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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc.3
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Sirén, Osvald: Gli affreschi nel paradiso degli Alberti: Lorenzo di Niccolò e Mariotto di Nardo
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0230

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OSVALD SIREN

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maggior parte delle chiese toscane del secolo decimoquarto. Se si sia trovata tale costru-
zione troppo semplice, o se ragioni pratiche abbiano reso necessaria una ricostruzione del
tetto, è difficile a sapersi ; una consimile fu tuttavia intrapresa durante il tempo della classica
costruzione a volta, nel secolo xvi. Le lunette (tre o quattro, secondo le diverse parti)
poggiano ora su capitelli a mensola di schietto tipo Rinascimento tardo, che sono stati
murati alle pareti molto più in basso (distano dal soffitto circa "/3 dell’intera altezza del
locale). Quando il tetto fu ricostruito, dovè anche tutta quanta la cappella essere ricoperta
da un intonaco bianco ; essa conserva una decisa impronta di avanzato Rinascimento, con
l’uniformità e la freddezza, che quel tempo amava. L’unica pittura che un tempo ornava la
cappella, era l’affresco della Pietà sopra la porta, che occupava la metà della parete poste-

riore. Solo tracce insignificanti si conservano ormai di tale fresco; esse però attestano che
si tratta di un mediocre maestro ritardatario, il quale ha fatto qui del suo meglio. La rico-
struzione stilisticamente armoniosa della cappella fu perturbata dalle due grandi, sgraziate
finestre della parete posteriore ; probabilmente esse corrispondono ad un’età più tarda,
quando la cappella da chiesa s’era trasformata in cantina. Ad un periodo più avanzato
appartiene pure la ricostruzione che si è intrapresa da una parte della parete dal lato del-
l’ingresso, per poter collocare là dietro una scala d’accesso al secondo piano.

In tempo più recente si è poi cominciato a riporre in luce ciò che l’Alto Rinascimento
non volle vedere. Gli antichi affreschi sono stati liberati dall’intonaco, come appare; ma ciò
non s’è fatto con le debite cautele; due comparti sono stati completamente distrutti, e parecchi
altri in parte guastati. Il valore artistico, del resto, non è stato mai tale da potere ispirare
rispetto; esso sta al più basso grado della morente arte trecentesca fiorentina. I motivi sono
tratti dalla passione del Redentore.

Lorenzo di Niccolò: Il trasporto della Croce. Convento di Santa Birgitta. Bandino (Firenze)
 
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