BIBLIOGRAFIA
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interessante. Nel messinese restano tracce larghissime e non
ancora studiate degli influssi esercitati da Cesare da Sesto,
e forse vi resta ancora qualche sua opera originale.
92. Mayer (August L.), lusepe de Ribera [Kunst-
geschiclitlìche Monographìen, X]. — Leipzig, Hierse-
mann, 1908.
Ottima indubbiamente è questa monografia su lo Spagno-
letto. Notiamo tuttavia qualche lacuna per quanto concerne
l’Italia ; per esempio, non sono rammentati il San Girolamo,
di autenticità non contestabile, che appartiene alla collezione
Castellaci in Ragusa Inferiore, e la Pietà che il maestro di-
pinse a Napoli nel 1649-50 per incarico del principe Ruffo
di Scaletta e che si ammira tuttora nell’oratorio annesso alla
chiesa di Gesù e Maria in Messina.
93. Sacca (Virgilio), Michelangelo da Caravaggio
pittore. (Archivio storico messinese, a. VII, pag. 40-69,
a. Vili, pag. 41-79; Messina, 1906-07).
Ritesse, con intendimenti apologetici, là biografia del Ca-
ravaggio, recando intorno ad essa qualche nuovo e utile con-
tributo, limitatamente per altro al soggiorno del maestro
in Sicilia. Astrazione fatta da tale soggiorno il S. appare
tutt’altro che bene informato dell’argomento. Nè poi mostra
di esser penetrato nello spirito dell’arte del Caravaggio, che
egli vuole a ogni costo difendere da ogni taccia di volga-
rità. Preziosa tuttavia l’osservazione che era nel Caravaggio
un po’ dell’anima di Giordano Bruno.
94. Schmidt (James von), Pasquale da Caravaggio.
(Kunstwissenschaftliche Beitràge August Schmarsow
gewidmet, pag. 115-128; Leipzig, Hiersemann, 1907).
L’A. si è forse lasciato trasportare troppo dall’amore delle
sue deduzioni. Si potevano semplicemente accettare, espresse
nello stesso modo che egli fece nel suo studio precedente
— Die aitar Guillaume des Penders — in forma cioè d’ipo-
tesi; ma l’assoluta sicurezza con cui egli ritrova Pasquale da
Caravaggio, artista poco conosciuto e per prove documentarie
e per opere, in monumenti come quelli Riario ai SS. Apo-
stoli, Savelli a Santa Maria in Aracoeli, Albret nella stessa
chiesa e in altri numerosi, appare veramente eccessiva, tanto
più che le opere suddette in gran parte si riattaccano alla
pura scuola romana, o per forme caratteristiche o almeno
per influssi chiaramente riscontrabili.
95. Schubring (Paul), Matteo de’ Pasti. (Kunst-
wissenschaftliche beitràge August Schmarsow gewidmet,
pag. 103-114; Leipzig, Hiersemann, 1907).
L’A. studia l’attività artistica di Matteo de’ Pasti come
scultore e pittore. E ritrova Matteo scultore in un rilievo de^
San Francesco di Rimini rappresentante antiche divinità e
in un altro del castello sforzesco che ha per soggetto San
Ludovico. L’A. corrobora le sue asserzioni con confronti di
motivi, tolti da medaglie autentiche dell’artista, ma non riesce,
sebbene sia molta finezza nella sua analisi, a persuadere, tanto
più che le opere date a Matteo ricordano, e abbastanza da
presso, Agostino di Duccio. A Matteo, pittore, l’A. ascrive
insieme al Lippmann il codice di Dresda : — Valturius, liber
de re militari — e un’ ancona nella Galleria di Karlsruhe
(n. 404), rappresentante la Adorazioite del Bambino.
96. Semrau (Max), Donatello itnd der sogenannte
Forzori- Aitar. (.Kunstwissenschaftliche Beitràge August
Schmarsow gewidmet, pag. 95-102; Leipzig, Hierse-
mann, 1907).
Studio accurato, preciso, alle volte minuzioso della tecnica
di Donatello. L’A. illustra un rilievo del South-Kensington-
Museum, già dato dal Bode e dal Meyer come uno schizzo
dell’altare per la città di Firenze dedicato dalla famiglia For-
zori, e lo mette a riscontro con il pulpito di San Lorenzo
e i rilievi di Padova: rileva come l’arte di Donatello, verso
la fine della sua vita, si affinasse maggiormente ed acqui-
stasse compostezza, aggiustando, specie nei rilievi, le figure,
con un criterio tutto nuovo, al piano, tanto quasi da pre-
correre le leggi più ardite della prospettiva.
97. Telluccini (A.), Contributo alla biografia di
Filippo Iuvara. (Archivio storico messinese, a. Vili,
pag. 1-36; Messina, 1907).
