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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc. 2
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0184

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MISCELLANEA

dove, sopra i nimbi delle figure de’ primi piani, s’in-
nalzano ne’ secondi dal collo in su le teste de’ Santi,
uguali in proporzione alle altre davanti, e sopra queste
le cervici de’ Santi più lontani. V’è insomma un ten-
tativo rudimentale di prospettiva, ma non ottenuto da
differenze di proporzioni, e non da profondità, indicato
soltanto dai segmenti delle teste tagliate dai nimbi
anteriori.

Le carni delle figure hanno un colore brunastro,
con luci bianche sulle sopracciglia, lungo la canna dej
naso, sugli zigomi, sui menti rotondi, nel mezzo del
labbro superiore; luci vivide nella sclerotica, che dati
risalto alle iridi nere degli occhi ; luci smorzate, basse,
cadenti a punte o a tondetti alla base delle dita. I
capelli a masse sono segnati da una scura linea in-
torno ai volti, rialzati perciò dalle fronti e dalle
guance, come parrucche; ma il pittore lumeggia sot-
tilmente quelle masse, generalmente bionde, con sot-
tilissimi fili di luce. Le vestimenta della Vergine hanno
larghe orlature, vere lamine d’oro, quali si vedono
nelle mitre gemmate e nelle corone, anche nel collo
della tunica di Santo Stefano. Tutte le vesti, almeno
quelle più intatte e di colore meno oscurato, for-
mano pieghe finemente indicate da linee di luce e di
ombra. Cadono a terra appuntiti i lembi delle vesti;
e si arrotolano sul pavimento le stole. Nel davarrti, i
colori sono in generale rossi, violetti, giallognoli ; nel-
l’indietro, d’un azzurro intenso. Ricchissimo l’effetto
delle stole con rosette e croci; delle vesti damascate
delle Sante ; delle corone, delle mitre, delle tiare
contro i nimbi aurei adorni di tondetti e da fila di
perline.

Nello sportello a sinistra, stanno San Pietro, una
Santa con la lampada accesa, quale tengono le donne
savie del Vangelo, e i Santi Giovanni Battista, Fran-
cesco, Gregorio Magno; nello sportello a destra,
San Paolo, Santo Stefano, distinto dai sassi che gli
piagan la testa, Santa Caterina d’Alessandria, un
santo Vescovo e altri due Santi che imperfettamente
si distinguono, uno con l’aspetto simile al Redentore.
L’espressione di gravità e di estasi è bene espressa
nei Santi, più nobili e belli della Vergine e del Bam-
bino, ne’ quali il pittore ha ripetuto convenzionalmente
un tipo giottesco.

Molto per questi particolari e molto più per i tipi
il trittico fa pensare a Maso di Banco, al pittore ri-
cordato dal Ghiberti come autore degli affreschi della
cappella di San Silvestro in Santa Croce. Scrisse di
lui il Ghiberti : « Maso fu discepolo di Giotto. Poche
cose si trovano di lui non siano molto perfette... Fu
uomo di grandissimo ingegno. Ebbe moltissimi disce-
poli : furono tutti peritissimi maestri». E Cristoforo
Landino nella sua Apologia, ispirandosi a Filippo Vil-
lani, scrisse: «della disciplina di Giotto come dal
cavai tro’anó usciron mirabili pittori. Tra quali molto
è lodata la venustà di Maso ». Il trittico appartiene

con tutta probabilità a quest’artista, le cui opere an-
darono sotto il nome di Giottino, che unisce in sè
diverse personalità artistiche. Questo trittico contri-
buirà, speriamo, a distinguerle meglio che non siasi
fatto sin qui.

Adolfo Venturi.

Un quadro di Giovanni di Francia. — Lo Schulz
ne’ suoi Denkmàter der Unlcr-Italieii (III, pag. 174
e seg.) cita un quadro di Giovanni di Francia esi-

Giovanni di Francia: Madonna
Roma, presso il signor Pio Fabri

stente nella cattedrale di Trani con la data del 1432.
E probabile che iLpittore"stesso, poverissimo di forme,
abbia dipinto una Madonna col Bambino, frammento
di un trittico o di un polittico, vendutosi qualche
 
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