DIVERSE OPERE D'ARTE
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Il vero Raffaello, quale si manifesta nell’espressione sciolta ed animata che lo distingue
fin dal principio da’ suoi maestri, noi lo scorgiamo nei disegni seguenti. In primo luogo
nello studio definitivo pel gruppo centrale della Presentazione al tempio, dipinta nella pre-
della che stava unita in origine alla pala della Incoronazione della Vergine, ora staccate
l’una dall’altra nella stessa Pinacoteca Vaticana. E l’opera che l’autore, non per anco ven-
tenne, ebbe ad eseguire a Perugia, fra il 1502 e il 1503, per ordine di Maddalena degli
Oddi, che ne volle decorare l’altare di famiglia nella chiesa di San Francesco. Distolta da
tempo dal suo luogo d’origine, è da sperare almeno che in occasione del riordinamento
della Galleria siano riunite le due parti che formavano già un sol tutto. Vi si verificherà
allora, crediamo, il fatto che l’autore si dimostra più forte e più progredito nell’arte lad-
dove eseguisce in piccolo formato, meglio adeguato alle sue facoltà giovanili, che non nel-
l’esecuzione in grande, dove le forme umane e i movimenti riescono alquanto più impacciati
e difettosi. La predella indicata infatti vuoisi stimare una delle più rare perle della raccolta
papale per la purezza e l’aurea ingenuità con cui vi sono effigiati i tre episodii c\e\l’An-
nunciazione, della Presentazione e dell’Adorazione de' Magi. Fortunatamente esistono tuttora
i relativi studi, da poi che quello della prima storia fa parte della raccolta di disegni del
Louvre, mentre quello della terza consiste in un nitido disegno a penna conservato nel
regio Museo di Stoccolma. Non rimane escluso poi che altri studii relativi al dipinto esi-
stano, concernenti l’una o l’altra parte del medesimo, riprodotti in seguito più o meno
esattamente nell’ opera eseguita. Agli Uffizi si conserva, fra altro, lo schizzo di una soave
testa di profilo (fig. 8), nella quale saremmo tentati ravvisare una ispirazione dal vero
Fig. 9 — Raffaello : La Presentazione al tempio. Pinacoteca Vaticana
(Fotografia Anderson)
egli invece nelle indicate pagine ne ragiona, accen-
nando per l’appunto alla calligrafia, come argomento
in favore del Pinturicchio, confrontandola con quella
della iscrizione esplicativa, aggiunta al celebrato di-
segno della Cavalcata, ossia Enea Silvio che accom-
pagna Monsignore D. Capranica al Concilio di Basilea,
disegno dallo stesso Direttore Nerino Ferri riconosciuto
per opera del Pinturicchio. (Vedasi in proposito il suo
accurato Catalogo dei disegni degli Uffizi, pag. 199).
Lo scrivente poi, per conto suo, non può fare a
meno di avvertire ch’egli persiste nella impressione
già provata ad Oxford davanti al secondo disegno
dell’accennata serie (corrispondente al n. 9 nel fasci-
colo di che ci occupiamo) — trattarsi qui di un la-
voro di più che dubbia originalità, considerata l’in-
certezza con cui vi è condotto il tratto della punta
d’argento e massime lo stento con cui è delineata la
figura della Vergine, — la quale mostra fra altro una
mano affatto deforme e male intesa, per quanto leg-
germente tracciata. In altre parole non saprebbe ap-
plicarvi altra qualifica più appropriata di quella di
forgery, — secondo il termine inglese.
L'Arte. XI, 22,
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Il vero Raffaello, quale si manifesta nell’espressione sciolta ed animata che lo distingue
fin dal principio da’ suoi maestri, noi lo scorgiamo nei disegni seguenti. In primo luogo
nello studio definitivo pel gruppo centrale della Presentazione al tempio, dipinta nella pre-
della che stava unita in origine alla pala della Incoronazione della Vergine, ora staccate
l’una dall’altra nella stessa Pinacoteca Vaticana. E l’opera che l’autore, non per anco ven-
tenne, ebbe ad eseguire a Perugia, fra il 1502 e il 1503, per ordine di Maddalena degli
Oddi, che ne volle decorare l’altare di famiglia nella chiesa di San Francesco. Distolta da
tempo dal suo luogo d’origine, è da sperare almeno che in occasione del riordinamento
della Galleria siano riunite le due parti che formavano già un sol tutto. Vi si verificherà
allora, crediamo, il fatto che l’autore si dimostra più forte e più progredito nell’arte lad-
dove eseguisce in piccolo formato, meglio adeguato alle sue facoltà giovanili, che non nel-
l’esecuzione in grande, dove le forme umane e i movimenti riescono alquanto più impacciati
e difettosi. La predella indicata infatti vuoisi stimare una delle più rare perle della raccolta
papale per la purezza e l’aurea ingenuità con cui vi sono effigiati i tre episodii c\e\l’An-
nunciazione, della Presentazione e dell’Adorazione de' Magi. Fortunatamente esistono tuttora
i relativi studi, da poi che quello della prima storia fa parte della raccolta di disegni del
Louvre, mentre quello della terza consiste in un nitido disegno a penna conservato nel
regio Museo di Stoccolma. Non rimane escluso poi che altri studii relativi al dipinto esi-
stano, concernenti l’una o l’altra parte del medesimo, riprodotti in seguito più o meno
esattamente nell’ opera eseguita. Agli Uffizi si conserva, fra altro, lo schizzo di una soave
testa di profilo (fig. 8), nella quale saremmo tentati ravvisare una ispirazione dal vero
Fig. 9 — Raffaello : La Presentazione al tempio. Pinacoteca Vaticana
(Fotografia Anderson)
egli invece nelle indicate pagine ne ragiona, accen-
nando per l’appunto alla calligrafia, come argomento
in favore del Pinturicchio, confrontandola con quella
della iscrizione esplicativa, aggiunta al celebrato di-
segno della Cavalcata, ossia Enea Silvio che accom-
pagna Monsignore D. Capranica al Concilio di Basilea,
disegno dallo stesso Direttore Nerino Ferri riconosciuto
per opera del Pinturicchio. (Vedasi in proposito il suo
accurato Catalogo dei disegni degli Uffizi, pag. 199).
Lo scrivente poi, per conto suo, non può fare a
meno di avvertire ch’egli persiste nella impressione
già provata ad Oxford davanti al secondo disegno
dell’accennata serie (corrispondente al n. 9 nel fasci-
colo di che ci occupiamo) — trattarsi qui di un la-
voro di più che dubbia originalità, considerata l’in-
certezza con cui vi è condotto il tratto della punta
d’argento e massime lo stento con cui è delineata la
figura della Vergine, — la quale mostra fra altro una
mano affatto deforme e male intesa, per quanto leg-
germente tracciata. In altre parole non saprebbe ap-
plicarvi altra qualifica più appropriata di quella di
forgery, — secondo il termine inglese.
L'Arte. XI, 22,