SCOPERTE ARTISTICHE IN ORISTANO
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ture ornamentali e le parti architettoniche lo scultore incaricato del lavoro siasi valso del-
l’opera degli artisti locali o meglio di quei nomadi scalpellini, campionesi e comacini, che
si spinsero fino all’interno dell’isola, costruendo gran numero di chiese — ad esempio la
chiesa di San Pietro in Bosa e la parrocchiale di Zurì — ed iniziando nuove forme costrut-
tive e decorative che si estesero rapidamente e che, favorite da una certa analogia con le
costruzioni aragonesi, durarono nell’isola fino al xvn secolo, quando nelle altre provincie
Rappresentazione simbolica della Chiesa che annienta 1’ Eresia - Frammento di scultura dell’viii o ix secolo
italiane non solo erasi abbandonato lo stile gotico, ma dalle linee pure del rinascimento
trascendevasi al barocco.
* * *
' Queste forme iconografiche svolte con arte toscana vennero scolpite non su lastre di
marmo appositamente cavate, sibbene sul rovescio di due frammenti d’arte primitiva cri-
stiana, tolti probabilmente dall’antica cattedrale di Tharros. Di questi due bassorilievi dell’Vili
o del ix secolo m’accorsi mesi dopo la prima scoperta facendo rimovere i lastroni per col-
locarli in luce favorevole ad una riproduzione fotografica.
In uno di essi è rappresentato Daniele nella fossa dei Leoni. La storia di questo pro-
feta, che per aver ucciso il drago adorato dai Babilonesi fu precipitato nella fossa delle
fiere, dove restò sei giorni sano e salvo, è raccontata nei libri santi (Daniel Ch. XIV) e
costituì un soggetto biblico molto caro agli artisti delle catacombe e delle prime sculture
cristiane.
Il profeta in queste rappresentazioni, ordinariamente nudo come nel sarcofago di Giunio
Basso, leva le mani al cielo in attitudine di preghiera, avendo a lato due leoni, benché i
testi ne menzionino sette. I cristiani, riproducendo questa scena, ripromettevansi di presen-
tare in simbolica rappresentazione la resurrezione gloriosa promessa ai cristiani perseguitati
e perseveranti nella loro fede.
Nel quinto secolo il profeta non è più nudo, benché si continui la stessa forma icono-
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ture ornamentali e le parti architettoniche lo scultore incaricato del lavoro siasi valso del-
l’opera degli artisti locali o meglio di quei nomadi scalpellini, campionesi e comacini, che
si spinsero fino all’interno dell’isola, costruendo gran numero di chiese — ad esempio la
chiesa di San Pietro in Bosa e la parrocchiale di Zurì — ed iniziando nuove forme costrut-
tive e decorative che si estesero rapidamente e che, favorite da una certa analogia con le
costruzioni aragonesi, durarono nell’isola fino al xvn secolo, quando nelle altre provincie
Rappresentazione simbolica della Chiesa che annienta 1’ Eresia - Frammento di scultura dell’viii o ix secolo
italiane non solo erasi abbandonato lo stile gotico, ma dalle linee pure del rinascimento
trascendevasi al barocco.
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' Queste forme iconografiche svolte con arte toscana vennero scolpite non su lastre di
marmo appositamente cavate, sibbene sul rovescio di due frammenti d’arte primitiva cri-
stiana, tolti probabilmente dall’antica cattedrale di Tharros. Di questi due bassorilievi dell’Vili
o del ix secolo m’accorsi mesi dopo la prima scoperta facendo rimovere i lastroni per col-
locarli in luce favorevole ad una riproduzione fotografica.
In uno di essi è rappresentato Daniele nella fossa dei Leoni. La storia di questo pro-
feta, che per aver ucciso il drago adorato dai Babilonesi fu precipitato nella fossa delle
fiere, dove restò sei giorni sano e salvo, è raccontata nei libri santi (Daniel Ch. XIV) e
costituì un soggetto biblico molto caro agli artisti delle catacombe e delle prime sculture
cristiane.
Il profeta in queste rappresentazioni, ordinariamente nudo come nel sarcofago di Giunio
Basso, leva le mani al cielo in attitudine di preghiera, avendo a lato due leoni, benché i
testi ne menzionino sette. I cristiani, riproducendo questa scena, ripromettevansi di presen-
tare in simbolica rappresentazione la resurrezione gloriosa promessa ai cristiani perseguitati
e perseveranti nella loro fede.
Nel quinto secolo il profeta non è più nudo, benché si continui la stessa forma icono-