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MISCELLANEA
il soggetto della predella del Museo Civico di Vicenza
(n. 274) appartenente a un quadro d’altare perduto,
già in San Bartolomeo nella stessa città,1 e non (come
crede.il Bode)2 alla pala di Lonigo, ora nel Kaiser
Friedrich-Museum di Berlino (n. 44).
Negli affreschi di Verona il pittore racconta sinteti-
figurine, e ne aggrazia le espressioni, senza dar loro
unità di sentimento, e senz’animare il disegno con la
fusa armonia del colorito.
Nel primo scomparto San Biagio con la tunica
bianca, a pieghe strette e parallele, e la mitra di teletta
d’argento, è circondato da bestie feroci, il cui disegno,
Bartolomeo Montagna : Affresco. Verona, Santi Nazaro e Celso
Cappella di San Biagio
camente la vita del santo, e le imprime quel carattere
realistico che contrassegnò sempre la sua arte, rasen-
tando talvolta la crudezza naturalistica. Nei tre scom-
partì della suddetta predella il Montagna è invece
schiavo della leggenda; con una finezza d’esecuzione,
estranea al suo temperamento scabroso, accarezza le
1 Boschini, Gioielli pittoreschi virt. ornam. della città di Vi-
cenza, Venetia MDCLXXVII, pag. 94.
2 Beschreibendes Vérzeichnis der Gemdlde im Kaiser Friedrich-
Museutn V. Aufl. Berlin Reimer, 1904, pag. 257,
durissimo, si corregge abbastanza nell’affresco di Ve-
rona. Il paese non è ancora reso con perizia di pro-
spettivista; le pile di un ponte strisciano sopra la cor-
rente del fiume, in luogo di tagliarla a perpendicolo ;
inoltre l’artista si mostra assai ingenuo piantando, per
contrasto pittorico, un albero carico di frutta in uno
dei primi piani.
Nello scomparto successivo il multorum patrator
miraculorum, nudo e legato ad una colonna, è tor-
mentato da due sgherri, i quali gli strigliano le carni
MISCELLANEA
il soggetto della predella del Museo Civico di Vicenza
(n. 274) appartenente a un quadro d’altare perduto,
già in San Bartolomeo nella stessa città,1 e non (come
crede.il Bode)2 alla pala di Lonigo, ora nel Kaiser
Friedrich-Museum di Berlino (n. 44).
Negli affreschi di Verona il pittore racconta sinteti-
figurine, e ne aggrazia le espressioni, senza dar loro
unità di sentimento, e senz’animare il disegno con la
fusa armonia del colorito.
Nel primo scomparto San Biagio con la tunica
bianca, a pieghe strette e parallele, e la mitra di teletta
d’argento, è circondato da bestie feroci, il cui disegno,
Bartolomeo Montagna : Affresco. Verona, Santi Nazaro e Celso
Cappella di San Biagio
camente la vita del santo, e le imprime quel carattere
realistico che contrassegnò sempre la sua arte, rasen-
tando talvolta la crudezza naturalistica. Nei tre scom-
partì della suddetta predella il Montagna è invece
schiavo della leggenda; con una finezza d’esecuzione,
estranea al suo temperamento scabroso, accarezza le
1 Boschini, Gioielli pittoreschi virt. ornam. della città di Vi-
cenza, Venetia MDCLXXVII, pag. 94.
2 Beschreibendes Vérzeichnis der Gemdlde im Kaiser Friedrich-
Museutn V. Aufl. Berlin Reimer, 1904, pag. 257,
durissimo, si corregge abbastanza nell’affresco di Ve-
rona. Il paese non è ancora reso con perizia di pro-
spettivista; le pile di un ponte strisciano sopra la cor-
rente del fiume, in luogo di tagliarla a perpendicolo ;
inoltre l’artista si mostra assai ingenuo piantando, per
contrasto pittorico, un albero carico di frutta in uno
dei primi piani.
Nello scomparto successivo il multorum patrator
miraculorum, nudo e legato ad una colonna, è tor-
mentato da due sgherri, i quali gli strigliano le carni