse sirada a
quelle. Ha la testa di Fulvio Giulio Quie-
to , che va fra Tiranni, e di cui Medaglia
Greca non fi è finor publicata,ma solamen-
te una Egizia regi/lrata dal P. Banduri. Che
11 riverso non figuri nè Pretoriani, nè altri
Alloggiamenti , o Leccati, come d’ altre
limili vien creduto, è manifèllo dal vederli
chiaramente mura, e torri, e sòntuolè por-
te, e dall’ insognarci la parola lòtto, com’ è
la Città diNicea. Battuta dall’illessa, e con
tipo somigliante,altra Medaglia Greca non
prima veduta di Macrianofratello di Quie-
to ha messo fuori il Sig. Haim Romano nel
Te foro Britannico. Nella guerra, che in quelle
parti allor bollì co’ Persiani, ed in cui vaio-
rosàmente si portò Quieto, è naturalissimo,
che le mura , e le porte di Nicea follerò
risarcite ; al che si alluse da Cittadini in.
tali monete.
IV.
V.
Ma