B R E S C I A N S «x
Cìambara in quelle Tue Icggiadriilìme 5 & affettuofe Ottawe
COn quel caldo desio, che nafcer sittole
fflel petto di chi torna amando assinte ;
■Gli occhi vaghi à vedere.) e le parole
Dolci ad vdir del sitto bel soco ardente ,
Con quel proprio voi piagge al mondo siele
Frescb'acque 9 ameni colli, e te posscnte
Più d'altra , che ’l siol miri andando intorno
'BellA) e lieta Civade à veder torno^
Salne mia cara patria , e tu selice
Tanto amato dal del ricco paesie,
€h'à gu sa di leggiadra alma Fenice
Moftri l'alto valor chiaro} e palesie :
^Natura a te sai Madre > e pia nutrice
. ddà satto a gli altri mille grani ossese^
spogliandoli di quanto hauean di buono
Per sarne à te cortese, e largo dono.
fflo» Tigri, non Lioni , e non Serpenti
ffascon in te nemici à l human sieme;
Non herbe venenosie a dar posienti
L’acerba morte 3 dllhor che no» si teme
Ma mansuete greggi e} e lieti armenti
Schermar si veggon per li campi insieme9
Pieni d'herbe gentili) e vaghi siori, ’
Spargendo gratiosi} e cari odori.
Ma perche a dir di voi lochi beati 9
Ogn’alto siil sarebbe roco 3 e basioz
il carco d’honorarui siì’più pregiati
Sublimi ingegni }e gloriosi} lasie.
Da me sarete col pensier lodate 5
E con l'anima sempre ; e ad ogni passòy
Con la memoria voftra in mezp d core 3
guanto sia il mio poter ,vi farò bonore,
F t '
Cìambara in quelle Tue Icggiadriilìme 5 & affettuofe Ottawe
COn quel caldo desio, che nafcer sittole
fflel petto di chi torna amando assinte ;
■Gli occhi vaghi à vedere.) e le parole
Dolci ad vdir del sitto bel soco ardente ,
Con quel proprio voi piagge al mondo siele
Frescb'acque 9 ameni colli, e te posscnte
Più d'altra , che ’l siol miri andando intorno
'BellA) e lieta Civade à veder torno^
Salne mia cara patria , e tu selice
Tanto amato dal del ricco paesie,
€h'à gu sa di leggiadra alma Fenice
Moftri l'alto valor chiaro} e palesie :
^Natura a te sai Madre > e pia nutrice
. ddà satto a gli altri mille grani ossese^
spogliandoli di quanto hauean di buono
Per sarne à te cortese, e largo dono.
fflo» Tigri, non Lioni , e non Serpenti
ffascon in te nemici à l human sieme;
Non herbe venenosie a dar posienti
L’acerba morte 3 dllhor che no» si teme
Ma mansuete greggi e} e lieti armenti
Schermar si veggon per li campi insieme9
Pieni d'herbe gentili) e vaghi siori, ’
Spargendo gratiosi} e cari odori.
Ma perche a dir di voi lochi beati 9
Ogn’alto siil sarebbe roco 3 e basioz
il carco d’honorarui siì’più pregiati
Sublimi ingegni }e gloriosi} lasie.
Da me sarete col pensier lodate 5
E con l'anima sempre ; e ad ogni passòy
Con la memoria voftra in mezp d core 3
guanto sia il mio poter ,vi farò bonore,
F t '