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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc.3
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Sirén, Osvald: Gli affreschi nel paradiso degli Alberti: Lorenzo di Niccolò e Mariotto di Nardo
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0237

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GLI AFFRESCHI NEL PARADISO DEGLI ALBERTI

i 89

bottega di Niccolò di Pietro Gerini. Ma-
riotto fu iscritto nella compagnia di San Luca
nel 1408, Lorenzo nel 1410, dopoché en-
trambi già eran stati incorporati ai « Medici
e Speziali».1 Non abbiamo quindi neppur
bisogno di ammettere una vera e propria
differenza d’età.

Dapprima le loro vie corsero abba-
stanza parallele, ma col tempo comincia-
rono a divergere, e non ultimo motivo fu
questo, che Lorenzo di Niccolò era un tec-
nico più accurato e corretto ; egli impiegava
molto lavoro nell’abbellimento ornamentale,
e nella ricerca dello effetto coloristico, mentre
Mariotto di Nardo pare esser diventato via
via più affrettato e grossolano. Anche po-
tremmo giustamente ammettere che i due
compagni di bottega con gli anni abbiano
subito influssi diversi. Lorenzo di Nicolò
mostra sul principio del secolo XV di essersi
accostato alla più vigorosa personalità ar-
tistica di Spinello Aretino.

Noi sappiamo da documenti che egli
nel 1400 insieme con Spinello e suo padre
Nicolò di Pietro dipinse per Santa Felicita
la pesante Incoronazione che ora si trova
all’Accademia di Firenze, è possiamo chia-
ramente riconoscere in alcuna delle due
Madonne, per esempio in quella della chiesa
di San Leonardo in Arcetri, i preponderanti
influssi stilistici di Spinello.

Mariotto di Nardo si sentì invece at-
tratto massimamente dall’arte molle e de-
licata di Lorenzo Monaco. Durante un certo

periodo della sua attività (verso il 1405-1420) egli crea Madonne nello stile di Lorenzo Monaco,
delle quali rimangono esempi nel Museo di Pisa, presso il marchese Bartolini-Salimbeni-Vivai
a Firenze e nel Museo di Graz. Purtroppo egli non aveva abbastanza capacità per imitare
ciò che era l’essenziale della maniera ritmica di Lorenzo Monaco ; fu per lui solo un
pretesto per una maggiore rilassatezza e sproporzione nel disegno delle figure. Noi posse-
diamo pure una prova documentata della relazione personale di Mariotto con Lorenzo Monaco
nella Notizia pubblicata dal Milanesi circa la stima fatta da questi due pittori degli affreschi
di Ambrogio di Baldese nel Bigallo.2 Con ciò non vogliamo menomamente asserire che
anche Lorenzo di Niccolò non abbia subito gli impulsi di Lorenzo Monaco; questi ci sono
stati senza dubbio, ma hanno operato su di lui in modo tutt’affatto diverso che su Mariotto.
Egli non si è attenuto soprattutto ai contorni delle Madonne di Lorenzo, ma ha veramente
cercato di appropriarsi qualcosa dello spirito mite e leggiadro dell’arte di Lorenzo. Ne è
esempio particolare il grande quadro d’altare della Sacristia di San Lorenzo, che noi asse-
gnamo per i caratteri stilitici a Lorenzo di Niccolò.

Lorenzo di Niccolò: Madonna
Arcetri, San Leonardo

1 Cfr. Gualandi, Memorie, serie VI, pag. 186, e 2 V. Vasari, edit. Sansoni, II, pag. 52.

Milanesi, Nuovi documenti p. 71.
 
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