72
CRONACA
lunque ricco di buon gusto preferirebbe. E l’esecuzione
è molto propria, senza ostentazione, sempre diretta
da un gusto squisito. Peccato il tempo non gli abbia
permesso di precisare molti particolari. Il Fichera
ha presentato insieme a degli ottimi motivi, delle stuc-
chevoli calligrafie, insieme a delle piante illogiche, dei
particolari decorativi di gusto finissimo. E molti altri
hanno gran pregi, per esempio il Caravaggi, per lo
studio della pianta e della disposizione della villa.
Gli scultori, data la ragionevole ma rara libertà di
tema (La Madre), sì sono diretti a seconda delle loro
tendenze a esprimere momenti di pace serena o di do-
lore tragico oppure a comporre allegorie. Coloro che
han veduto nella madre la piangente o la disperata
sono tecnicamente i più forti : il che significa che la
retorica sociale si è già impadronita della mente di
gran parte dei giovani d’ingegno e che per mezzo di
modelli ormai classici (Meunier, Rodin) permette ad
essi di non cercare la propria via a tentoni bensì di
trovarla ben tracciata e di batterla con sicurezza. Pur-
troppo i concorrenti hanno ben di rado saputo accop-
piare alla valentia della riproduzione realistica l’ele-
vatezza della concezione : spesso anzi nella ricerca di
deformazioni anatomiche si è perduta ogni espressione
di sentimento. Invece il Calori nella madre curva por-
tata dal vento, mentre i figli pescatori portano la barca
in mare, non lascia vedere né il volto nè il corpo, ma
sopra quelle vesti in tempesta, sopra quel mucchio di
stracci raggomitolato, ha rappresentato invisibili e im-
manenti la sventura, la miseria, l’abbandono; e il
Luppi ha saputo trovare ne’ volti degli operai una
gran forza morale, una gran nobiltà di espressione.
Più attraenti per coloro, cui la vita non è solo mi-
seria o dolore, sono la giovane incinta del Barzacchi
abbandonata a un languore fatto di sogni e di speranze,
e la madre che guarda la culla e medita del Pinzanti.
La geniale e originale trovata del primo ammalia per
la semplicità del concetto e de’ mezzi. Essi forse son
poveri, ma bastano a rivelarci tutta la commozione
provata dall’artista e a trasfonderla in noi acutamente,
diremo quasi, castamente. L’autore ha trovata una
corrispondenza tra i suoi mezzi e il suo modo di sen-
tire perfetto: ed è quindi, qualunque sia la sua al-
tezza, un artista riuscito.
Bella allegoria è la madre terra del Boni; ben tro-
vate le linee, ben sentite le forme.
I pittori dovevano rappresentare i primi soccorsi
prestati a un operaio ferito sul lavoro dentro una mi-
niera o al suo sbocco. Di qui una serie di corpi se-
minudi di tutti i colori, di atteggiamenti forzati, di
contrazioni muscolari d’ogni fatta. L’opera dell’Alciati
è lodevole per la concezione tragica più sentita e più
completa del solito, per la naturalezza delle positure, per
la bella luce tintorettiana ; sebbene al quadro sia da
preferirsi di gran lunga lo splendido disegno. Pure
lodevole è lo Ximenes per la ben trovata composi-
zione, suggeritagli dalla necessità di trarre il ferito
dal fosso profondo per mezzo di una corda.
La Commissione perii concorso si adunerà in questi
giorni.
Oltre le prove dei concorrenti sono esposte le opere
eseguite dai già pensionati, di secondo e di quarto
anno.
Nella Galleria Nazionale d’arte moderna in
Roma ha avuto luogo l’esposizione di parecchi disegni
e bozzetti di Domenico Morelli. Anche se questa espo-
sizione non ha aggiunto molto alla conoscenza del-
l’artista, ha senza dubbio servito a far apprezzare il
valore disegnatorio di lui nella progressiva liberazione
dall’Accademia.
A Fabriano, nell’ antica cappella della Madonna
delle grazie in San Domenico è stato scoperto un af-
fresco rappresentante il Cristo, la Madonna col Bam-
bino, e Santa Maria Maddalena, nell’arte del Ghissi
(sec. xiv).
