MAESTRI FERRARESI DEL RINASCIMENTO
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liebre, rappresentante l’Autunno, la quale ha un’orecchia acuta in alto, col lobo inferiore
gonfio, quale si suol vedere nel Tura, e porta vesti come battute col martello, secondo il
modo di dipingerle di questo
pittore: nel fondo della donna
allegorica si stende un paese di-
viso da siepi, un altipiano verde,
piantato d’alberi, arato, sparso
di edifici con i tetti azzurrini,
quale in Francesco del Cossa
non si vide mai.
Bene si può piuttosto asse-
gnare alla scuola di questo pit-
tore, invece che all’ultima ma-
niera del Tura, V Annunziazione
(fig. 4) della raccolta Varano, già
Saroli-Lombardi,e prima de’Gra-
ziadei: una tempera piuttosto
fredda e opaca, ma non senza
grande serietà d’espressione e di
forma. Nel fondo si vede una
via che mette a una porta mer-
lata, e in mezzo a questa, cinto
da anello marmoreo con uno
stemma nobiliare, un pozzo, dal
quale si diparte una donna con
anfora in capo.
Evidentemente il maestro
ha voluto metter lì un accenno
agli Evangeli apocrifi, alla fonte
dove Maria si recava ad attinger
acqua. La testa della Vergine è
rivolta di tre quarti verso sini-
stra; e ha i capelli discriminati,
che formano un arco gotico sulla
fronte, nel modo stesso con cui
sono disposti sulla testa dell’An-
nunziali di Francesco del Cossa
a Dresda; la mano destra della
Vergine stretta al petto in quel
quadro e in questo si corrispon-
dono pure ; la decorazione de’ pi-
lastri a destra e a sinistra del
nostro dipinto, a campanule l’una
sull’altra poggiate, si rivede si-
milmente lungo gli archi di
quello di Dresda. Potremmo
moltiplicare i paragoni, ma il
lettore potrà farli facilmente da
sè, con le altre opere di Francesco del Cossa; a noi basta di averne indicati alcuni con
un quadro dello stesso soggetto, per esser persuasi di dover classificare la pittura tra quelle
della maniera del forte e plastico artista ferrarese. A Bologna, in San Petronio, nella pala
Fig. 1
Cosmè Tura: Il beato Giacomo della Marca
Ferrara, Collezione Santini
(Fotografia Anderson)
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liebre, rappresentante l’Autunno, la quale ha un’orecchia acuta in alto, col lobo inferiore
gonfio, quale si suol vedere nel Tura, e porta vesti come battute col martello, secondo il
modo di dipingerle di questo
pittore: nel fondo della donna
allegorica si stende un paese di-
viso da siepi, un altipiano verde,
piantato d’alberi, arato, sparso
di edifici con i tetti azzurrini,
quale in Francesco del Cossa
non si vide mai.
Bene si può piuttosto asse-
gnare alla scuola di questo pit-
tore, invece che all’ultima ma-
niera del Tura, V Annunziazione
(fig. 4) della raccolta Varano, già
Saroli-Lombardi,e prima de’Gra-
ziadei: una tempera piuttosto
fredda e opaca, ma non senza
grande serietà d’espressione e di
forma. Nel fondo si vede una
via che mette a una porta mer-
lata, e in mezzo a questa, cinto
da anello marmoreo con uno
stemma nobiliare, un pozzo, dal
quale si diparte una donna con
anfora in capo.
Evidentemente il maestro
ha voluto metter lì un accenno
agli Evangeli apocrifi, alla fonte
dove Maria si recava ad attinger
acqua. La testa della Vergine è
rivolta di tre quarti verso sini-
stra; e ha i capelli discriminati,
che formano un arco gotico sulla
fronte, nel modo stesso con cui
sono disposti sulla testa dell’An-
nunziali di Francesco del Cossa
a Dresda; la mano destra della
Vergine stretta al petto in quel
quadro e in questo si corrispon-
dono pure ; la decorazione de’ pi-
lastri a destra e a sinistra del
nostro dipinto, a campanule l’una
sull’altra poggiate, si rivede si-
milmente lungo gli archi di
quello di Dresda. Potremmo
moltiplicare i paragoni, ma il
lettore potrà farli facilmente da
sè, con le altre opere di Francesco del Cossa; a noi basta di averne indicati alcuni con
un quadro dello stesso soggetto, per esser persuasi di dover classificare la pittura tra quelle
della maniera del forte e plastico artista ferrarese. A Bologna, in San Petronio, nella pala
Fig. 1
Cosmè Tura: Il beato Giacomo della Marca
Ferrara, Collezione Santini
(Fotografia Anderson)