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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc.3
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Sirén, Osvald: Gli affreschi nel paradiso degli Alberti: Lorenzo di Niccolò e Mariotto di Nardo
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0234

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OSVALD SI-REN

completa mancanza del movimento e della dimensione di profondità. L’artista s’ è appagato
di porre le sue figure le une accanto o dietro alle altre, e sempre le avvolge in ampi
mantelli, che tolgono loro completamente il risalto de’ corpi. Per il resto esse sono ricavate
tutte dallo stesso modello, tutte hanno le stesse forme goffe, inorganiche, simili grossi piedi
e grosse mani, che pure servono a stento a reggere o ad afferrare. Anche i tipi, con fronti

Lorenzo di Niccolò: La Pentecoste. Convento di Santa Birgitta

basse, nasi lunghi e pendenti, menti prominenti, non mostrano alcuna vera e propria variante
fuorché questa, che in parte son raffigurati con barba, in parte senza.

Non dovrebb’esser difficile identificare un pittore che ha mezzi d’espressione così stereo-
tipati ; noi possiamo ben supporre ch’egli non avesse anche ne’ suoi rimanenti lavori una
maggior ricchezza di gradazioni o una maggior varietà. I suoi uomini lignei e ottusi non
hanno alcuna sensibile capacità di sviluppo ; il loro autore li ha certo foggiati sempre
ugualmente.

La maggior parte dei critici che hanno visto gli affreschi, avrebbero potuto anche senza
esitazione pronunciare un nome d’artista : Lorenzo di Niccolò, andando con ciò d’accordo il
concetto del valore artistico di Lorenzo di Niccolò, quale vien posto in luce dal raffronto
da noi fatto delle sue opere. 1 Già allora rilevammo un notevole divario fra i primi e i più
tardi lavori che noi attribuiamo a questo maestro ; noi ammettemmo una progressiva deca-
denza, un crescente affievolirsi, verso la vecchiaia, del linguaggio dell’artista, e indicammo
in quali lavori tale decadenza si faccia più chiaramente notare.

V. L’Arte, 1904, fase. 1X-X.
 
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