LA SCULTURA DALMATA NEL XV SECOLO
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Eppure nel battistero di Traù, cominciato certo prima del 1466, data dell’inizio asse-
gnata dal Ivukuljevic', bene si potevano determinare i caratteri dell’Alessi. Conveniva tenere
in conto che l’Alessi stette a bottega di Giorgio,’
come già abbiamo detto, e che si attenne alla ma-
niera del maestro, allargando le proporzioni delle
figure, smisuratamente le teste, e segnando calli-
graficamente i panni, senza trovar mai l’energia
dei suoi prototipi. Il battistero di Traù ci può
dare modo di determinare i caratteri proprii di
Andrea Alessi di Durazzo.
Nel fondo dell’atrio della porta di Traù, è
la porta del battistero aperta sotto la cornice
romanica, tra le antiche colonnine scalpellate a
foglie d’alloro e a grosse bacche salienti su dalla
base fuor dalla gola d’un pistrice.1 2 Tra i resti
della decorazione romanica della parete, ispirata
a forme del palazzo di Diocleziano di Spalato,
l’Alessi costruì la porta, formando due nicchiette
tra il fascione a mazzi di frutta e fiori che in-
cornicia la porta necessariamente bassa e di ef-
fetto pesante ; e tanto nel fascione, a frutta e a
rose, quanto nelle nicchiette, ricordò forme dise-
gnate da Giorgio Orsini a Sebenico, se non che
tutto si mostra qui più stentato, duro, massiccio.
Sulla cornice antica a palmette, dentelli ed ovoli,
nello spazio arcuato che restava allo scultore,
l’Alessi scolpì, in tante lastre incastrate alla parete,
tra le antiche pietre che la rivestivano, il Batte-
simo dì Cristo (fig. 15). Vi si notano le forme
di Giorgio da Sebenico, ma stranamente allun-
gate, movimenti ondeggianti e lenti, capiglia-
ture cadenti a spire simmetriche, pieghe tagliate
come in lamine con solchi troppo profondi. Que-
st’opera ne richiama un’altra, che non esitiamo
ad ascrivere all’Alessi, e cioè il lunettone esistente
un tempo sulla porta della chiesa di Santa Maria
della Carità in Venezia, oggi nella sagrestia della
chiesa della Salute.3 E ciò fa supporre che il
Durachino, dopo i lavori compiuti in Arbe e
prima di porre mano al battistero di Spalato, siasi
recato a lavorare a Venezia. L’interno del battistero è rettangolare, con volta acuta a
lacunari impostata sur una cornice a doppio ordine di foglie con la cima volta a destra, con
il gran lobo mediano girato a sinistra, nel modo già ripetuto di frequente da Giorgio Orsini.
Fig. 17
Traù,
Andrea Alessi da Durazzo
Sant’Apostolo
Cattedrale, Cappella del Beato Orsini
1 Nè il Kukuljevic', nè il Fosco, nè il Gianuizzi
indicano Andrea Alessi tra i cooperatori dell’Orsini
nel duomo di Sebenico. Anzi il Gianuizzi (Arch. s/or.
dell’Arte, 1904, pag. 404), nell’elenco degli scolari e
lavoranti di Giorgio da Sebenico, sotto il n. 16 indica
Andrea di Niccolò da Durazzo (8 genn. 1445) e sotto
il n, 22 Andrea Alessi albanese da Durazzo (14 aprile
1452), lasciando supporre che si tratti di due persone
diverse.
2 Questo antico resto della decorazione è stato da
parecchi indicato come parte dell’opera dell’Alessi !
3 Pubblicato dal Paoletti (op. cit., II, pag. 269),
che l’attribuì a Bartolomeo Bon o a maestro Panta-
leone !
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Eppure nel battistero di Traù, cominciato certo prima del 1466, data dell’inizio asse-
gnata dal Ivukuljevic', bene si potevano determinare i caratteri dell’Alessi. Conveniva tenere
in conto che l’Alessi stette a bottega di Giorgio,’
come già abbiamo detto, e che si attenne alla ma-
niera del maestro, allargando le proporzioni delle
figure, smisuratamente le teste, e segnando calli-
graficamente i panni, senza trovar mai l’energia
dei suoi prototipi. Il battistero di Traù ci può
dare modo di determinare i caratteri proprii di
Andrea Alessi di Durazzo.
Nel fondo dell’atrio della porta di Traù, è
la porta del battistero aperta sotto la cornice
romanica, tra le antiche colonnine scalpellate a
foglie d’alloro e a grosse bacche salienti su dalla
base fuor dalla gola d’un pistrice.1 2 Tra i resti
della decorazione romanica della parete, ispirata
a forme del palazzo di Diocleziano di Spalato,
l’Alessi costruì la porta, formando due nicchiette
tra il fascione a mazzi di frutta e fiori che in-
cornicia la porta necessariamente bassa e di ef-
fetto pesante ; e tanto nel fascione, a frutta e a
rose, quanto nelle nicchiette, ricordò forme dise-
gnate da Giorgio Orsini a Sebenico, se non che
tutto si mostra qui più stentato, duro, massiccio.
Sulla cornice antica a palmette, dentelli ed ovoli,
nello spazio arcuato che restava allo scultore,
l’Alessi scolpì, in tante lastre incastrate alla parete,
tra le antiche pietre che la rivestivano, il Batte-
simo dì Cristo (fig. 15). Vi si notano le forme
di Giorgio da Sebenico, ma stranamente allun-
gate, movimenti ondeggianti e lenti, capiglia-
ture cadenti a spire simmetriche, pieghe tagliate
come in lamine con solchi troppo profondi. Que-
st’opera ne richiama un’altra, che non esitiamo
ad ascrivere all’Alessi, e cioè il lunettone esistente
un tempo sulla porta della chiesa di Santa Maria
della Carità in Venezia, oggi nella sagrestia della
chiesa della Salute.3 E ciò fa supporre che il
Durachino, dopo i lavori compiuti in Arbe e
prima di porre mano al battistero di Spalato, siasi
recato a lavorare a Venezia. L’interno del battistero è rettangolare, con volta acuta a
lacunari impostata sur una cornice a doppio ordine di foglie con la cima volta a destra, con
il gran lobo mediano girato a sinistra, nel modo già ripetuto di frequente da Giorgio Orsini.
Fig. 17
Traù,
Andrea Alessi da Durazzo
Sant’Apostolo
Cattedrale, Cappella del Beato Orsini
1 Nè il Kukuljevic', nè il Fosco, nè il Gianuizzi
indicano Andrea Alessi tra i cooperatori dell’Orsini
nel duomo di Sebenico. Anzi il Gianuizzi (Arch. s/or.
dell’Arte, 1904, pag. 404), nell’elenco degli scolari e
lavoranti di Giorgio da Sebenico, sotto il n. 16 indica
Andrea di Niccolò da Durazzo (8 genn. 1445) e sotto
il n, 22 Andrea Alessi albanese da Durazzo (14 aprile
1452), lasciando supporre che si tratti di due persone
diverse.
2 Questo antico resto della decorazione è stato da
parecchi indicato come parte dell’opera dell’Alessi !
3 Pubblicato dal Paoletti (op. cit., II, pag. 269),
che l’attribuì a Bartolomeo Bon o a maestro Panta-
leone !