ARTE DECORATIVA
3
Delle cornici italiane si occupò anche
il Bode, in un breve articolo, apparso qual-
che anno fa in una rivista tedesca; 1 ma
invero il tema era troppo vasto, per poter
essere trattato, anche se magistralmente,
in poche pagine. Perciò nemmeno egli diede,
nè si era imposto di dare, un completo
esaurimento di esso.
Per riuscirvi, il Bock ha compreso che
bisognava limitare il campo della ricerca.
Ha pertanto portato il suo esame sulle cor-
nici dall’arte gotica alla -fine della Rina-
scenza, fermandosi soltanto intorno a quelle
che adornano quadri di pittori fiorentini e
veneziani, e alle manifestazioni da cui esse
sembrano derivare. Di fatto, come Firenze
e Venezia furono i due centri artistici di
maggiore importanza, e come nell’una e
nell’altra/città l’arte decorativa visse con
forme caratteristiche conveniva, per un
primo saggio, fermarsi ad esse. Certo, non
sarebbe stato inutile uno studio delle cornici
in Roma, e un altro sulle forme predilette
dai maestri umbri; ma è pur vero che a
Roma nel Rinascimento troppi elementi
diversi si confusero e si succedettero in pochi anni perchè un’arte propria ed indigena trovasse
sviluppo, e che, per quanto riguarda l’arte umbra, a parte i rapporti di questa con le scuole
toscane, non è ancor detto che il Bock non possa
donarci uno studio, al quale il buon successo del libro
oggi pubblicato, deve indubbiamente incoraggiarlo.
Infatti il suo esame, rigorosissimo, muove da sicure
deduzioni scientifiche. Egli procede per raffronti, o di
disegni, o d’affreschi, o di opere di scultura ornamen-
tale e di architettura, traendone risultati che, quan-
d’anche non sempre persuasivi, debbono essere tenuti
in gran conto per la ingegnosità, la genialità e la
originalità loro. Conviene poi sempre pensare, a di-
scolpa di talune conclusioni che sembrano un po’ af-
frettate, la difficoltà di distinguere, in questo ramo
dell’arte dell’intaglio particolarmente, le dipendenze e
gli influssi che hanno veramente relazioni e riscontri
nei monumenti coevi, da quelle che rivestono un ca-
rattere puramente accidentale e possono soltanto citarsi
come esempio di tendenze generali del gusto e della
civiltà artistica.
Nè è cattiva la divisione sistematica del libro. A
prima vista la divisione tra grandi e piccole cornici,
che è quella che fa il Bock, può parere formale e di
Giovanni da Milano : Polittico
Firenze, Santa Croce
Cornice veneziana del XV secolo
Padova, Museo civico
1 W. Bode, Bilderxahmen in alter undneuer Zeit, in Pan, 1898,
pag. 243-256.
L'Arte - Appendice - 1*.
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Delle cornici italiane si occupò anche
il Bode, in un breve articolo, apparso qual-
che anno fa in una rivista tedesca; 1 ma
invero il tema era troppo vasto, per poter
essere trattato, anche se magistralmente,
in poche pagine. Perciò nemmeno egli diede,
nè si era imposto di dare, un completo
esaurimento di esso.
Per riuscirvi, il Bock ha compreso che
bisognava limitare il campo della ricerca.
Ha pertanto portato il suo esame sulle cor-
nici dall’arte gotica alla -fine della Rina-
scenza, fermandosi soltanto intorno a quelle
che adornano quadri di pittori fiorentini e
veneziani, e alle manifestazioni da cui esse
sembrano derivare. Di fatto, come Firenze
e Venezia furono i due centri artistici di
maggiore importanza, e come nell’una e
nell’altra/città l’arte decorativa visse con
forme caratteristiche conveniva, per un
primo saggio, fermarsi ad esse. Certo, non
sarebbe stato inutile uno studio delle cornici
in Roma, e un altro sulle forme predilette
dai maestri umbri; ma è pur vero che a
Roma nel Rinascimento troppi elementi
diversi si confusero e si succedettero in pochi anni perchè un’arte propria ed indigena trovasse
sviluppo, e che, per quanto riguarda l’arte umbra, a parte i rapporti di questa con le scuole
toscane, non è ancor detto che il Bock non possa
donarci uno studio, al quale il buon successo del libro
oggi pubblicato, deve indubbiamente incoraggiarlo.
Infatti il suo esame, rigorosissimo, muove da sicure
deduzioni scientifiche. Egli procede per raffronti, o di
disegni, o d’affreschi, o di opere di scultura ornamen-
tale e di architettura, traendone risultati che, quan-
d’anche non sempre persuasivi, debbono essere tenuti
in gran conto per la ingegnosità, la genialità e la
originalità loro. Conviene poi sempre pensare, a di-
scolpa di talune conclusioni che sembrano un po’ af-
frettate, la difficoltà di distinguere, in questo ramo
dell’arte dell’intaglio particolarmente, le dipendenze e
gli influssi che hanno veramente relazioni e riscontri
nei monumenti coevi, da quelle che rivestono un ca-
rattere puramente accidentale e possono soltanto citarsi
come esempio di tendenze generali del gusto e della
civiltà artistica.
Nè è cattiva la divisione sistematica del libro. A
prima vista la divisione tra grandi e piccole cornici,
che è quella che fa il Bock, può parere formale e di
Giovanni da Milano : Polittico
Firenze, Santa Croce
Cornice veneziana del XV secolo
Padova, Museo civico
1 W. Bode, Bilderxahmen in alter undneuer Zeit, in Pan, 1898,
pag. 243-256.
L'Arte - Appendice - 1*.