PAOLO D'ANCONA
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Zanobi Strozzi : L’ultima Cena
Firenze, R. Galleria Antica e Moderna
(Fotografìa Alinari)
gcliche, separate l’una dall’altra da una fettuccia arrotolata ai bordi, su cui leggesi a grandi
caratteri, colle parole bibliche, il soggetto rappresentato.
Le caratteristiche dello stile e specialmente la tecnica del colore hanno fatto togliere
all’Angelico la prima di queste tavolette, quella segnata col n. 233, recante le Nozze di
Cana, il Battesimo e la Trasfigurazione di Cristo. Tutto rivela qui un’ altra educazione di
artista : i tipi delle figure son rustici e volgari, il contorno corre duro e incisivo, quasi
segnato da un orafo, le carni hanno tinte legnose. Nondimeno, se si esamina la composi-
zione nel suo insieme, si rimane colpiti dalla sua tonalità chiara e luminosa. L’aria circola
e avvolge le figure, riflette le roccie brulle e a scaglioni del paesaggio, e rischiara il limpido
e luminoso orizzonte. L’influsso di Domenico Veneziano, il pittore che amò e ricercò
Il dipinto non era in origine quale attualmente si vede. Per la sua gran mole, verso
la fine del secolo XVIII, in occasione di una ripulitura, si pensò di dividerlo in tante tavole
minori. Non si recò, è vero, alcun danno alle pitture, ma l’opera perdè la sua organicità,
la sua ragion d’essere. Le otto tavolette resecate contengono entro riquadri le storie evan-
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Zanobi Strozzi : L’ultima Cena
Firenze, R. Galleria Antica e Moderna
(Fotografìa Alinari)
gcliche, separate l’una dall’altra da una fettuccia arrotolata ai bordi, su cui leggesi a grandi
caratteri, colle parole bibliche, il soggetto rappresentato.
Le caratteristiche dello stile e specialmente la tecnica del colore hanno fatto togliere
all’Angelico la prima di queste tavolette, quella segnata col n. 233, recante le Nozze di
Cana, il Battesimo e la Trasfigurazione di Cristo. Tutto rivela qui un’ altra educazione di
artista : i tipi delle figure son rustici e volgari, il contorno corre duro e incisivo, quasi
segnato da un orafo, le carni hanno tinte legnose. Nondimeno, se si esamina la composi-
zione nel suo insieme, si rimane colpiti dalla sua tonalità chiara e luminosa. L’aria circola
e avvolge le figure, riflette le roccie brulle e a scaglioni del paesaggio, e rischiara il limpido
e luminoso orizzonte. L’influsso di Domenico Veneziano, il pittore che amò e ricercò
Il dipinto non era in origine quale attualmente si vede. Per la sua gran mole, verso
la fine del secolo XVIII, in occasione di una ripulitura, si pensò di dividerlo in tante tavole
minori. Non si recò, è vero, alcun danno alle pitture, ma l’opera perdè la sua organicità,
la sua ragion d’essere. Le otto tavolette resecate contengono entro riquadri le storie evan-