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MISCELLANEA
Bartolomeo Balcone: Coro dell’anno 1577 (particolare)
Sulmona, Chiesa dell’Annunziata
Placido si ritirò in Roma. Un giorno trovossi in cam-
pagna a cacciare ; seguì un cervo, il quale, essendosi
allontanato, si fermò voltandosi a lui. Restò meravi-
gliato Placido dell’accaduto ; ma la meraviglia crebbe
quando, fra le corna della bestia, apparve Cristo, che
gli disse di abbandonare il paganesimo.
Questo passo della leggenda è rappresentato nel
primo quadretto. — L’artista ha dipinto, a destra e
a manca, due scoscese di color verdognolo, in modo
da formare un seno quasi arcato, come una valle.
Placido è disceso da cavallo e si è posto ginocchione
con le braccia conserte. Ha il guardo volto verso il
cervo, la cui testa, adorna di ramose corna, fra le
quali si vede l’immagine di Cristo con nimbo crociato,
campeggia sul cielo di oro brillante. La figura del
Santo è disegnata e dipinta stupendamente.
L’aureola di oro, che gli circonda il capo,
sembra un’opera di cesello per gli ornati
incisi e a rilievo. Anche il cavallo è ben
disegnato.
Dopo questo avvenimento, Placido sentì
orrore per gl’ idoli e si fece battezzare,
insieme con sua moglie e i due figliuoli,
dal sacerdote Giovanni, il quale « perchè
non restasse a lui più cosa alcuna del vec-
chio uomo », diede il nome di Eustachio
a Placido, quello di Teopista a sua moglie
Taziana, e chiamò Agapito e Teopisto i
due figliuoli.
Come si scorge nel quadretto, la scena
si svolge in una sala con volta a crociera.
L’arco semicircolare che precede lo sfondo,
regge un frontone angolare ornato con fo-
glie rampanti. La composizione è di sei
figure. Nel mezzo, dentro un recipiente a
forma di tronco di piramide, è il Santo,
immerso fino all’addome. Alla destra di
lui è un vescovo che benedice, e a manca,
Teopista con i figli. Nella parte posteriore
si veggono le teste di altri due personaggi.
Nel terzo quadretto è ripetuto il pae-
saggio del primo. Il Santo prega in ginoc-
chio. In alto, nel seno formato dalle due
colline, è apparso sul cielo dorato il Re-
dentore per dirgli che le ricchezze, i gradi,
gli onori gli saranno tolti insieme con la
moglie ed i figli.
Eustachio, perduto il bestiame, cassato
da uffiziale, come dice il Croiset, e ridotto
a mendicare con la famiglia, lasciò Roma
e si avviò al porto di Ostia per imbarcarsi
per l’Egitto.
Ecco, infatti, nella quarta e quinta ca-
sella, il viaggio della famigliuola per Ostia
e l’imbarcazione. — Si vede un terreno
ondulato che, da un canto, sale, sale in
modo da formare una ripida collina, alla cui cima
è un albero e pochi cespugli. Dirimpetto a questa
altura è la casa del Santo col portone ad arco circo-
lare, sormontato da una bifora. Eustachio e Teopista,
con i due fanciulli, si allontanano affranti dal dolore.
Le figure, tutte nimbate, sono disegnate e dipinte
sempre colla stessa diligenza. Nella quinta casella, i
quattro personaggi sono aggruppati nel centro di
una nave. Da un canto è uno scoglio con una ca-
supola in cima. I due conduttori, che fiancheggiano
i viaggianti, discorrono gesticolando. La composi-
zione è buona ed è ben disegnata quella vela spinta
dal vento.
Lungo il viaggio, il padrone del bastimento, essen-
dosi invaghito di Teopista, appena giunto alle coste
MISCELLANEA
Bartolomeo Balcone: Coro dell’anno 1577 (particolare)
Sulmona, Chiesa dell’Annunziata
Placido si ritirò in Roma. Un giorno trovossi in cam-
pagna a cacciare ; seguì un cervo, il quale, essendosi
allontanato, si fermò voltandosi a lui. Restò meravi-
gliato Placido dell’accaduto ; ma la meraviglia crebbe
quando, fra le corna della bestia, apparve Cristo, che
gli disse di abbandonare il paganesimo.
Questo passo della leggenda è rappresentato nel
primo quadretto. — L’artista ha dipinto, a destra e
a manca, due scoscese di color verdognolo, in modo
da formare un seno quasi arcato, come una valle.
Placido è disceso da cavallo e si è posto ginocchione
con le braccia conserte. Ha il guardo volto verso il
cervo, la cui testa, adorna di ramose corna, fra le
quali si vede l’immagine di Cristo con nimbo crociato,
campeggia sul cielo di oro brillante. La figura del
Santo è disegnata e dipinta stupendamente.
L’aureola di oro, che gli circonda il capo,
sembra un’opera di cesello per gli ornati
incisi e a rilievo. Anche il cavallo è ben
disegnato.
Dopo questo avvenimento, Placido sentì
orrore per gl’ idoli e si fece battezzare,
insieme con sua moglie e i due figliuoli,
dal sacerdote Giovanni, il quale « perchè
non restasse a lui più cosa alcuna del vec-
chio uomo », diede il nome di Eustachio
a Placido, quello di Teopista a sua moglie
Taziana, e chiamò Agapito e Teopisto i
due figliuoli.
Come si scorge nel quadretto, la scena
si svolge in una sala con volta a crociera.
L’arco semicircolare che precede lo sfondo,
regge un frontone angolare ornato con fo-
glie rampanti. La composizione è di sei
figure. Nel mezzo, dentro un recipiente a
forma di tronco di piramide, è il Santo,
immerso fino all’addome. Alla destra di
lui è un vescovo che benedice, e a manca,
Teopista con i figli. Nella parte posteriore
si veggono le teste di altri due personaggi.
Nel terzo quadretto è ripetuto il pae-
saggio del primo. Il Santo prega in ginoc-
chio. In alto, nel seno formato dalle due
colline, è apparso sul cielo dorato il Re-
dentore per dirgli che le ricchezze, i gradi,
gli onori gli saranno tolti insieme con la
moglie ed i figli.
Eustachio, perduto il bestiame, cassato
da uffiziale, come dice il Croiset, e ridotto
a mendicare con la famiglia, lasciò Roma
e si avviò al porto di Ostia per imbarcarsi
per l’Egitto.
Ecco, infatti, nella quarta e quinta ca-
sella, il viaggio della famigliuola per Ostia
e l’imbarcazione. — Si vede un terreno
ondulato che, da un canto, sale, sale in
modo da formare una ripida collina, alla cui cima
è un albero e pochi cespugli. Dirimpetto a questa
altura è la casa del Santo col portone ad arco circo-
lare, sormontato da una bifora. Eustachio e Teopista,
con i due fanciulli, si allontanano affranti dal dolore.
Le figure, tutte nimbate, sono disegnate e dipinte
sempre colla stessa diligenza. Nella quinta casella, i
quattro personaggi sono aggruppati nel centro di
una nave. Da un canto è uno scoglio con una ca-
supola in cima. I due conduttori, che fiancheggiano
i viaggianti, discorrono gesticolando. La composi-
zione è buona ed è ben disegnata quella vela spinta
dal vento.
Lungo il viaggio, il padrone del bastimento, essen-
dosi invaghito di Teopista, appena giunto alle coste