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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 1
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0099

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MISCELLANEA

93

Nodo di bastone pastorale del sec> xiv - Treviso, Cattedrale
(Fotografia dèi sac. M. Cappello)

perchè l’avogaria fosse data a Rizzolino
Azzoni1 e lo stemma antico dei Contarmi
che si alterna ai due lati della voluta con
altro stemma del quale non siamo riusciti
a determinare l’appartenenza, e coll’em-
blema della Repubblica, farebbero pensare
che pastorale e mitra fossero stati predi-
sposti, d’ordine del Senato, per il Baone,
in ricompensa del servizio che da lui si
pretendeva, e che, venuta meno la ragione
di darlo a chi contro le incalzanti ed im-
periose sollecitazioni del Senato aveva
prima tergiversato e, dopo che Treviso si
diede a Leopoldo d’Austria (maggio 1381),
si era tosto affrettato a favorire i Tempesta
invisi alla Repubblica, siano stati trattenuti
a Venezia; finché nel 1389 tornata Treviso
sotto la dominazione di San Marco e resasi
di bel nuovo vacante l’avogaria, per essersi
il Beruti alla fine prestato a conferirla ad
Alternerò. Azzoni figlio di Rizzolino resosi
nel frattempo defunto, il Senato avrà di-
sposto che pastorale e mitra si presentas-
sero allo stesso Beruti. Si comprende inol-
tre come, dovendo pochi anni dopo il Be-
ruti lasciare Treviso, il Senato, ad insinua-
zione forse del Capitolo, gli abbia intimato
di lasciare alla cattedrale i due oggetti che,
più che alla sua persona, si era avuto in
animo di offerire alla chiesa trivigiana.

Della mitra null’altro sappiamo all’in-
fuori di quello che dicono i necrologi e gli
inventari. Quanto al bastone pastorale,
medesimo è di cosi straordinaria bellezza
che veramente avrebbe giustificato l’inte-
resse del Senato perchè non andasse per-
duto per la città che dopo oltre sei anni
di fortunose vicende si era di nuovo rico-
verata fiduciosa sotto le grandi ali del ve-
neto leone.

Misura metri 1.75 e si compone di quattro
pezzi insieme collegati mediante viti; tre
pezzi costituiscono l’asta di forma cilindrica, altrettanti
anelli ne mascherano l’unione accrescendo per l’ele-
ganza della loro forma, vaghezza ed euritmia alla linea.
La superficie dell’asta è disegnata a figure romboidali,
ornate, nel mezzo, dal giglio di Francia. Il pezzo supe-
riore consta della canbuta o voiuta e del sottoposto grande
nodo in forma di edicola esagonale. La voluta è quasi
circolare; la sua estremità rientrante nel vano e vòlta
un po’ all’ insù, regge una piattaforma, sulla quale
stanno, in piedi, la Vergine col Bambino in grembo
e, ginocchioni avanti di essi, il vescovo con le mani
giunte in atto di pregare. Un angelo con le ali spie-

1 Nuova racc. op., 1777, pag. 7, ut supra.

gate che coprono ambo i lati della voluta e col corpo
piegato nel vano formato dall’estremità della stessa
rientrante nel suo circolo, funge da cariatide. Un lungo
tralcio con fogliame disposto capricciosamente copre
la parte esterna della voluta da un capo all’altro; i
due lati sono riccamente decorati a guisa dì piastrelle
di smalto a vari colori e ad oro ed argento con di-
segni geometrici e fogliami, nel mezzo dei quali si
alternano i due stemmi e l’emblema di San Marco.

Sotto il prolungamento della voluta si sviluppa la
grande edicola di forma quasi piramidale, a doppio
ordine di nicchie. II piano inferiore reca per ciascuno
dei sei lati un arco trilobato racchiudente la figura di
un santo d’argento dorato in alto rilièvo. Le figure
 
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