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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc. 4
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Giovannoni, Gustavo: Opere dei Vassalletti mamarmorari romani
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0313

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OPERE DEI VASSALLETTI MARMORARI ROMANI

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primitiavit » ; 1 gli altri tre quelli che prima del 1241 terminò l’abate Giovanni di Arclea.

Orbene tra questo primo lato del chiostro di San Paolo ed il primo lato del chiostro

di San Giovanni esistono così grandi analogie che non possono essere fortuite.2 II motivo
architettonico, le proporzioni generali dell’ insieme, la disposizione delle varie membrature
sono, come dimostrano i due profili (vedi fig. 3 e 4), identici; e si noti che questa ugua-
glianza non si verifica affatto per tutti gli altri chiostri romani ; si hanno soltanto differenze,

oltre che in qualche modanatura, nelle paraste che dividono le varie campate e nella dispo-
sizione dell’ingresso centrale, le quali parti potrebbero anche essere state completate nel
periodo di Giovanni di Ardea.

Quanto ai minori elementi si osservino le basi a profilo doppio attico con animali tra una
base e l’altra, ed i capitelli, alcuni di tipo composito ed uno con quattro aquile (vedi fig. 2),

Fig. 2 — Chiostro di San Paolo. Particolare degli archi nel lato verso la chiesa

(Fotografia Moscioni)

le mensoline che sorregg'ono il gocciolatoio e se ne riscontrerà la somiglianza grandissima coi
corrispondenti elementi del chiostro lateranense. Per le composizioni decorative è invece
il paragone molto più complesso, chè in esse infatti nel chiostro di San Paolo appare evi-
dente l’opera di molti artefici di diversa scuola e di diversa abilità. E singolare tuttavia
l’osservare come moltissimi degli ornati nei triangoli tra gli archivolti trovino più o meno

naie diacono di Santa Maria inVia Lata e poi da Inno-
cenzo III del titolo di San Marcello. Il Nicolai ed il Ciac-
conio lo dicono morto nel 1208, ma il Torrigio con un
documento della Vallic. mostra che viveva ancora
nel 1210 (Cf. Torrigio, Istoria del martìrio di San
Teodoro, p. 131). Il Casimiro riferisce che la sepoltura
di Pietro di Capila era in Santa Maria d’Aracoeli e
che da essa risultava essere egli nativo di Amalfi.

1 La seconda iscrizione di Magister Petrus che in
questo lato trovavasi nella vòlta ora demolita che

copriva il chiostro non era certo coeva, come la sua
posizione ed i caratteri paleografici lo dimostrano, al
chiostro stesso, e non certo si riferiva a Pietro di
Capua o ad un altro marmorario che ne avesse com-
pletato l’opera. Era invece la firma di un muratore
che nel Trecento o nel Quattrocento costruì quel
tratto delle vòlte di copertura.

2 Tali analogie furono già in generale notate dal
Boito, Architettura del M. E. in Italia, Milano, 1S81,
pag. 157.

L'Arte. XI, 34.
 
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