2 I 2
ANTONIO MUNOZ
stessa barbetta a punta, i capelli scriminati nel mezzo,
e gli occhi fortemente segnati. Le carni sono molto
più chiare che quelle degli altri evangelisti; ia barba
e i capelli tendono all’azzurro, e intorno al capo brilla
il grosso nimbo aureo a cerchio arancione. Tutta la
pagina è una festa di colori brillanti la cui applica-
zione alle varie parti si ispira al più forte convenzio-
nalismo ; pare che il miniatore abbia avuto innanzi un
modello di smalto e ne abbia imitato la varietà delle
tinte, la lucentezza, i passaggi non attenuati da un tono
all’altro. L’iscrizione a fol. 1S6 dice: « Inter precipuos \
paradisi quatuor amnes \ hic est verbi potens cae \ tis
Fig. 3 — Milano, Biblioteca Ambrosiana
Evangelario colonese. Tabella dei canoni (II)
hymnìsta Iokannes \ Qui sacra divini refe | rens mi-
steria verbi ».
Seguono nel resto del codice altre cartelle deco-
rative.
❖ * *
Un esame anche sommario delle miniature ora de-
scritte, basterebbe per farcì riconoscere ch’esse ap-
partengono all’arte renana di quel fiorente periodo
che comunemente vien chiamato rinascenza ottomana ;
opportuni confronti potranno indicarci con più preci-
sione a quale gruppo o scuola debbono attribuirsi.
La Biblioteca Nazionale di Parigi possiede un im-
portante codice miniato del secolo x-xi, stilisticamente
identico all’evangelario ambrosiano. È un Sacramen-
tario segnato lat. 817, proveniente dalla chiesa di San
Gereone di Colonia, come attesta il calendario che vi
è premesso, e donato alla biblioteca nel 1703. 1 Le
miniature a pagina intera rappresentano fatti del Nuovo
Testamento ; il formato del codice è di mm. 195 X 265>
quasi simile cioè a quello dell’Ambrosiana ; le minia-
ture occupano l’intera pagina. A fol. 12 vedesi VAn-
nunciazione. 2 In alto nel fondo alcune case, nel centro
una montagna verde ; nel primo piano a destra Maria
levatasi dalla sedia, con le mani atteggiate a sorpresa,
e il viso rivolto all’angelo annunziatore che sta a si-
nistra con la destra levata. Entrambi hanno grossi
nimbi aurei con bordo arancione e nero, decorato da
palline bianche. La miniatura è limitata da cornice
a strati dal violetto cupo al bianco, come di consueto
nell’evangelario ambrosiano.
I fogli nv e 12V sono occupati da cartelle decora-
tive a fondo violetto con iscrizioni auree, e cornici di
foglioline stilizzate.
Nel foglio 12 v’è la Natività di Cristo, con fondo
di case che lascia vedere a destra un largo tratto di
cielo azzurro brillante. La Madonna è distesa sul sac-
cone e ai suoi piedi siede Giuseppe, addolorato. Se-
guono altre pagine con ricche cartelle decorative.
A fol. 15V entro cornice sormontata da timpano
triangolare decorato di foglioline, è posta una grande
mandorla con fondo violetto nella quale è figurato
Cristo seduto, con nimbo crocigero, la destra in atto
di benedire, e un grosso volume aureo nella sinistra ;
fiancheggiato da due angeli alati, in piedi. Nei quattro
spazii tra la mandorla e gli angoli della cornice, son
collocati i simboli degli evangelisti.
II foglio 20v porta in una delle solite cartelle a
fondo violetto, in lettere d'oro, la seguente iscrizione
riferentesi a San Gregorio figurato nella pagina a
lato: « Gregorius di servus cuius statua ex materia
et forma fulget in hoc signativo composita gra sci spc
doctive illuminatus confecit huins libelli corpus-». Sulla
pagina a fianco (fig. 7), è rappresentato San Gregorio
seduto in trono, entro una cornice che serve come di
tabernacolo, con timpano triangolare, e una tenda ai
due lati, appesa con anelli a dei chiodi fissati all’ar-
1 II Delisle, Cabinet des manuscrits, I, pag. 321, scrive: « M. de
Sparwenfeld, maitre des cérémonies de la cour de Suède, offrit
en 1703, un missel du xe siede, qui venait d’une église de Cologne,
et dont la couverture était ornée d’uti ivoire sculpté ». L’iscridone
nell’interno della copertura suona così : « Ex munificentia illustris-
si/nae et generosissime dominae Mariae Skytte Benedidi filine
,L. B. I. D. Comitis Gustavi Adami Baveni relictae viduae. Hoc
Missale romanum uti singulare monumentum v enee andar, antiqui-
tatis et datricis illustrissime benevolcntiae dignissimum pignuspos-
sidet Ioannes Sparwenfeld... » Nel calendario si leggono le seguenti
note : V Kal. aug. Dedicati Gereonis ecclesie. — VI id. od. Ge-
l'eonis, Victoris, Cassii, Fior entii. — XVI Kal. nov. Odava sancii
Gereonis, — Del codice, mai descritto, si dà soltanto breve notizia da
C. Aldeni-ioven, Geschichte der Kòlner Malerschule, Liibeck, 1902,
pag. 72; e da Haseloff, in Histoire de Vart di Michel, I, II,
pag. 728.
