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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 1
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Romualdi, Alfredo: Programma di una bibliografia storica dell'arte Italiana
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Ò2

ALFREDO ROMUALDI

Blankenburg, da altre fonti sparse. E in Germania ancora è da ricordare, sebbene d’impor-
tanza più circoscritta, uno tra i copiosi lavori dell’infaticabile bibliografo J. E. Ersch, cioè
la Literatur des schorien Kùnste seit der Mitte des achtzehnten Jahrhunderts (Leipzig, 1814 ;
2a edizione, 1822-40) continuata fino al '40 dal Rese e dal Geissler; anche questa, a detta
del Petzhold, utile e preziosa per ricchezza ed esattezza di materiali, ma, secondo il Vinet
(che adduce prove della sua asserzione) poco felice di metodo ed incompleta.

In Italia dopo l’opera del Comolli non saprei citare che il noto Catalogo ragionato
dei libri d'arte e d’antichità posseduti dal conte Cicognara (Pisa, 1821), noto forse anche per
la fama del possessore ed autore, ma meritamente apprezzato per la cura e diligenza ond’è
redatto e per le brevi note descrittive e critiche che generalmente sono apposte ai titoli
dei libri. Il catalogo del resto corrisponde bene al suo programma, che appare chiaro dal
titolo e ancor meglio dalla prefazione, e quindi, pur essendo anche per tale qualità ragguar-
devole, non ha adesso che un’importanza relativa, dirò meglio esigua, come manuale di
bibliografia artistica.

F. conviene ripassare le Alpi, e sorvolando sui saggi del Goddé (Catalogne des livres
relatifs à la peinture, ecc., Paris, 1850) e del Duplessis (Essai d’une bibliographie generale
des Beaux-Arts, Paris, 1866) e su innumeri cataloghi librari anche non scarsi di utilità, sof-
fermarsi alla voluminosa pubblicazione fatta a Londra nel 1870 col titolo: A Jìrst Proof
of thè universal Catalogne of Books on Art, a cura del « Committee of Council of Education
of South Kensington ».

Quest’opera non è stata in genere giudicata molto favorevolmente dai bibliografi ; sebbene
non possa negarsi, a me sembra, che nei limiti prefissi e pel fine scolastico che volle soprat-
tutto avere, sia sempre un lavoro ragguardevole. Essa contiene, come avverte l’editore, titoli
di libri di pittura, scultura, architettura, mosaico e smalto, lavori industriali d’intento deco-
rativo, tombe e monumenti scolpiti e simili ; libri di viaggi ed altri che contengono ripro-
duzioni di monumenti e costumi, nonché quelli in cui l’arte ha servito ad illustrar la lette-
ratura, ed opere d’anatomia e storia naturale che interessino agli artisti e studenti d’arte.
Sono escluse generalmente le opere di archelógia numismatica e musica.

Oltre i volumi, l’editore avverte che sono stati registrati anche opuscoli e monografie
di atti accademici e periodici, ma in realtà il loro numero è scarsissimo. Tutto questo ma-
teriale, anche più diffusamente enunciato nella prefazione, è disposto in un alfabeto unico,
in più gran parte per nome d’autore, talora anche secondo il soggetto, con l’indicazione
del titolo e delle note tipografiche, e per lo più con indicazione della biblioteca, possibil-
mente di Londra, ove ciascun’opera può trovarsi. In questo libro avranno adunque (per non
dire avranno avuto) gli studenti delle scuole d’arte un buon repertorio, le collezioni artistiche
delle doviziose biblioteche di Londra un utile catalogo, i bibliografi talora un sussidio alle
ricerche; ma d’altro canto conviene riconoscere che, come repertorio generale di bibliografia
artistica, è ben lontano dal rispondere all’uopo, pur prescindendo dal fatto estrinseco che
per ragione del tempo (dopo il 1870 non ha avuto che un supplemento nel 1877) sua
importanza va diminuendo di giorno in giorno. E l’importanza che può aver avuto non gli
è derivata se non dall’essere la più voluminosa raccolta di titoli d’opere, redatta di più in
forma popolare, che ne favoriva la diffusione, mentre il valore bibliografico doveva man-
carle per più ragioni. Invero, i compilatori, intesi a dare all’opera un’estensione universale,
riuscirono inevitabilmente a farne cosa per alcun lato monca, per alcun altro poco ragio-
nevole; nè, pur accogliendo la giusta idea di far luogo anche agli opuscoli, fogli volanti e
simili, il cui valore (essi stessi dicono) è sovente in ragione inversa della mole e della pubblicità,
diedero in fatto a quell’idea una sufficiente applicazione; nè credettero necessario (o forse lo
posposero al desiderio di far più sollecitamente) che d’ogni opera citata si dèsse una sommaria
notizia, perchè lo studioso sappia con maggior sicurezza quali opere gli occorre consultare ; nè
infine pensarono che un repertorio reale possibilmente completo è necessario in simili opere
non meno che l’indice degli autori, come quello che facilita la maggior parte delle ricerche.
 
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