SILVESTRO DELL'AQUILA
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La bella statua è stata da tutti recentemente ammirata alla Mostra d’arte di Chieti.
Il giovane, che ha così spesso tentato gli artisti alla bravura d’un bel nudo, qui mo-
stra, nel petto un po’ patito, negli omeri scarni, nella bocca semiaperta e il naso profilato,
nel lieve abbandono del corpo verso il tronco d’albero cui è legato per i polsi, di sentire
Fig. 6 — Silvestro dell’Àquila: Particolare del monumento suddetto
il martirio, benché lo sguardo già rassereni in una visione dell’alto e le abbondanti ciocche
bionde gli circondino il capo dell’aureola del santo.
che nell’affidare all’artista un lavoro gl’indichi anche
l’opera preesistente su cui debba modellarsi. Nel com-
mittente abruzzese questa prescrizione è, anzi, fre-
quente.
Abbiamo già visto che Silvestro dovè condurre il
suo primo lavoro, il tabernacolo di Tornimparte, se-
condo un rilievo ch’era a Porta Paganica. E parecchi
altri esempi si potrebbero citare. Lo stesso San Se-
bastiano di Silvestro doveva a sua volta essere l’esem-
plare di un San Sebastiano eseguito nel 1517 da un
altro abruzzese, molto in fama ai suoi tempi, da Sa-
turnino Gatti. Il Leosini (op. cit., pag. 32) ne rife-
risce così la notizia dai documenti: «Mastro Satur-
nino Gatti di S. Vittorino fece ai 21 marzo 1517 alla
Congregazione di San Sebastiano un San Sebastiano
di legname di sette palmi, di quella similitudine che
è quello della Madonna del Soccorso con due angeli
pure di legname, ecc. ». Ora il San Sebastiano del
Gatti esiste tuttora nella chiesa aquilana di San Be-
nedetto, ed è assolutamente disforme dal suo proto-
tipo, da quello dell’Ariscola. Prova questa di quanto
largamente era poi inteso dall’artista l’obbligo di se-
guire un modello.
L'Arte. XI, 2.
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La bella statua è stata da tutti recentemente ammirata alla Mostra d’arte di Chieti.
Il giovane, che ha così spesso tentato gli artisti alla bravura d’un bel nudo, qui mo-
stra, nel petto un po’ patito, negli omeri scarni, nella bocca semiaperta e il naso profilato,
nel lieve abbandono del corpo verso il tronco d’albero cui è legato per i polsi, di sentire
Fig. 6 — Silvestro dell’Àquila: Particolare del monumento suddetto
il martirio, benché lo sguardo già rassereni in una visione dell’alto e le abbondanti ciocche
bionde gli circondino il capo dell’aureola del santo.
che nell’affidare all’artista un lavoro gl’indichi anche
l’opera preesistente su cui debba modellarsi. Nel com-
mittente abruzzese questa prescrizione è, anzi, fre-
quente.
Abbiamo già visto che Silvestro dovè condurre il
suo primo lavoro, il tabernacolo di Tornimparte, se-
condo un rilievo ch’era a Porta Paganica. E parecchi
altri esempi si potrebbero citare. Lo stesso San Se-
bastiano di Silvestro doveva a sua volta essere l’esem-
plare di un San Sebastiano eseguito nel 1517 da un
altro abruzzese, molto in fama ai suoi tempi, da Sa-
turnino Gatti. Il Leosini (op. cit., pag. 32) ne rife-
risce così la notizia dai documenti: «Mastro Satur-
nino Gatti di S. Vittorino fece ai 21 marzo 1517 alla
Congregazione di San Sebastiano un San Sebastiano
di legname di sette palmi, di quella similitudine che
è quello della Madonna del Soccorso con due angeli
pure di legname, ecc. ». Ora il San Sebastiano del
Gatti esiste tuttora nella chiesa aquilana di San Be-
nedetto, ed è assolutamente disforme dal suo proto-
tipo, da quello dell’Ariscola. Prova questa di quanto
largamente era poi inteso dall’artista l’obbligo di se-
guire un modello.
L'Arte. XI, 2.