Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

DOI issue:
Fasc. 2
DOI article:
Giordani, Paolo: Baccio Pontelli a Roma
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0147

DWork-Logo
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
BACCIO PONTELLI A ROMA tój

appare il fioretto caratteristico che ad ora, ad ora con un senso rinascente geniale, si muta
in una testina di tritone o in una ricciuta d’angelo, ora appare un animaletto, ora la rosetta
si stilizza e al centro s’impersona di nuovo in una faccia sorridente e grassoccia di putto.

Questo senso squisito di decorazione contrasta nobilmente con le rudi, massiccie, ma
pur caratteristiche forme degli edifici romani ed è già questa prova sufficiente a contrad-
distinguere come personalità artistiche al tutto diverse fossero adoperate nelle diverse
costruzioni.

Se non che la stessa rispondenza dei piani, la stessa disposizione delle volte che è,
come vedremo, dote precipua agli edifici di Roma del secolo XV, apparsa in questa città
molto tempo innanzi, e che riappare nella cattedrale di Torino, ci farebbe piuttosto sospet-
tare che Meo del Caprina l’avesse appresa a Roma che ne prestava tanti esempi. Onde
le somiglianze fra l’edificio di Torino e quelli romani non sono originali, ma importate ; le
differenze costituiscono, a pilori, un elemento che fa risaltare subito la diversità del tratto

Roma, Facciata esterna di Santa Maria del Popolo
(Fotografia Moscioni)

architettonico e persino di scuola. Che Meo del Caprina nella parte decorativa si riattacca
piuttosto a Giuliano da Sangallo, che ci diede nella cappella Gondi a Firenze un esempio
mirabile di delicatezza rinascente.

La decorazione invece nell’edificio di Borgo e a Santa Maria del Popolo ha un carattere
di rudezza e quasi di forza. I capitelli nel palazzo della Rovere o sono aboliti o sono sosti-
tuiti da piedritti sagomati, a Santa Maria del Popolo invece hanno una forma tutta propria,
che in seguito esamineremo, e che sembra essere quasi la copia dei capitelli di alcuni monu-
menti funerari che la scultura romana aveva prodotto.1 E inoltre le sagomature semplici,
fatte a riporto di calcina, o a dentellature sottili di piccoli mattoni, le linee un po’ pesanti,
gravate di più nella facciata di Santa Maria del Popolo dalle alette, mal misurate in propor-
zione all’elevazione del centro, la divisione stessa dei piani, ridotti, visti dal di fuori, come
a tante ramificazioni di una spina, la dissonanza degli ordini nell’edificio di Borgo, sono
tanti caratteri costituenti differenze spiccate con le linee giuste e severe, per quanto ancora
in qualche parte scorrette negli aggetti, della primiziale di Torino. Neghiamo dunque a Meo
del Caprina le due costruzioni romane ; nè si possono esse attribuire al Pontelli, sia perchè,
come dicemmo, al tempo della loro fondazione il Pontelli era in altri paesi, sia anche per

1 Va notata la rassomiglianza specialmente nelle del Popolo e quelli del monumento Riario ai Santi
proporzioni e nel disegno fra i capitelli di Santa Maria Apostoli.
 
Annotationen