Nella chiesa parrocchiale di Verolanuova (Bre-
scia) sono stati scoperti due quadri di Giambattista
Tiepolo, l’uno rappresentante il Miracolo della manna,
l’altro il sacrificio di Melchisedech.
Nella reggia di Monaco di Baviera il pittore
Emanuele Wielandt afferma di aver trovato gli ori-
ginali dei dodici Cesari, dipinti n da Tiziano e i da
Giulio Romano tra il 1537 e il 1538, per Federico
Gonzaga. Passati in Inghilterra dopo il 1627, sono
stati finora smarriti, e conosciuti solo per copie, tra-
dizioni letterarie e le incisioni di Aegidius Sadeler,
sebbene il Cavalcasene indicasse con molta titubanza
due quadri di Lord Nortwick a Londra come origi-
nali. Speriamo che il naturale scetticismo di fronte a
una tale scoperta debba svanire.
Verona. Il Museo civico veronese si sta ordinando
con fine criterio dal dottore Gerola, benemerito diret-
tore dell’ Istituto. È già compiuta la prima sala, dove
sono stati radunati i primitivi.
Firenze. I restauri dei dipinti del Ghirlandaio in
Santa Maria Novella sono stati condotti a termine.
Livorno. Ricorrendo il secondo centenario della
chiesa di San Ferdinando dei PP. Teatini, ricchissima
di lavori del conte Giovanni Baratta di Carrara, il
professore Pietro Vigo prepara una monografia su
questo scultore.
Roma. La Galleria Borghese ha riavuto da Venezia
i due busti del Cardinal Scipione Borghese, opera del
Bernini.
Firenze. La Commissione per il concorso di pro-
fessore di storia dell’arte nel R. Istituto di belle arti
sta esaminando i titoli dei numerosi concorrenti.
Roma. Alla fine di febbraio si adunerà la Commis-
sione giudicatrice del concorso per le vetrate dipinte
della basilica Ostiense.
Parigi. All’Hòtel Drouot, il 7 febbraio 1908, nella
sala decima, furono messi in vendita due bellissimi
CRONACA
lunque ricco di buon gusto preferirebbe. E l’esecuzione
è molto propria, senza ostentazione, sempre diretta
da un gusto squisito. Peccato il tempo non gli abbia
permesso di precisare molti particolari. Il Fichera
ha presentato insieme a degli ottimi motivi, delle stuc-
chevoli calligrafie, insieme a delle piante illogiche, dei
particolari decorativi di gusto finissimo. E molti altri
hanno gran pregi, per esempio il Caravaggi, per lo
studio della pianta e della disposizione della villa.
Gli scultori, data la ragionevole ma rara libertà di
tema (La Madre), sì sono diretti a seconda delle loro
tendenze a esprimere momenti di pace serena o di do-
lore tragico oppure a comporre allegorie. Coloro che
han veduto nella madre la piangente o la disperata
sono tecnicamente i più forti : il che significa che la
retorica sociale si è già impadronita della mente di
gran parte dei giovani d’ingegno e che per mezzo di
modelli ormai classici (Meunier, Rodin) permette ad
essi di non cercare la propria via a tentoni bensì di
trovarla ben tracciata e di batterla con sicurezza. Pur-
troppo i concorrenti hanno ben di rado saputo accop-
piare alla valentia della riproduzione realistica l’ele-
vatezza della concezione : spesso anzi nella ricerca di
deformazioni anatomiche si è perduta ogni espressione
di sentimento. Invece il Calori nella madre curva por-
tata dal vento, mentre i figli pescatori portano la barca
in mare, non lascia vedere né il volto nè il corpo, ma
sopra quelle vesti in tempesta, sopra quel mucchio di
stracci raggomitolato, ha rappresentato invisibili e im-
manenti la sventura, la miseria, l’abbandono; e il
Luppi ha saputo trovare ne’ volti degli operai una
gran forza morale, una gran nobiltà di espressione.
Più attraenti per coloro, cui la vita non è solo mi-
seria o dolore, sono la giovane incinta del Barzacchi
abbandonata a un languore fatto di sogni e di speranze,
e la madre che guarda la culla e medita del Pinzanti.
