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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc.3
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Muñoz, Antonio: Miniature della Scuola di Colonia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0258

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2 IO

ANTONIO MUNOZ

violetto cupo al chiaro ; il fondo è d’oro con riflessi
di rame. Questa seconda cornice più larga, mancante
nella parte inferiore, essendo di colore molto più
basso della vera cornice che inquadra tutta la rap-
presentazione fa l’effetto di esser collocata in un se-
condo piano a guisa di uno scenario.

Su un terreno irregolare, formato da una serie di
piccole montuosità, dipinte anche in violetto con lu-
meggiature bianche nelle parti sporgenti, sta in piedi
a destra un vescovo. Egli indossa tunica bianca con
davi aurei e penula violetta ornata da gruppi di pun-
tini d’oro ; ha scarpe nere ; nella mano sinistra tiene
il manipolo e un volume chiuso dalla copertura verde
chiara; con la destra porge un altro volume con co-
pertura violetta a un giovane diacono. Il vescovo ha
capelli neri, porta larga tonsura ed è imberbe. A si-
nistra vedesi un gruppo di sei diaconi, in piedi, ve-
stiti di lunghe tuniche, tutti egualmente tonsurati ; il
primo dei diaconi riceve con le mani protese il vo-
lume chiuso pòrtogli dal vescovo.

La più grande uniformità regna in tutte le figure
di questa rappresentazione, che non presentano tra
loro quasi nessuna differenza di tipo; tutte hanno i
volti coloriti in violetto, con forti lumeggiature bianche
nelle guance, in modo che paiono come infarinati; e
ad arco sulle sopracciglia, sul naso, sul labbro su-
periore, nel cavo del mento e nel collo. In genere le
teste son viste di tre quarti, e la gota più visibile
presenta un rigonfiamento eccessivo, che è costante
in tutte le figure del manoscritto, e caratteristico di
molte scuole di miniatura carolinge e ottomane.

Le figure sono allungate, specialmente quella del
vescovo che è distinto dai diaconi per la statura di
gran lunga maggiore;’le forme del corpo sono chia-
ramente rilevate sugli abiti, come si vede nelle braccia,
e specialmente nelle ginocchia segnate sugli abiti con
una curva nera.

Il foglio 3, ha un quadro racchiuso da cornice con
foglioline verdi, con la scritta in oro su fondo vio-
letto : « En operis habitus gitoci poscit hìc tibi promptus.
Vivere cum Christo, caelebs merceris in isto».

Sul verso dello stesso foglio (fig. 2) è rappresentato
San Gerolamo che dà il rottilo della Scrittura a un suo
discepolo. La rappresentazione è delimitata da una
cornice composta di una fascia a strati cangianti dal
violetto al cenerino, racchiusa fra due bordi d’oro, e
attraversata nel mezzo da una serie di puntini bianchi ;
ai quattro angoli stanno quattro rosette auree. Il fondo
del quadro è formato di strisce orizzontali variamente
colorite; tutta la parte inferiore è violetta, seguono
poi alternandosi zone verdi, violette, bianche, rosee.
Nel mezzo, su cattedra senza schienale, colorita sul
davanti in roseo, con sgabello aureo, collocata su tre
aurei gradini siede san Girolamo «ses iheronimus
presbiteri) col capo circondato da un enorme nimbo
d'oro cerchiato da una striscetta arancione con pun-

tini bianchi. Il santo è tonsurato, ha capelli bianchi
a ciocche e corta barba ; indossa tunica rosea, con
le pieghe segnate da forti righe gialle, e penula vio-
letta chiara con bordi d’oro ; nella mano sinistra
stringe un rotulo chiuso ; mentre poggia ancora la
destra su un altro rotulo più grande che il giovane
discepolo ha già preso. Questi porta tunica lunga
violacea chiarissima, e sopratunica corta ; è pure nim-
bato, ha capelli neri con tonsura, e leva il capo guar-
dando il venerabile san Gerolamo; a sinistra sorge
un piccolo leggìo su cui sta un calamaio col coperchio
sospeso ad una catenella.

11 colore del viso del vecchio santo è diverso da
quello delle figure della precedente miniatura; più
chiaro, con larghe lumeggiature rosso-mattone sulle
guance e due larghe chiazze giallastre sotto gli occhi;
le labbra son rosso-mattone ; nel bianco vivo della
cornea si vedono poi nell’angolo due tocchi arancioni
che rendono lo sguardo truce e sinistro.

La rappresentazione di san Gerolamo è molto dif-
fusa nell’arte carolingia e ottomana, e si trova in dif-
ferenti modi ; più spesso, come nel codice ambrosiano,
il santo è figurato in trono in atto di scrivere o di
meditare, o di affinare la punta della penna ; talvolta
invece si rappresentano i fatti della sua vita che si
riferiscono alla traduzione della Bibbia; come la par-
tenza da Roma per andare a Gerusalemme ad appren-
dere l’ebraico; il pagamento dell’onorario al maestro ;
la dettatura della traduzione dei sacri scritti ai di-’
scepoli.

Nel salterio della collezione Ellis-White di Londra,
e in quello di Carlo il Calvo (Paris, lat. 1152), è fi-
gurato il santo seduto in trono ; nel Codex Aureus
di St. Gallen, il santo, senza barba, siede levando la
destra benedicente, e tenendo nella sinistra il libro e
il manipolo.1 La bibbia di Carlo il Calvo e quella di
San Paolo fuori le Mura rappresentano invece le storie
della traduzione, tra le quali quella della dettatura
a tre o quattro discepoli seduti ; anche in questi due
codici il santo è giovane e imberbe.

Nel foglio 4 comincia l’epistola di San Girolamo a
San Damaso papa, e la pagina è occupata da una
grande N aurea, su fondo violetto purpureo, con cor-
nice a foglioline verdi del solito tipo ; nel margine
una mano del secolo xiv, del tempo cioè della rile-
•gatura attuale del volume, ha scritto in grossa lettera
gotica francese. «Incipit epistola beati Iherominipre-
sbiteri ad Damasum papam in quatuor evangelistas ».

Fol. 6V Explicit argumentum : incipit praefatio.

Fol. 7V Plures fuisse qui evangelio scrìpserunt ecc.
L’iniziale P ha ornati aurei a intrecciature.

Dal fol. 11 al i6v si hanno le tabelle dei canoni,
formate da colonne sostenenti archetti, con sopra ar-
chitravi con timpani triangolari. Le colonne sono di

1 Rahn, Das Psalterium aureum, Saint-Gaìl, 1878.
 
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