2 Piccola riproduzione in Haseloff, HistoirqdeV art di Michel, I,
pag. 729*
ANTONIO MUNOZ
stessa barbetta a punta, i capelli scriminati nel mezzo,
e gli occhi fortemente segnati. Le carni sono molto
più chiare che quelle degli altri evangelisti; ia barba
e i capelli tendono all’azzurro, e intorno al capo brilla
il grosso nimbo aureo a cerchio arancione. Tutta la
pagina è una festa di colori brillanti la cui applica-
zione alle varie parti si ispira al più forte convenzio-
nalismo ; pare che il miniatore abbia avuto innanzi un
modello di smalto e ne abbia imitato la varietà delle
tinte, la lucentezza, i passaggi non attenuati da un tono
all’altro. L’iscrizione a fol. 1S6 dice: « Inter precipuos \
paradisi quatuor amnes \ hic est verbi potens cae \ tis
Fig. 3 — Milano, Biblioteca Ambrosiana
Evangelario colonese. Tabella dei canoni (II)
hymnìsta Iokannes \ Qui sacra divini refe | rens mi-
steria verbi ».
Seguono nel resto del codice altre cartelle deco-
rative.
❖ * *
Un esame anche sommario delle miniature ora de-
scritte, basterebbe per farcì riconoscere ch’esse ap-
partengono all’arte renana di quel fiorente periodo
che comunemente vien chiamato rinascenza ottomana ;
opportuni confronti potranno indicarci con più preci-
sione a quale gruppo o scuola debbono attribuirsi.
La Biblioteca Nazionale di Parigi possiede un im-
portante codice miniato del secolo x-xi, stilisticamente
identico all’evangelario ambrosiano. È un Sacramen-
tario segnato lat. 817, proveniente dalla chiesa di San
Gereone di Colonia, come attesta il calendario che vi
è premesso, e donato alla biblioteca nel 1703. 1 Le
miniature a pagina intera rappresentano fatti del Nuovo
Testamento ; il formato del codice è di mm. 195 X 265>
quasi simile cioè a quello dell’Ambrosiana ; le minia-
ture occupano l’intera pagina. A fol. 12 vedesi VAn-
nunciazione. 2 In alto nel fondo alcune case, nel centro
una montagna verde ; nel primo piano a destra Maria
levatasi dalla sedia, con le mani atteggiate a sorpresa,
e il viso rivolto all’angelo annunziatore che sta a si-
nistra con la destra levata. Entrambi hanno grossi
nimbi aurei con bordo arancione e nero, decorato da
palline bianche. La miniatura è limitata da cornice
a strati dal violetto cupo al bianco, come di consueto
nell’evangelario ambrosiano.
I fogli nv e 12V sono occupati da cartelle decora-
tive a fondo violetto con iscrizioni auree, e cornici di
foglioline stilizzate.
Nel foglio 12 v’è la Natività di Cristo, con fondo
di case che lascia vedere a destra un largo tratto di
cielo azzurro brillante. La Madonna è distesa sul sac-
cone e ai suoi piedi siede Giuseppe, addolorato. Se-
guono altre pagine con ricche cartelle decorative.
A fol. 15V entro cornice sormontata da timpano
triangolare decorato di foglioline, è posta una grande
mandorla con fondo violetto nella quale è figurato
Cristo seduto, con nimbo crocigero, la destra in atto
di benedire, e un grosso volume aureo nella sinistra ;
fiancheggiato da due angeli alati, in piedi. Nei quattro
spazii tra la mandorla e gli angoli della cornice, son
collocati i simboli degli evangelisti.
II foglio 20v porta in una delle solite cartelle a
fondo violetto, in lettere d'oro, la seguente iscrizione
riferentesi a San Gregorio figurato nella pagina a
lato: « Gregorius di servus cuius statua ex materia
et forma fulget in hoc signativo composita gra sci spc
doctive illuminatus confecit huins libelli corpus-». Sulla
pagina a fianco (fig. 7), è rappresentato San Gregorio
seduto in trono, entro una cornice che serve come di
tabernacolo, con timpano triangolare, e una tenda ai
due lati, appesa con anelli a dei chiodi fissati all’ar-
1 II Delisle, Cabinet des manuscrits, I, pag. 321, scrive: « M. de
Sparwenfeld, maitre des cérémonies de la cour de Suède, offrit
en 1703, un missel du xe siede, qui venait d’une église de Cologne,
et dont la couverture était ornée d’uti ivoire sculpté ». L’iscridone
nell’interno della copertura suona così : « Ex munificentia illustris-
si/nae et generosissime dominae Mariae Skytte Benedidi filine
,L. B. I. D. Comitis Gustavi Adami Baveni relictae viduae. Hoc
Missale romanum uti singulare monumentum v enee andar, antiqui-
tatis et datricis illustrissime benevolcntiae dignissimum pignuspos-
sidet Ioannes Sparwenfeld... » Nel calendario si leggono le seguenti
note : V Kal. aug. Dedicati Gereonis ecclesie. — VI id. od. Ge-
l'eonis, Victoris, Cassii, Fior entii. — XVI Kal. nov. Odava sancii
Gereonis, — Del codice, mai descritto, si dà soltanto breve notizia da
C. Aldeni-ioven, Geschichte der Kòlner Malerschule, Liibeck, 1902,
pag. 72; e da Haseloff, in Histoire de Vart di Michel, I, II,
pag. 728.
2 Piccola riproduzione in Haseloff, HistoirqdeV art di Michel, I,
pag. 729*