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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 2
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Bibliografia artistica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0210

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BIBLIOGRAFIA ARTISTICA

190

luce da Paolo Orsi. L’ A. comincia col descrivere molto
minuziosamente i dipinti che sono conservati nel cimi-
tero ; in un arcosolio si vedono due pavoni ai lati di
un canestro, accompagnati da motivi ornamentali com-
posti di rose ed oleandri ; a sinistra Giona e Daniele,
a destra la Resurrezione di Lazzaro e un cavaliere tra
due oranti ; in un altro arcosolio vi sono, tra le solite
decorazioni di fiori, Giona e il Buon Pastore. Queste
pitture sono attribuite al principio del secolo v dal-
l’A. il il quale nota come esse siano soggette agli in-
flussi dell’ arte e della iconografia di Roma molto più
che a quelli dell’ Oriente. Ma questa conclusione non
mi sembra che si possa pienamente accettare, perchè
invece son numerosi i caratteri orientali che si riscon-
trano nei dipinti, specialmente avendo riguardo ai mo-
tivi ornamentali; si guardi, ad esempio, la rappresen-
tazione dei pavoni ai lati del cesto di fiori, che ci
richiama gli ornati delle stoffe d’ Oriente (Tav. V, 1).
Nella scena del cavaliere tra due oranti (Tav. IV, 2)
l’A. riconosce V Ingresso di Cristo in Gerusalemme,
ma il dipinto è ridotto in tali condizioni che non ci
è permesso di identificare con sicurezza la rappresen-
tazione. Come si vede, questi affreschi cimiteriali benché
molto danneggiati danno materia a importantissime que-
stioni che il F. risolve sempre con sicurezza e precisione
portando un notevolissimo contributo alla conoscenza
dell’arte cristiana in Sicilia, nel qual campo di inda-
gini si è acquistata da molto tempo un’autorità incon-
trastata.

A. Mz.

il.

Architettura.

Gustave Clausse. Les San Gallo architectes,
peintres, sculpteurs, médailleurs du XV et
XVI siècles.

Tome premier : Giuliano et Antonio (V An-
cien).

Tome second: Antonio da San Gallo (le
Jeune).

Tome troisième: Florence el le derniers
San Gallo. Paris, Leroux, 1900-902.

Cornee von Fabriczy. Die Handzeichnun-
gen Giuliano’s da San Gallo. Stuttgart, Ger-
schel, 1902.

Lodovico Zdekauer. Il tacitino senese di
Giuliano da San Gallo -49 fac simili di di-
segni pubblicati da R. Falò. Siena, Falb, 1902.
E. Rocchi. Le piante iconografiche e pro-
spettiche di Roma nel secolo XVI, con la
riproduzione degli studi originali autografi

di Antonio da San Gallo il giovane. Testo
e tavole. Roux e Yiarengo. Roma, 1902.

Intorno al grande periodo dell’architettura italiana
della Rinascenza rappresentato in così larga parte dalla
famiglia dei Sangallo continuano, come si vede, gli
studi e le ricerche. I tre grandi volumi del Clausse
sono, per vero dire, opere di vecchio stile; ingrossati
da numerose e belle notizie intorno ai tempi e alla
società, che, trattandosi del secolo xv e del xvi e di
Firenze e Roma, non possono riuscir troppo nuove.
Ad ogni modo i molti problemi artistici sono tutti
posti nei loro giusti termini, benché spesso non siano
risoluti e non abbondino gli elementi nuovi alle di-
mostrazioni. La scorrevolezza dello scritto e la bontà
delle osservazioni rendono la lettura facile e profit-
tevole.

L’A. sostiene, contro la dimostrazione del Rocchi,
che la rocca di Ostia appartiene a Giuliano e non al
Pontelli. Della Farnesina dei Baulari fa con tutta si-
curezza autore Antonio da San Gallo, senza produrre
più forti argomenti di quelli già addotti da altri.

Il terzo volume su gli ultimi San Gallo, rimasti
finora un poco nell’ombra, riesce il più nuovo.

Il libricciuolo del Fabriczy ha carattere ben diverso.
Si può dire che in ogni riga vi sia una notizia ricer-
cata o controllata con grande cura, che modifica o
integra in qualche parte la conoscenza del soggetto.
I gloriosi libri di schizzi che Giuliano incominciò a
venti anni e che tenne sempre fedeli compagni della
sua vita e dei suoi viaggi, confidando ad essi quanto
vedeva ed immaginava, divennero poi la scuola della
famiglia, il modello pei giovani figli e parenti e a
tempi nostri la delizia degli archeologi e dei cultori
dell’antichità cristiana nonché degli studiosi di archi-
tettura. Il Fabriczy padroneggia tutta la varia lette-
ratura che riguarda quei codici e passa in rassegna ad
uno ad uno i disegni del San Gallo, cita e completa
quanto già intorno a ciascuno è stato detto. Libro di
minuta e faticosa erudizione, ma utilissimo agli studi,
e maggiormente ora che il Falb di Siena ha pubbli-
cato in facsimili gli schizzi del tacuino che si conserva
in quella biblioteca, e promette di aggiungere presto
la riproduzione del codice barberiniano.

Alla bella edizione del Falb va innanzi una suc-
cinta introduzione dello Zdekauer, che descrive i di-
segni con cura e brevità.

Credo utile ricordare ancora il Rocchi, che nel suo
libro sulle piante di Roma, riporta gli studi originali
autografi di Antonio da San Gallo relativi alle opere
di difesa dell’urbe, perchè sono utili a delinear meglio
quello che nelle piante è appena accennato e perchè
è documento dell’architettura militare nella quale si
esercitarono i più alti ingegni del Rinascimento, da
Leonardo a Michelangelo, al grande architetto di pa-
lazzo Farnese. G. Fog.
 
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