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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc.3
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Carabellese, Francesco: Il restauro Angioino del castelli di Puglia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0253

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IL RESTAURO ANGIOINO DEI CASTELLI DI PUGLIA

205

* * *

Arrivati a questo punto e prima di andar più oltre, è necessario aprire una parentesi,
per quanto essa venga a sconvolgere il concetto che avevamo intorno a Pietro d’Agincourt.
Ma è bene chiarir tutto, o almeno affacciare dei dubbi, che sono poi appoggiati a docu-
menti. Ai primi di gennaio 1273 egli era già morto, ed il re ordinava al giustiziere di
Capitanata di provvedere alle spese d’educazione del figlio minorenne Filippo, che era nello
Studio di Napoli iscritto alla" facoltà della Grammatica, sui beni lasciati dal defunto ed
amministrati dal balio Nicola di Tancredi da Foggia. 1 Molti beni egli aveva acquistati in
Puglia, nelle cui città trattenevasi ormai da parecchi anni per i lavori grandiosi, ai quali
attendeva, e tra gli altri, concessigli di recente dal re in feudo d’un milite, possedeva proprio
in Foggia e dintorni beni appartenuti a due forti ghibellini foggiani, che per seguire la causa di
Corradino di Svevia avevan perduto tutto, considerati da re Carlo quali prodìtores. Ma
soltanto il 25 gennaio, quando Pietro d’Agincourt era già morto, il re ordinò al giustiziere
di Capitanata d’assegnare i beni confiscati ai ghibellini Virginotta del valore annuo di 20
oncie d’oro all’amministratore e balio del pupillo Filippo d’Agincourt Nicola di Tancredi da
Foggia, probabilmente amico e compagno di lavoro del padre, uscito però dalla scuola di
maestro Riccardo da Foggia. 2 Nei mesi succeduti al gennaio, l’amministratore continuava
a mandare a Napoli le spese occorrenti allo studente di grammatica Filippo, pel quale il re
mostrava una cura speciale. 3

Questo giovane studente di grammatica era ancora nello studio di Napoli nel gennaio 1278,
e riceveva ancora il solito assegno dalla rendita dei beni del padre, per sè ed un suo com-
pagno di studio o suo ripetitore ed insegnante, Gualterio de Rontiniano, probabilmente un
altro oriundo francese. 4 É chiaro che il figlio di Pietro d’Agincourt era un po’ torpido e
tardo nell’apparar grammatica, essendo nato piuttosto atto a seguire il mestiere del padre ;
ma non se ne sente più parlare.

Dunque Pietro d’Agincourt nel gennaio 1273 era già morto.

Eppure per tutto quest’anno come s’è visto, e per gli anni successivi moltissimi docu-
menti dei registri angioini informano ch’egli era ancora assiduo nel percorrere continuamente
da un capo all’altro la Puglia, per dirigervi i lavori di Lucerà. e degli altri castelli pugliesi.
Evidentemente il defunto non aveva nulla a che vedere con il grande prothamagister operum
curie. Ma, come quest’ultimo, era pure il defunto nelle grazie e nella corte di Carlo d’Angiò,
e ne aveva avuto molti beni in Foggia e dintorni: era parente dell’altro, aveva lavorato
anch’egli al restauro di qualche castello, o delle ordinazioni di lavori da parte del re finora

nimento carroziarum deputatorum in eodem opere
prunelle iumelle et dorsora qui et que fieri possati t de
coriis bubalorum et equorum curie nostre ipsius operis
mortuorum — che si facciano. XX augusti 1274 ind. II
Lagopesole ».

1 Reg. c. 224t « XVII januarii prime ind. Capue. Scri-
ptum est Nicolao de Tancredi de Fogia. Cnm velimus
ut de proventibus bonorum Philippi filii quondam Petri
de Angicuria que tu de mandato nostro procuras prò
ipso Philippo nomine baliatus eidem Philippo studenti
Neapoli in facultate gramaticali prò se et uno socio
secum inorante videlicet Cauterio de Rontiniano cle-
rico quandiu in studio ipso moram traxerit expensas
necessarias debeas ministrare. 1273 ».

2 Reg. 26 a c. 1761 < Quia dudum excellentia nostra
concessit Petro de Angicurth infrascripta bona que
fuerunt Tardini et Unfredelli de Virginocta de Fogia

proditorum nostrorum que suntin Fogia etpertinentiis
eius prò annuo valore viginti unc. auri in feudam sub

servicio unius militis. et mortilo dicto Petro de

Angicurth predicta bona sibi concessa prò parte Phi-
lippi filii sic tunc pupilli et per Nicholaum de Tran-
chedo de Fogia prò parte nostre curie mandaviinus
procurare » ecc.

5 Reg. 18, c. 37* « Nicholao de Tranchedo de Fogia
procuratori bonorum filii quondam Petri de Angigurea
Foggia, quatenus Philippocto (ìlio quondam Petri de
Angicuria muranti in Neapolitano studio adstudendum
prò expensis et Gualtheriomorante cura eo ad docendum
eundem — mandi bene. Lagopesole XXVIII julii 1273.

4 Reg. 26, c. 12S « onc. 12 solite per — Philippus fili
quondam Petri de Angicurt sibi moranti in Neapolitano
studio ad studendum prò expensis suis et Gualtherii
morantis cum eo Neapoli XXIII januariiind. XI 1272».
 
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