LA SCULTURA DALMATA NEL XV SECOLO
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e saldo nel costruire e nel disegnare uomini e cose : le sue candelabre male stanno- sulle
base poligonali, i tentativi di scorcio non riescono al tagliapietra che s’industria a rispec-
chiare ciò che ha veduto all’ingrosso, nel modo migliore che gli era possibile.
In ogni modo il trittico all’ interno, nella parete della facciata della Cattedrale, corri-
sponde per forma alla scena della Pietà del se-
polcro Sobota, benché quello sia alquanto più an-
tico, più duro, con sottosquadri più forti. Si rivedono
pure nella Pietà e le pieghe ovoidali e i segni
taglienti nelle vesti. Come ne’ pilastrini scanalati
del trittico, così nelle cornici, nelle mensole del
sepolcro, si mostrano penetrate in Dalmazia, per
mezzo di Niccolò fiorentino, le forme classiche pa-
dovane determinate da Donatello.
Del tempo circa del monumento Sobota si
vede a Spalato una lunetta sulla porta dell’Ospe-
dale militare, non ricordata da alcuno fin qui.
Rappresenta pure la Pietà : Maria che tiene sulle
ginocchia la salma cadente del Figlio. Basta vedere
come si disegni tondeggiante appuntita l’articola-
zione del braccio sinistro della Vergine, e la grossa
linea del contorno del manto, per trovare alcuni
de’ più evidenti riscontri tra le due Pietà. Il tipo di
Cristo corrisponde a quello del Crocifisso intagliato
in legno del duomo di Traù (fig. 3), così sparuto,
così disseccato, e così debolmente imitato dal Cristo
di Donatello nella chiesa del Santo.
Visto queste opere di Niccolò fiorentino, meglio
si comprende la parte da lui avuta a Traù nella
cappella Orsini, e si distingue da quella dell’Alessi.
Era vescovo allora di Traù Jacopo Torlono, il cui
nome è inscritto con la data MCCCCLXVII sulla
porta del Battistero annesso al Duomo, insieme
con quello di Carlo Capello pretore e di Andrea
Alessi durrachino opifex. Il vescovo è ritratto nella
pietra tombale (fig. 4), oggi assai logora, posta
presso l’entrata della cappella Orsini : è figurato
steso sul fondo d’una cassa, col capo poggiato ad
un largo cuscino, e con le mani conserte sul petto;
alla sua destra è disposto diritto il pastorale. Nella
pietra tombale così semplice, la testa del vecchio
vescovo, con forti tratti, spicca potente; ed è pur
questa l’opera del donatelliano rude e imperito, di
Niccolò fiorentino, che si riconosce facilmente nelle
onde logore del paludamento vescovile. Fig. 4 _ Niccolò di Giovanni fiorentino
Già dicemmo qual parte gli appartenga, nella Pietra tombale
decorazione esterna della cappella Orsini e nelle del vescovo Jacopo Torlono
statue delle nicchie e nei putti soprastanti a queste. Traù, Cattedrale
Aggiungiamo che la decorazione esterna, con le
grandi candelabre fiammanti, formate da vasi col collo strigilato, corrisponde a quella del
monumento Sobota ; e che le cornici alla classica pesanti vi corrispondono pure. Le statue
dell’Angelo e dell’Annunziata che stanno all’impostatura dell’arco appartengono anche a
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e saldo nel costruire e nel disegnare uomini e cose : le sue candelabre male stanno- sulle
base poligonali, i tentativi di scorcio non riescono al tagliapietra che s’industria a rispec-
chiare ciò che ha veduto all’ingrosso, nel modo migliore che gli era possibile.
In ogni modo il trittico all’ interno, nella parete della facciata della Cattedrale, corri-
sponde per forma alla scena della Pietà del se-
polcro Sobota, benché quello sia alquanto più an-
tico, più duro, con sottosquadri più forti. Si rivedono
pure nella Pietà e le pieghe ovoidali e i segni
taglienti nelle vesti. Come ne’ pilastrini scanalati
del trittico, così nelle cornici, nelle mensole del
sepolcro, si mostrano penetrate in Dalmazia, per
mezzo di Niccolò fiorentino, le forme classiche pa-
dovane determinate da Donatello.
Del tempo circa del monumento Sobota si
vede a Spalato una lunetta sulla porta dell’Ospe-
dale militare, non ricordata da alcuno fin qui.
Rappresenta pure la Pietà : Maria che tiene sulle
ginocchia la salma cadente del Figlio. Basta vedere
come si disegni tondeggiante appuntita l’articola-
zione del braccio sinistro della Vergine, e la grossa
linea del contorno del manto, per trovare alcuni
de’ più evidenti riscontri tra le due Pietà. Il tipo di
Cristo corrisponde a quello del Crocifisso intagliato
in legno del duomo di Traù (fig. 3), così sparuto,
così disseccato, e così debolmente imitato dal Cristo
di Donatello nella chiesa del Santo.
Visto queste opere di Niccolò fiorentino, meglio
si comprende la parte da lui avuta a Traù nella
cappella Orsini, e si distingue da quella dell’Alessi.
Era vescovo allora di Traù Jacopo Torlono, il cui
nome è inscritto con la data MCCCCLXVII sulla
porta del Battistero annesso al Duomo, insieme
con quello di Carlo Capello pretore e di Andrea
Alessi durrachino opifex. Il vescovo è ritratto nella
pietra tombale (fig. 4), oggi assai logora, posta
presso l’entrata della cappella Orsini : è figurato
steso sul fondo d’una cassa, col capo poggiato ad
un largo cuscino, e con le mani conserte sul petto;
alla sua destra è disposto diritto il pastorale. Nella
pietra tombale così semplice, la testa del vecchio
vescovo, con forti tratti, spicca potente; ed è pur
questa l’opera del donatelliano rude e imperito, di
Niccolò fiorentino, che si riconosce facilmente nelle
onde logore del paludamento vescovile. Fig. 4 _ Niccolò di Giovanni fiorentino
Già dicemmo qual parte gli appartenga, nella Pietra tombale
decorazione esterna della cappella Orsini e nelle del vescovo Jacopo Torlono
statue delle nicchie e nei putti soprastanti a queste. Traù, Cattedrale
Aggiungiamo che la decorazione esterna, con le
grandi candelabre fiammanti, formate da vasi col collo strigilato, corrisponde a quella del
monumento Sobota ; e che le cornici alla classica pesanti vi corrispondono pure. Le statue
dell’Angelo e dell’Annunziata che stanno all’impostatura dell’arco appartengono anche a