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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 3
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Bibliografia artistica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0320

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2Q4

BIBLIOGRAFIA ARTISTICA

—- Voi. II, n. 5. July 1903. Pag'. 117.

Roger Fry illustra le pitture italiane del secolo xiv di
cui è proprietario sir Hubert Parry e che sono conser-
vate in Highnam Court, presso Glocester. Esse sono
un 'Adorazione dei Magi, che l’A. attribuisce a un con-
temporaneo di Giotto o a uno dei primi seguaci del
maestro, un polittico con la Crocifissione e santi, ri-
cordato anche dal Milanesi e dal Crowe e Cavalca-
sene, opera di Bernardo Daddi, fratello dell’Orcagna,
una Incoronazione della Vergine che sarebbe, secondo
l’A., da assegnare a Agnolo Gaddi, due tavolette di
predella, con l’Adorazione dei Magi e la Visitazione,
di Lorenzo Monaco, infine una Madonna di scuola
fiorentina opera di un giottesco in ritardo dei primi
anni del secolo xv.

— Pag. 206.

Max Roldit : Le pitture di Reynolds nella collezione
del conte di Normanton.

— Pag. 236.

Cecil Smith: L’esposizione d’arte greca al Bur-
lington Fine Aris Club.

—- Voi. II, n. 6. August 1903. Pag. 281.

G. Gronau : Il ritratto dell'imperatrice Isabella di
Tiziano. — Il dott. Gronau ricorda che l’Aretino rac-
conta nelle sue lettere come Carlo V commettesse nel
1543 a Tiziano un ritratto della defunta consorte e
come l’imperatore desse per modello all’artista un ri-
tratto «di un pittore di poco merito». Ora il Gronau
pubblica, accanto all’opera del Cadorino che è vanto
del museo del Prado, un altro ritratto, venuto recen-
temente in luce a Firenze, che sarebbe una replica
di quello dato per modello dall’imperatore all’artista,
e opera di un pittore fiammingo. Riesce interessante
mettere a confronto le due opere e rilevare come il
Vecellio riuscì a trarre dalla pittura piatta e scialba
che aveva dinanzi agli occhi, un ritratto trionfante di
forza e di bellezza e tutto pervaso di sentimento regale.

— Pag. 286.

Campbell Dodgson : Un disegno di Diirer recente-
mente scoperto.

— Pag. 309.

F. Mason Perkins: Andrea Vanni. — L’A. ricorda
come tre opere sieno assegnate con tutta certezza al-
l’artista e tutte e tre in Siena : un ritratto di Santa
Caterina nella chiesa di San Domenico, un polittico
in Santo Stefano e una Crocifissione frammentaria nel-
l’Accademia. Egli analizza minutamente la seconda di
queste opere e dalle caratteristiche stilistiche che in
essa rileva è tratto ad attribuire al Vanni non poche
altre pitture che ora recano nomi diversi. Sono queste
la Madonna cosi detta degli Infermi in San Francesco,

attribuita a Pietro Lorenzetti, un affresco con la Ver
gine e il Bambino, della stessa chiesa, un’altra Vergine
col Figlio nella cappella dei Santissimi Chiodi, che già
Crowe e Cavalcasene sospettarono di Vanni, altre figure
della Vergine in Santo Spirito, in San Giovanni in Pan-
taneto, presso il Berenson (che ha pure una Deposizione
del Vanni) una piccola Annunciazione presso il conte
Fabio Chigi a Siena, infine la copia conservata nella
chiesa di San Pietro Ovile di Siena della famosa An-
nunciata di Sirnone Martini agli Uffizi. Non tutte que-
ste attribuzioni potranno esser senz’altro accettate, seb-
bene l’A. le difenda con copia di buoni argomenti: per
quanto riguarda l’ultima, per esempio, ricordiamo che
L. Douglas in un precedente articolo del Burlington
(vedi sopra) assegnava, con ragioni non certo prive di
fondamento, l’Annunciazione di San Pietro Ovile al
Sassetta. In fine del suo studio il P. ricorda alcune
opere di un seguace del Vanni: Paolo di Giovanni Fei.

Miscellanea d’arte. Anno I, n. 7, luglio 1903.
Pag. 105.

G. Poggi pubblica alcuni documenti dell’archivio
dell’ospedale di Santa Maria Nuova che confermano
l’attribuzione a Bernardo Rossellino, già fatta dal Bode
e dal Fabriczy in base a caratteristiche statistiche, del
tabernacolo che è ora nella chiesa di Sant’ Egidio a
Firenze. Gli stessi documenti confermano che lo spor-
tello in bronzo del tabernacolo è opera del Ghiberti.

— Pag. 108.

M. Reymond illustra una bellissima porta, di una
casa di Valenza nel Delfinato. Questa porta ricca di
intagli e di sculture, è datata del 1522 e mostra pro-
fonde caratteristiche di arte italiana : se anche essa è
opera di artista francese il suo autore dovette indub-
biamente inspirarsi a modelli toscani e lombardi, e
fonderli insieme nell’eseguir la sua opera.

— Pag. 117.

J. Mesnil pubblica, estraendola dal Libro di ricordi
di Neri di Bicci, conservata agli Uffìzi, una nota rela-
tiva alla spalliera « di panno d’arazzo » per la ringhiera
dei Signori di Firenze.

Nn. 8-9. Agosto-settembre 1903. Pag. 121.

P. N. Ferri, Disegni del Perugino per il cenacolo
di Foligno. — L’A. riproduce tre disegni che si ve-
dono esposti nella sala in cui è conservato il famoso
affresco e conviene che quello in cui si vedono i santi
Simone e Taddeo è una copia, forse di G. A. Sogliani.
Quanto agli altri due — che formavano in origine un
disegno solo — il F. sostiene che si tratta di disegni ori-
ginali contenenti veri e propri studi preparatori per tre
figure dell’affresco e che essi sono di mano del Peru-
gino. Tale fatto, considerata anche l’analogia che si
 
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