Pubblica importanti documenti inediti, i principali dei
quali si riferiscono alla nomina dello Iuvara ad accademico
di San Luca e ai rapporti del medesimo con re Vittorio
Amedeo II.
Altri documenti si riferiscono a Francesco Iuvara, argen-
tiere, fratello di Filippo.
98. Tourneux (Maurice), Un pastelliste anglais
du XVIlle siècle : John Russell. (Revue de V art ancien
et moderne, t. XXIII, pag. 25-30 e 81-86; Paris, 1908).
La fama del Russel (1745-1805) non andò oltre i confini
dell’ Inghilterra malgrado la monografia dedicata dal Wil-
liamson al pittore. Il T. cerca di dimostrare che questi non
fu inferiore ai suoi contemporanei più illustri : Reynolds,
Gainsborough, Romney.
99. Venuti (Teresa), Un archeologo del Sette-
cento: Ridolfino Venuti. — Roma, per cura d.Il’As-
sociazione archeologica romana, 1907.
Con grandissima diligenza l’A. segue, valendosi de’ ri-
cordi di famiglia e di documenti conservati in buona parte
nella originaria Cortona, gli studi archeologici dell’avo suo
e ne annovera con figliale compiacenza gli onori. Enumera
poi con minuta conoscenza le opere che egli ha lasciato,
opere alle quali il rapido progresso degli studi ha tolto ora
in gran parte quel valore che pur ebbero al loro tempo.
100. Warburg (Aby), Francesco Sassettis letztwillige
Verfùgung. (Kunstwissenschaftliche Beitràge August
Schmarsow gewidmet, pag. 129-152; Leipzig, Hierse-
mann, 1907).
Prendendo le mosse dalle notizie che Francesco di Gio-
vambattista Sassetti scrisse nel 1600 sulla sua famiglia, l’A.
studia, un po’ fugacemente, le opere d’arte fatte erigere in
Firenze da Francesco di Tommaso di Federigo Sassetti,
l’amico di Cosimo, di Piero e di Lorenzo de’ Medici, e
specialmente si ferma sulla cappella in Santa Trinità dipinta
dal Ghirlandaio. La parte più importante dello studio è la
produzione di un documento, scoperto dall’A. nell’Archivio
di Stato di Firenze, in cui si raccolgono le ultime volontà
testamentarie del nobile uomo. Dalla « fortuna » che spesso
nel testamento si nomina e che Francesco Sassetti aveva
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interessante. Nel messinese restano tracce larghissime e non
ancora studiate degli influssi esercitati da Cesare da Sesto,
e forse vi resta ancora qualche sua opera originale.
92. Mayer (August L.), lusepe de Ribera [Kunst-
geschiclitlìche Monographìen, X]. — Leipzig, Hierse-
mann, 1908.
Ottima indubbiamente è questa monografia su lo Spagno-
letto. Notiamo tuttavia qualche lacuna per quanto concerne
l’Italia ; per esempio, non sono rammentati il San Girolamo,
di autenticità non contestabile, che appartiene alla collezione
Castellaci in Ragusa Inferiore, e la Pietà che il maestro di-
pinse a Napoli nel 1649-50 per incarico del principe Ruffo
di Scaletta e che si ammira tuttora nell’oratorio annesso alla
chiesa di Gesù e Maria in Messina.
93. Sacca (Virgilio), Michelangelo da Caravaggio
pittore. (Archivio storico messinese, a. VII, pag. 40-69,
a. Vili, pag. 41-79; Messina, 1906-07).
Ritesse, con intendimenti apologetici, là biografia del Ca-
ravaggio, recando intorno ad essa qualche nuovo e utile con-
tributo, limitatamente per altro al soggiorno del maestro
in Sicilia. Astrazione fatta da tale soggiorno il S. appare
tutt’altro che bene informato dell’argomento. Nè poi mostra
di esser penetrato nello spirito dell’arte del Caravaggio, che
egli vuole a ogni costo difendere da ogni taccia di volga-
rità. Preziosa tuttavia l’osservazione che era nel Caravaggio
un po’ dell’anima di Giordano Bruno.
94. Schmidt (James von), Pasquale da Caravaggio.
(Kunstwissenschaftliche Beitràge August Schmarsow
gewidmet, pag. 115-128; Leipzig, Hiersemann, 1907).
L’A. si è forse lasciato trasportare troppo dall’amore delle
sue deduzioni. Si potevano semplicemente accettare, espresse
nello stesso modo che egli fece nel suo studio precedente
— Die aitar Guillaume des Penders — in forma cioè d’ipo-
tesi; ma l’assoluta sicurezza con cui egli ritrova Pasquale da
Caravaggio, artista poco conosciuto e per prove documentarie
e per opere, in monumenti come quelli Riario ai SS. Apo-
stoli, Savelli a Santa Maria in Aracoeli, Albret nella stessa
chiesa e in altri numerosi, appare veramente eccessiva, tanto
più che le opere suddette in gran parte si riattaccano alla
pura scuola romana, o per forme caratteristiche o almeno
per influssi chiaramente riscontrabili.
