BRESCIANE.
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che fono sù la piazzola dell’Erba, incontro alla porta nona del Bro-
letto , fan vera laconchiulìone,che fecero il Palladio ,& il Sigo-
nio y che qui fussero le Terme de gli antichi Brelcianì. Ma è pur ve-
ro 5 che non rimase fabrica intiera dalle man d’ Attila. Come non
è anco potàbile , che S. Barnaba dicesse la prima Messa nel Tempio
di Gioite; perche l’idolatria non cessò in Brescia,nè anche per
cent’anni dopò che S. Barnaba venne à predicarci’! Vangelo .
Et li come hora non si comportarebbe,che in vna delle nostro
Chiese principali celebrasseyn’Hutàta,cosìnèin quei tempi, hau-
rebbono conceduto, che ciò hauesse fatto vn Christiano sù l’Aitar
dei Gentili. Disse perciò il dottitàmo Padre D. Prospero Marti-
nengo, che doue hora è S. Pietro Oliueto, era all’hora vn Palaz-
zo, o vna vigna de gli Arrij, e non il tempio di Gioue, e cho
per testimonijdi Icritture polle nell’Archiuio del Conuento di
S. Eufemia ,li deseriueua quella verità. Relatione che è più facile
da crederli. Poteua meglio S. Barnaba celebrar in Casa d’vn prin-
cipale, che in ogni altro luogo. Tuttauiapuòanch’essereche in
quelle Chiese fulsero Ilari adorati gl’idoli : ma bisogna supporre,
che ciò fulsellatonel primo ingressò de’Longobardi, i quali per
lo Ipacio di sedeci anni, dopò che amicheuolmente entrarono nel-
la Città, mantennero i riti della loro idolatria ; & eh ’ età me-
delimi le fabricasserò, con maniera diuersitàma dalle antiche,delti
quali tengo proposito nella prima parte di quello libro . Nella
deserittione di quelle io mi son fondato, prima sopra le re-
lationi hauute per li marmi antichi raccolti daTadeo
Solatio, e da Sebastiano Aragonese con isquilìta^
diligenza ; poseia sù quel memoria! , cho
diede il Sigonio ; quando si offerle di
voler senuer le istorie di quella Pa-
tria; & vltimamente sopra 1’-
hauer voluto veder i fon-
damenti , canati in
molti luoghi d’-
ordmo
publico,con la particolar
atàllenza ancora d’¬
onorati Archi-
tetti.
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che fono sù la piazzola dell’Erba, incontro alla porta nona del Bro-
letto , fan vera laconchiulìone,che fecero il Palladio ,& il Sigo-
nio y che qui fussero le Terme de gli antichi Brelcianì. Ma è pur ve-
ro 5 che non rimase fabrica intiera dalle man d’ Attila. Come non
è anco potàbile , che S. Barnaba dicesse la prima Messa nel Tempio
di Gioite; perche l’idolatria non cessò in Brescia,nè anche per
cent’anni dopò che S. Barnaba venne à predicarci’! Vangelo .
Et li come hora non si comportarebbe,che in vna delle nostro
Chiese principali celebrasseyn’Hutàta,cosìnèin quei tempi, hau-
rebbono conceduto, che ciò hauesse fatto vn Christiano sù l’Aitar
dei Gentili. Disse perciò il dottitàmo Padre D. Prospero Marti-
nengo, che doue hora è S. Pietro Oliueto, era all’hora vn Palaz-
zo, o vna vigna de gli Arrij, e non il tempio di Gioue, e cho
per testimonijdi Icritture polle nell’Archiuio del Conuento di
S. Eufemia ,li deseriueua quella verità. Relatione che è più facile
da crederli. Poteua meglio S. Barnaba celebrar in Casa d’vn prin-
cipale, che in ogni altro luogo. Tuttauiapuòanch’essereche in
quelle Chiese fulsero Ilari adorati gl’idoli : ma bisogna supporre,
che ciò fulsellatonel primo ingressò de’Longobardi, i quali per
lo Ipacio di sedeci anni, dopò che amicheuolmente entrarono nel-
la Città, mantennero i riti della loro idolatria ; & eh ’ età me-
delimi le fabricasserò, con maniera diuersitàma dalle antiche,delti
quali tengo proposito nella prima parte di quello libro . Nella
deserittione di quelle io mi son fondato, prima sopra le re-
lationi hauute per li marmi antichi raccolti daTadeo
Solatio, e da Sebastiano Aragonese con isquilìta^
diligenza ; poseia sù quel memoria! , cho
diede il Sigonio ; quando si offerle di
voler senuer le istorie di quella Pa-
tria; & vltimamente sopra 1’-
hauer voluto veder i fon-
damenti , canati in
molti luoghi d’-
ordmo
publico,con la particolar
atàllenza ancora d’¬
onorati Archi-
tetti.