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PIETRO TOESCA
Un bassorilievo di stucco del
Museo nazionale di Firenze —
nel Museo di Berlino si con-
serva del medesimo originale
un’ altra impronta — ricorda
per alcune affinità di maniera
la statua della Madonna del
Buio (fig. 4). Simile vi è in parte
l’acconciatura dei capelli della
Vergine lisciati sul vertice del
capo e mollemente ravviati sulle
tempie; gli occhi e le labbra
sono tagliati con uguale sec-
chezza; le mani si appiattiscono
con le dita insieme ristrette,
senza vita; così nel bassorilievo
come nella statua, il Bambino,
dal viso tondo e testardo, ha
il corpo polposo e saldamente
costrutto, marigidetto nel torso,
coperto da un sottile velo obli-
quo; una certa inerzia, una pe-
santezza di modellato si vede
nelle guance, nel collo non fles-
sibile della Vergine, nel sem-
plice e greve drappeggio. Al-
cune diversità del modellare
i capelli, del piegare le vesti
della Madonna, non lasciano
tuttavia credere che le due
opere si debbano ad un mede-
simo artefice, sebbene giovi
ravvicinarle pei loro molti ca-
Fig. 3 — Lorenzo Monaco: Madonna - Bibbiena, Casa Vecchietti ratteri comuni.
Lo stucco del Museo di Ber-
lino venne attribuito da W. Bode a Luca della Robbia, benché in quelle forme pesanti,
nel corpo atticciato del Bambino, e nelle mani e nel panneggio, sia difficile ravvisare l’arte
di colui che animò morbide carni, mani sensitive, drappi palpitanti sopra membra vive. Qui
piuttosto dobbiamo scorgere l’opera di un artefice che lavora presso i grandi scultori fioren-
tini della prima metà del Quattrocento, ispirandosi in parte alle opere loro, risentendo spe-
cialmente dell’arte di Donatello nella tristezza ch’egli effonde sul viso della Vergine, assente
quasi col pensiero più che intenta a secondare i baci che il bambino le porge, ma serbando
uno stile distinto, per certa arcaica rigidezza delle forme da quello dei diretti seguaci del
maestro.
E la Madonna del Buio ci appare creata essa pure in condizioni artistiche equivalenti.
Mentre a Firenze e fuori di Toscana i popolari plasmatori di terre e di stucchi espri-
mevano con la docile materia di loro arte, nel fiorir degli ornati, nei ricchi viluppi delle
vesti, nei visi radiosi di sorriso, la gioia del movimento e della vita; mentre lo scultore del
grande gruppo della Madonna col Bambino, ora nel Museo del Louvre, intagliava il legno
con una grandiosità stupenda, così come faceva a Siena lo scultore delle statue lignee della
chiesa di San Martino, l’intagliatore della Madonna del Buio, privo di tanta originalità, ha
PIETRO TOESCA
Un bassorilievo di stucco del
Museo nazionale di Firenze —
nel Museo di Berlino si con-
serva del medesimo originale
un’ altra impronta — ricorda
per alcune affinità di maniera
la statua della Madonna del
Buio (fig. 4). Simile vi è in parte
l’acconciatura dei capelli della
Vergine lisciati sul vertice del
capo e mollemente ravviati sulle
tempie; gli occhi e le labbra
sono tagliati con uguale sec-
chezza; le mani si appiattiscono
con le dita insieme ristrette,
senza vita; così nel bassorilievo
come nella statua, il Bambino,
dal viso tondo e testardo, ha
il corpo polposo e saldamente
costrutto, marigidetto nel torso,
coperto da un sottile velo obli-
quo; una certa inerzia, una pe-
santezza di modellato si vede
nelle guance, nel collo non fles-
sibile della Vergine, nel sem-
plice e greve drappeggio. Al-
cune diversità del modellare
i capelli, del piegare le vesti
della Madonna, non lasciano
tuttavia credere che le due
opere si debbano ad un mede-
simo artefice, sebbene giovi
ravvicinarle pei loro molti ca-
Fig. 3 — Lorenzo Monaco: Madonna - Bibbiena, Casa Vecchietti ratteri comuni.
Lo stucco del Museo di Ber-
lino venne attribuito da W. Bode a Luca della Robbia, benché in quelle forme pesanti,
nel corpo atticciato del Bambino, e nelle mani e nel panneggio, sia difficile ravvisare l’arte
di colui che animò morbide carni, mani sensitive, drappi palpitanti sopra membra vive. Qui
piuttosto dobbiamo scorgere l’opera di un artefice che lavora presso i grandi scultori fioren-
tini della prima metà del Quattrocento, ispirandosi in parte alle opere loro, risentendo spe-
cialmente dell’arte di Donatello nella tristezza ch’egli effonde sul viso della Vergine, assente
quasi col pensiero più che intenta a secondare i baci che il bambino le porge, ma serbando
uno stile distinto, per certa arcaica rigidezza delle forme da quello dei diretti seguaci del
maestro.
E la Madonna del Buio ci appare creata essa pure in condizioni artistiche equivalenti.
Mentre a Firenze e fuori di Toscana i popolari plasmatori di terre e di stucchi espri-
mevano con la docile materia di loro arte, nel fiorir degli ornati, nei ricchi viluppi delle
vesti, nei visi radiosi di sorriso, la gioia del movimento e della vita; mentre lo scultore del
grande gruppo della Madonna col Bambino, ora nel Museo del Louvre, intagliava il legno
con una grandiosità stupenda, così come faceva a Siena lo scultore delle statue lignee della
chiesa di San Martino, l’intagliatore della Madonna del Buio, privo di tanta originalità, ha