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CORRIERI
affreschi nella chiesa superiore di San Francesco in
Assisi. Così è dato di conchiudere che anche nel campo
della pittura vi furono degli artisti comaschi che si
recarono a lavorare nel territorio di Roma, oltre che
in quello della Toscana.
Milano, 3 febbraio 1908.
Dott. Giui.io Carotti.
Notizie della Sicilia.
Girgenti. — Tra i restauri iniziati in questi ul-
timi mesi dall’ufficio regionale di Sicilia, sono parti-
Girgenti, Santa Maria dei Greci
Porta del fronte Ovest
colarmente notevoli quelli, che con ogni cura si ese-
guono, nella chiesa di Santa Maria dei Greci a Girgenti.
La chiesa, costruita alla fine del xv secolo, sorge
verso la parte alta della moderna città, sugli avanzi
di un antico tempio, forse dedicato o Giove Polieo. 1
I muri delle due navi secondarie poggiano sulla gra-
dinata classica, e comprendono nei loro nuclei i resti
dei primi rulli delle colonne del peristilio. La porta
d’ingresso, nel fronte ovest, conserva ancora quasi
integra la severa eleganza delle sagome quattrocen-
tesche, intersecate da un rilievo a fogliami, che si rac-
1 Sekradifalco, Antichità della Sicilia, Voi. Ili, pagina 86, ta-
vola XLIII e XLIV. La p anta della chiesa, disegnata sui rilievi
•dell’architetto Francesco Valenti, trovasi riprodotta a pag. 195 della
guida di E. Mauceri e S. Agati: IL « Cicerone » per la Sicilia, Pa-
lermo, Reber, 1907
corda colle figure delle mensole laterali, e interrotte
sulla chiave dell’arco interno da uno stemma a man-
dorla, cui sovrasta un cherubino con ali distese e sim-
metriche.
Le opere in corso riguardano non solo il conso-
lidamento del presbiterio, che trovavasi in pessime
condizioni di stabilità, ma anche la sistemazione del-
l’antico soffitto ad incavallature con le falde decorate
da cassettoni, dipinti a figure e fregi. Inoltre, abbat-
tuti i muri e rimosse le superfetazioni del secolo xvn,
si è anche provveduto al ripristino della forma ge-
nuina della chiesa, colle sue tre absidi, due delle quali
tagliate e l’altra distrutta in tempi non lontani.
I restauri del presbiterio hanno infine condotto al-
l’importantissima scoperta di un grande affresco del
xv secolo in un rincasso del muro sud, liberato dalle
parti moderne. Esso è a forma di T, ed appare ori-
ginariamente diviso in sette scomparti : di questi però
ne esistono soltanto cinque, mancando i due di sini-
stra, dei quali pur troppo non rimane traccia alcuna
sotto l’intonaco, che sembrava dovesse nasconderli.
Nel rettangolo centrale è ancor visibile la figura quasi
al vero della Vergine, assai danneggiata nel volto,
che sostiene sulle ginocchia il Bambino Gesù in atto
di ricercare il seno materno. Due angeli sollevano
sul suo capo una corona, ed altri, dai visi infantili e
dai capelli lunghi e lisci, le si stringono attorno nu-
merosi, fissando il gruppo divino con infinita tene-
rezza.
Gli scomparti superiori racchiudono, come sembra,
due episodi della vita della Vergine : la Presentazione
al tempio e la Nascita ?, che, guasta ed offuscata,
non può con sicurezza identificarsi ; in entrambi si
profilano sul cielo limpido collinette azzurre, alberi
dalle folte chiome e piccoli cipressi rigidi e bruni.
Fanno parte infine degli avanzi recuperati due figure
virili: la prima dalla lunga e candida barba, col capo
ricoperta da un berretto, l’altra in costume di gentil-
uomo, e un fregio a fogliami, che si svolge lungo
l’incassatura, dando luogo a destra ad un tondo colla
testa di un giovine, dal sorriso ambiguo, mirabile di
espressione.
La linea complessiva, i caratteri delle figure e la
tonalità del prezioso affresco dimostrano, a un primo
esame, intime analogie con le pitture murali di Risa-
laimi, con quelle, quasi del tutto svanite, dell'oratorio
del Carmine a Palermo, in cui, malgrado l’opinione
contraria del Di Marzo ’, è così palese lo stile di
Tomaso De Vigilia, e col Sant'Angelo Carmelitano
pure dello stesso artista, ambientato in un paesaggio
verde e luminoso, non dissimile da quelli dipinti sulla
parete della chiesa di Girgenti.
Metto avanti per ora una semplice ipotesi, sulla
1 G. Dt Marzo, La Pittura in Palermo nel Rinascimento, Pa-
lermo, Reber, 1899, pag. 68.
