UN IGNOTO COLLABORATORE DEL BEATO ANGELICO
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soprattutto la luce, domina sovrano e indica le nuove vie e le nuove ricerche di questa
corrente della pittura fiorentina circa la metà del secolo XV.1
Se da questa tavoletta rivolgiamo gli occhi sulle altre a torto attribuite all’Angelico, si
avrà tosto l’impressione del grande divario di intendimenti che guidava i due artisti. Questo
Zanobi Strozzi: L’Annunciazione di Malia. Firenze, Museo di San Marco
(Fotografia Brogi)
secondo maestro è infatti di gran lunga più arcaico, si dimostra ancor ligio a tutte le con-
venzioni del passato nel disegno e nel colore, ma sa farsi amare, ad onta delle sue evidenti
1 Così non la pensano i più. Anche Emilio Fondi renze, 1907), nota a pag. 13 come questa tavoletta
nel suo recente studio su Alesso Baldovinetti (Fi- dell’Accademia, che anch’egli giustamente attribuisce
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soprattutto la luce, domina sovrano e indica le nuove vie e le nuove ricerche di questa
corrente della pittura fiorentina circa la metà del secolo XV.1
Se da questa tavoletta rivolgiamo gli occhi sulle altre a torto attribuite all’Angelico, si
avrà tosto l’impressione del grande divario di intendimenti che guidava i due artisti. Questo
Zanobi Strozzi: L’Annunciazione di Malia. Firenze, Museo di San Marco
(Fotografia Brogi)
secondo maestro è infatti di gran lunga più arcaico, si dimostra ancor ligio a tutte le con-
venzioni del passato nel disegno e nel colore, ma sa farsi amare, ad onta delle sue evidenti
1 Così non la pensano i più. Anche Emilio Fondi renze, 1907), nota a pag. 13 come questa tavoletta
nel suo recente studio su Alesso Baldovinetti (Fi- dell’Accademia, che anch’egli giustamente attribuisce