Aveva per uso di dire, che non per aìtro bra-
mava !a quiete, che per ìasciare aicnn^opera ag-
giustata aì suo genio ; che ii dipingere dei conti-
nuo era un troppo affatìcare i ingegno (che non
sempre poteva partorire cose singolari) ed un so-
verchio affiiggersi, e tanto più quando inutiimente
si serviva ad aitrui. La pittura essere cosa propor-
xionata ai ricchi, come quelii che potevano premiar-
la ; ma che erano per io più congiunti senza di-
screzione. Ogni fatica essere vana, quando il pitto-
re non è accompagnato da quella pazza fortuna, che
porta Tuomo spesse hate, ancora con pochissima
virtù, alia feiicità. Che ii tempo faceva conoscere
gii errori che si facevano da giovani neiia pittura,
nei quali benchè vi apparisse una quaiche naturaie
prontezza, ma^ncavano di queiia cognizione che
non si acquista che con lungo tempo ; ma che gli
dispiaceva sopra ogni altra cosa ii vedere ia pit-
tura così maitrattata dai mondo, poichè diceva che
essa veniva a scemare la sua naturaie grandezza.
Finaimente negìi anni Ù3 deii'età sua, l^anno
i658, gettossi a letto; e non essendo conosciuto ii
suo male dai medici, invece di ristorario gli tras-
sero sangue (tanto avvenne anche a RadaeHo); ed
aggiungendovi una rigorosa dieta, ii condussero in
brevi giorni ai cataletto ; nelia morte dei quale
l'Ambasciatore francese voiìe onorare ii funeraie
di lui, facendoio accompagnare daiia Corte tutta
vestita a iutto, e cogli onori di Cavaiiere fu porta-
to in san Canzìano, ov^ebbe sepoitura.
Si attristarono ai suo morire gii amici, e se ne
condolse chiunque conohbe ia sua virtù, benchè
mava !a quiete, che per ìasciare aicnn^opera ag-
giustata aì suo genio ; che ii dipingere dei conti-
nuo era un troppo affatìcare i ingegno (che non
sempre poteva partorire cose singolari) ed un so-
verchio affiiggersi, e tanto più quando inutiimente
si serviva ad aitrui. La pittura essere cosa propor-
xionata ai ricchi, come quelii che potevano premiar-
la ; ma che erano per io più congiunti senza di-
screzione. Ogni fatica essere vana, quando il pitto-
re non è accompagnato da quella pazza fortuna, che
porta Tuomo spesse hate, ancora con pochissima
virtù, alia feiicità. Che ii tempo faceva conoscere
gii errori che si facevano da giovani neiia pittura,
nei quali benchè vi apparisse una quaiche naturaie
prontezza, ma^ncavano di queiia cognizione che
non si acquista che con lungo tempo ; ma che gli
dispiaceva sopra ogni altra cosa ii vedere ia pit-
tura così maitrattata dai mondo, poichè diceva che
essa veniva a scemare la sua naturaie grandezza.
Finaimente negìi anni Ù3 deii'età sua, l^anno
i658, gettossi a letto; e non essendo conosciuto ii
suo male dai medici, invece di ristorario gli tras-
sero sangue (tanto avvenne anche a RadaeHo); ed
aggiungendovi una rigorosa dieta, ii condussero in
brevi giorni ai cataletto ; nelia morte dei quale
l'Ambasciatore francese voiìe onorare ii funeraie
di lui, facendoio accompagnare daiia Corte tutta
vestita a iutto, e cogli onori di Cavaiiere fu porta-
to in san Canzìano, ov^ebbe sepoitura.
Si attristarono ai suo morire gii amici, e se ne
condolse chiunque conohbe ia sua virtù, benchè