CORRIERI
affreschi nella chiesa superiore di San Francesco in
Assisi. Così è dato di conchiudere che anche nel campo
della pittura vi furono degli artisti comaschi che si
recarono a lavorare nel territorio di Roma, oltre che
in quello della Toscana.
Milano, 3 febbraio 1908.
Dott. Giui.io Carotti.
Notizie della Sicilia.
Girgenti. — Tra i restauri iniziati in questi ul-
timi mesi dall’ufficio regionale di Sicilia, sono parti-
Girgenti, Santa Maria dei Greci
Porta del fronte Ovest
colarmente notevoli quelli, che con ogni cura si ese-
guono, nella chiesa di Santa Maria dei Greci a Girgenti.
La chiesa, costruita alla fine del xv secolo, sorge
verso la parte alta della moderna città, sugli avanzi
di un antico tempio, forse dedicato o Giove Polieo. 1
I muri delle due navi secondarie poggiano sulla gra-
dinata classica, e comprendono nei loro nuclei i resti
dei primi rulli delle colonne del peristilio. La porta
d’ingresso, nel fronte ovest, conserva ancora quasi
integra la severa eleganza delle sagome quattrocen-
tesche, intersecate da un rilievo a fogliami, che si rac-
1 Sekradifalco, Antichità della Sicilia, Voi. Ili, pagina 86, ta-
vola XLIII e XLIV. La p anta della chiesa, disegnata sui rilievi
•dell’architetto Francesco Valenti, trovasi riprodotta a pag. 195 della
guida di E. Mauceri e S. Agati: IL « Cicerone » per la Sicilia, Pa-
lermo, Reber, 1907
corda colle figure delle mensole laterali, e interrotte
sulla chiave dell’arco interno da uno stemma a man-
dorla, cui sovrasta un cherubino con ali distese e sim-
metriche.
Le opere in corso riguardano non solo il conso-
lidamento del presbiterio, che trovavasi in pessime
condizioni di stabilità, ma anche la sistemazione del-
l’antico soffitto ad incavallature con le falde decorate
da cassettoni, dipinti a figure e fregi. Inoltre, abbat-
tuti i muri e rimosse le superfetazioni del secolo xvn,
si è anche provveduto al ripristino della forma ge-
nuina della chiesa, colle sue tre absidi, due delle quali
tagliate e l’altra distrutta in tempi non lontani.
I restauri del presbiterio hanno infine condotto al-
l’importantissima scoperta di un grande affresco del
xv secolo in un rincasso del muro sud, liberato dalle
parti moderne. Esso è a forma di T, ed appare ori-
ginariamente diviso in sette scomparti : di questi però
ne esistono soltanto cinque, mancando i due di sini-
stra, dei quali pur troppo non rimane traccia alcuna
sotto l’intonaco, che sembrava dovesse nasconderli.
Nel rettangolo centrale è ancor visibile la figura quasi
al vero della Vergine, assai danneggiata nel volto,
che sostiene sulle ginocchia il Bambino Gesù in atto
di ricercare il seno materno. Due angeli sollevano
sul suo capo una corona, ed altri, dai visi infantili e
dai capelli lunghi e lisci, le si stringono attorno nu-
merosi, fissando il gruppo divino con infinita tene-
rezza.
Gli scomparti superiori racchiudono, come sembra,
due episodi della vita della Vergine : la Presentazione
al tempio e la Nascita ?, che, guasta ed offuscata,
non può con sicurezza identificarsi ; in entrambi si
profilano sul cielo limpido collinette azzurre, alberi
dalle folte chiome e piccoli cipressi rigidi e bruni.
Fanno parte infine degli avanzi recuperati due figure
virili: la prima dalla lunga e candida barba, col capo
ricoperta da un berretto, l’altra in costume di gentil-
uomo, e un fregio a fogliami, che si svolge lungo
l’incassatura, dando luogo a destra ad un tondo colla
testa di un giovine, dal sorriso ambiguo, mirabile di
espressione.
La linea complessiva, i caratteri delle figure e la
tonalità del prezioso affresco dimostrano, a un primo
esame, intime analogie con le pitture murali di Risa-
laimi, con quelle, quasi del tutto svanite, dell'oratorio
del Carmine a Palermo, in cui, malgrado l’opinione
contraria del Di Marzo ’, è così palese lo stile di
Tomaso De Vigilia, e col Sant'Angelo Carmelitano
pure dello stesso artista, ambientato in un paesaggio
verde e luminoso, non dissimile da quelli dipinti sulla
parete della chiesa di Girgenti.
Metto avanti per ora una semplice ipotesi, sulla
1 G. Dt Marzo, La Pittura in Palermo nel Rinascimento, Pa-
lermo, Reber, 1899, pag. 68.