95. Schubring (Paul), Matteo de’ Pasti. (Kunst-
wissenschaftliche beitràge August Schmarsow gewidmet,
pag. 103-114; Leipzig, Hiersemann, 1907).
L’A. studia l’attività artistica di Matteo de’ Pasti come
scultore e pittore. E ritrova Matteo scultore in un rilievo de^
San Francesco di Rimini rappresentante antiche divinità e
in un altro del castello sforzesco che ha per soggetto San
Ludovico. L’A. corrobora le sue asserzioni con confronti di
motivi, tolti da medaglie autentiche dell’artista, ma non riesce,
sebbene sia molta finezza nella sua analisi, a persuadere, tanto
più che le opere date a Matteo ricordano, e abbastanza da
presso, Agostino di Duccio. A Matteo, pittore, l’A. ascrive
insieme al Lippmann il codice di Dresda : — Valturius, liber
de re militari — e un’ ancona nella Galleria di Karlsruhe
(n. 404), rappresentante la Adorazioite del Bambino.
96. Semrau (Max), Donatello itnd der sogenannte
Forzori- Aitar. (.Kunstwissenschaftliche Beitràge August
Schmarsow gewidmet, pag. 95-102; Leipzig, Hierse-
mann, 1907).
Studio accurato, preciso, alle volte minuzioso della tecnica
di Donatello. L’A. illustra un rilievo del South-Kensington-
Museum, già dato dal Bode e dal Meyer come uno schizzo
dell’altare per la città di Firenze dedicato dalla famiglia For-
zori, e lo mette a riscontro con il pulpito di San Lorenzo
e i rilievi di Padova: rileva come l’arte di Donatello, verso
la fine della sua vita, si affinasse maggiormente ed acqui-
stasse compostezza, aggiustando, specie nei rilievi, le figure,
con un criterio tutto nuovo, al piano, tanto quasi da pre-
correre le leggi più ardite della prospettiva.
97. Telluccini (A.), Contributo alla biografia di
Filippo Iuvara. (Archivio storico messinese, a. Vili,
pag. 1-36; Messina, 1907).
Pubblica importanti documenti inediti, i principali dei
quali si riferiscono alla nomina dello Iuvara ad accademico
di San Luca e ai rapporti del medesimo con re Vittorio
Amedeo II.
Altri documenti si riferiscono a Francesco Iuvara, argen-
tiere, fratello di Filippo.
98. Tourneux (Maurice), Un pastelliste anglais
du XVIlle siècle : John Russell. (Revue de V art ancien
et moderne, t. XXIII, pag. 25-30 e 81-86; Paris, 1908).
La fama del Russel (1745-1805) non andò oltre i confini
dell’ Inghilterra malgrado la monografia dedicata dal Wil-
liamson al pittore. Il T. cerca di dimostrare che questi non
fu inferiore ai suoi contemporanei più illustri : Reynolds,
Gainsborough, Romney.
99. Venuti (Teresa), Un archeologo del Sette-
cento: Ridolfino Venuti. — Roma, per cura d.Il’As-
sociazione archeologica romana, 1907.
Con grandissima diligenza l’A. segue, valendosi de’ ri-
cordi di famiglia e di documenti conservati in buona parte
nella originaria Cortona, gli studi archeologici dell’avo suo
e ne annovera con figliale compiacenza gli onori. Enumera
poi con minuta conoscenza le opere che egli ha lasciato,
opere alle quali il rapido progresso degli studi ha tolto ora
in gran parte quel valore che pur ebbero al loro tempo.
100. Warburg (Aby), Francesco Sassettis letztwillige
Verfùgung. (Kunstwissenschaftliche Beitràge August
Schmarsow gewidmet, pag. 129-152; Leipzig, Hierse-
mann, 1907).
Prendendo le mosse dalle notizie che Francesco di Gio-
vambattista Sassetti scrisse nel 1600 sulla sua famiglia, l’A.
studia, un po’ fugacemente, le opere d’arte fatte erigere in
Firenze da Francesco di Tommaso di Federigo Sassetti,
l’amico di Cosimo, di Piero e di Lorenzo de’ Medici, e
specialmente si ferma sulla cappella in Santa Trinità dipinta
dal Ghirlandaio. La parte più importante dello studio è la
produzione di un documento, scoperto dall’A. nell’Archivio
di Stato di Firenze, in cui si raccolgono le ultime volontà
testamentarie del nobile uomo. Dalla « fortuna » che spesso
nel testamento si nomina e che Francesco Sassetti aveva