La geniale e originale trovata del primo ammalia per
la semplicità del concetto e de’ mezzi. Essi forse son
poveri, ma bastano a rivelarci tutta la commozione
provata dall’artista e a trasfonderla in noi acutamente,
diremo quasi, castamente. L’autore ha trovata una
corrispondenza tra i suoi mezzi e il suo modo di sen-
tire perfetto: ed è quindi, qualunque sia la sua al-
tezza, un artista riuscito.
Bella allegoria è la madre terra del Boni; ben tro-
vate le linee, ben sentite le forme.
I pittori dovevano rappresentare i primi soccorsi
prestati a un operaio ferito sul lavoro dentro una mi-
niera o al suo sbocco. Di qui una serie di corpi se-
minudi di tutti i colori, di atteggiamenti forzati, di
contrazioni muscolari d’ogni fatta. L’opera dell’Alciati
è lodevole per la concezione tragica più sentita e più
completa del solito, per la naturalezza delle positure, per
la bella luce tintorettiana ; sebbene al quadro sia da
preferirsi di gran lunga lo splendido disegno. Pure
lodevole è lo Ximenes per la ben trovata composi-
zione, suggeritagli dalla necessità di trarre il ferito
dal fosso profondo per mezzo di una corda.
La Commissione perii concorso si adunerà in questi
giorni.
Oltre le prove dei concorrenti sono esposte le opere
eseguite dai già pensionati, di secondo e di quarto
anno.
Nella Galleria Nazionale d’arte moderna in
Roma ha avuto luogo l’esposizione di parecchi disegni
e bozzetti di Domenico Morelli. Anche se questa espo-
sizione non ha aggiunto molto alla conoscenza del-
l’artista, ha senza dubbio servito a far apprezzare il
valore disegnatorio di lui nella progressiva liberazione
dall’Accademia.
A Fabriano, nell’ antica cappella della Madonna
delle grazie in San Domenico è stato scoperto un af-
fresco rappresentante il Cristo, la Madonna col Bam-
bino, e Santa Maria Maddalena, nell’arte del Ghissi
(sec. xiv).
Nella chiesa parrocchiale di Verolanuova (Bre-
scia) sono stati scoperti due quadri di Giambattista
Tiepolo, l’uno rappresentante il Miracolo della manna,
l’altro il sacrificio di Melchisedech.
Nella reggia di Monaco di Baviera il pittore
Emanuele Wielandt afferma di aver trovato gli ori-
ginali dei dodici Cesari, dipinti n da Tiziano e i da
Giulio Romano tra il 1537 e il 1538, per Federico
Gonzaga. Passati in Inghilterra dopo il 1627, sono
stati finora smarriti, e conosciuti solo per copie, tra-
dizioni letterarie e le incisioni di Aegidius Sadeler,
sebbene il Cavalcasene indicasse con molta titubanza
due quadri di Lord Nortwick a Londra come origi-
nali. Speriamo che il naturale scetticismo di fronte a
una tale scoperta debba svanire.
Verona. Il Museo civico veronese si sta ordinando
con fine criterio dal dottore Gerola, benemerito diret-
tore dell’ Istituto. È già compiuta la prima sala, dove
sono stati radunati i primitivi.
Firenze. I restauri dei dipinti del Ghirlandaio in
Santa Maria Novella sono stati condotti a termine.
Livorno. Ricorrendo il secondo centenario della
chiesa di San Ferdinando dei PP. Teatini, ricchissima
di lavori del conte Giovanni Baratta di Carrara, il
professore Pietro Vigo prepara una monografia su
questo scultore.
Roma. La Galleria Borghese ha riavuto da Venezia
i due busti del Cardinal Scipione Borghese, opera del
Bernini.
Firenze. La Commissione per il concorso di pro-
fessore di storia dell’arte nel R. Istituto di belle arti
sta esaminando i titoli dei numerosi concorrenti.
Roma. Alla fine di febbraio si adunerà la Commis-
sione giudicatrice del concorso per le vetrate dipinte
della basilica Ostiense.
Parigi. All’Hòtel Drouot, il 7 febbraio 1908, nella
sala decima, furono messi in vendita due bellissimi