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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 2
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Di Marzo, Gioacchino; Mauceri, Enrico: L' opera di Domenico Gagini in Sicilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0167

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L ’OPERA DI DOMENICO GAGINI IN SICILIA

149

corrono circa trent’anni, e da notizie risulta che, durante questo lungo spazio di tempo, egli
stette in Palermo, dove comprò case, ebbe figli dal primo e secondo letto, e riuscì a con-
quistare un posto eminente nell’arte, tanto da esser noverato primo nei capitoli degli scul-
tori e fabbricatori, quasi tutti lombardi, stipulati nel 1487.

* * *

Non stiamo qui a ripetere i vari particolari biografici in altra opera descritti; 1 ci limi-
tiamo piuttosto al lume dei documenti raccolti e delle opere determinate, a tentar di fissare
la fisonomia di cotesto artista pregevole, il quale presenta un merito maggiore di quello
finora attribuitogli.

Intanto è nostro intendimento di procedere senza dubbiezze ed esitanze, ma col propo-
sito di notare solamente quelle opere, intorno alle quali è possibile dare un giudizio fondato
su ragioni interamente obbiettive.

Non abbiamo certo la pretesa di asserire che il nostro possa o debba essere un lavoro
completo ; al contrario, siamo convinti che in altre città, e forse molto più nei borghi di
Sicilia, debbono esservi nascoste ed annidate altre scolture del Gagini ; ma, per ora, sen.
tiamo l’obbligo di rendere ai cultori dell’arte il risultato dei nostri studi, che per la sua im-
portanza acquista un valore fondamentale.

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Abbiamo notizia di una prima opera certa dello scultore lombardo, per la quale si
obbligò addì 22 novembre 1463, anteriormente al contratto pel piccolo fonte battesimale di
Salemi, cioè a dire del monumento Speciale, che sorgeva nella tribuna della magnifica chiesa
di San Francesco di Assisi in Palermo.2 *

Pietro Speciale, signore di Alcamo e Calatafimi, più volte pretore di Palermo, dal 1440
al 1470, uomo grandemente stimato ai suoi tempi e di cui fa molti elogi il Ranzano,5 avendo
perduto il figlio Niccolò Antonio, ancora giovanissimo, volle che fosse sepolto nella propria
cappella gentilizia da lui dedicata al Corpus Domini, e che vi fosse eretto un mausoleo, sul
quale, accanto al busto del giovane estinto, figurasse anche quello di lui.

Considerato il prezzo del lavoro, convenuto per onze 100,4 bisogna pensare che molto
ricca dovesse essere l’opera del Gagini, della quale è rimasto un avanzo della elegante epi-
grafe, murata nella parete a destra del cappellone.

Forse nel ’òoo ancora esisteva, perchè il Cannizzaro, nella prima metà di quel secolo,
nota, appunto, nella tribuna di quella chiesa « un marmoreo sepolcro ornato di oro, stucco
e pittura da Mariano Smiriglio, ingegnosissimo artista palermitano, col cadavere di Antonio
Speciale, figlio di Pietro » ed aggiunge che sotto il coro vi è pure il tumulo del padre.5,

Cotesto coro fu collocato in quel luogo nel 1627, e forse non sarebbe difficile, ove fosse
possibile rimuoverlo, rinvenire qualche frammento dell’opera gaginesca.

Ma a noi pare che siano di Domenico, e che molto probabilmente abbiano fatto parte
del monumento Speciale, le quattro statuette, alte circa m. 0.80, poste dentro nicchie e fissate
al muro, nell’ottava cappella, a sinistra entrando. Esse sono goticizzanti ed hanno tutti i carat-
teri propri della mano del nostro scultore, non solo nella fisonomia e nel modo di piegare
le vesti, ma anche nei motivi ornamentali delle basette varianti qualche po’ di altezza, come

1 Di Marzo, op. cit., voi. I, pag. 68 e seg.

2 Di Marzo, op. cit., voi. I, pag. 69 e seg., II,

pag. 19.

5 De auctore, primordìis et progressu felicis urbis

Panormì, in Raccolta di opuscoli di autori siciliani.

Palermo, 1717, tomo IX, pag. 54 e seg.

4 L’onza siciliana equivale a L. 12.75.
s Religionis Christianae Panormi. Mss. della Bi
blioteca comunale di Palermo, pag. 491.

L’Arte. VI, 19.
 
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