OPERE DEI VASSALLETTI MARMORARI ROMANI
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non può certo attribuirsi alla edificazione, ma al soggetto rappresentato in uno dei riquadri
delle pitture; e possiamo anche congetturare in quale di essi. Ancora si vede a destra della
porta principale, tra le scene tratte dalla vita di San Lorenzo, dal suo martirio, dai miracoli
avvenuti dopo la sua morte, la rappresentanza di un fatto storico importantissimo : la con-
sacrazione da parte del papa Onorio III di Pietro Altisidiorense, l’infelice Pietro da Courtenay,
duca di Auxerre, che appunto nel 1216 fu in San Lorenzo fuori le mura coronato imperatore
di Costantinopoli.1
E quindi probabile che l’iscrizione notata dal Marini si vedrebbe di nuovo intorno al
detto quadro il giorno che s’intraprendesse a restaurare seriamente gli affreschi che coprono
ancora le pareti interne del portico di San Lorenzo e che le orribili dipinture deturpano e
rendono appena riconoscibili. Forse anche si ritroverebbe al disopra della porta l’altra iscri-
zione riprodotta dall’Eclissi, 2 di capitale importanza, perchè ci dà il nome degli autori dei
dipinti: PÀVLVS HES... ET FILIPPVS FILIVS EIVS FECERVNT HOC OPVS. E
sarebbe quello un giorno lieto per la storia dell’arte medievale romana, poiché allora sarebbe
Fig. 6 — Portico di San Lorenzo fuori le mura
per questi affreschi possibile uno studio completo, interessantissimo non solo per ciò che
riguarda la pittura e l’iconografia, ma anche pei notevoli elementi architettonici che con-
tengono negli edifici che vi appaiono rappresentati,3 nelle decorazioni che formano scena ai
vari dipinti e che ricordano ancora i motivi di composizione ornamentale dei bassi tempi.
Ritorniamo al portico ed ai suoi caratteri architettonici. Presenta esso sulla fronte due
pilastri estremi e sei colonne intermedie, cui sovrasta una completa trabeazione ; e non è
privo d’interesse osservare nella disposizione di questi elementi un singolare ritorno ad
alcuni concetti propri del tipo architravato dall’architettura greca: i pilastri terminali sono
1 A. Eclissi, Pitture della basilica di San Lorenzo
nel Campo Vernilo fedelmente copiate, ecc., 1639 (Ms.
Barb. Lat. 4403), tav. I.
2 Cfr. Liber pontificalis, t. II, p. 453.
J Ad uno di questi problemi che potrebbero risol-
versi voglio pure accennare. Gli affreschi contengono
varie rappresentazioni di campanili e di torri e queste
terminano non a guglia, ma in piano ; potrebbe dunque
esser questa un’importante testimonianza da aggiun-
gere a quelle contradittorie che finora possono citarsi,
come i dipinti di Castel Sant’Elia, il disegno nelle
porte del battistero lateranense, il capitello di Farfa, ecc.
per ricercare se i campanili romani sorti tra il xii e
il xiv secolo avessero originariamente copertura a cu-
spide od a tetto. Ma chi può dire se le linee della pit-
tura originale siano state in tutto seguite nella ridi-
pintura ?
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non può certo attribuirsi alla edificazione, ma al soggetto rappresentato in uno dei riquadri
delle pitture; e possiamo anche congetturare in quale di essi. Ancora si vede a destra della
porta principale, tra le scene tratte dalla vita di San Lorenzo, dal suo martirio, dai miracoli
avvenuti dopo la sua morte, la rappresentanza di un fatto storico importantissimo : la con-
sacrazione da parte del papa Onorio III di Pietro Altisidiorense, l’infelice Pietro da Courtenay,
duca di Auxerre, che appunto nel 1216 fu in San Lorenzo fuori le mura coronato imperatore
di Costantinopoli.1
E quindi probabile che l’iscrizione notata dal Marini si vedrebbe di nuovo intorno al
detto quadro il giorno che s’intraprendesse a restaurare seriamente gli affreschi che coprono
ancora le pareti interne del portico di San Lorenzo e che le orribili dipinture deturpano e
rendono appena riconoscibili. Forse anche si ritroverebbe al disopra della porta l’altra iscri-
zione riprodotta dall’Eclissi, 2 di capitale importanza, perchè ci dà il nome degli autori dei
dipinti: PÀVLVS HES... ET FILIPPVS FILIVS EIVS FECERVNT HOC OPVS. E
sarebbe quello un giorno lieto per la storia dell’arte medievale romana, poiché allora sarebbe
Fig. 6 — Portico di San Lorenzo fuori le mura
per questi affreschi possibile uno studio completo, interessantissimo non solo per ciò che
riguarda la pittura e l’iconografia, ma anche pei notevoli elementi architettonici che con-
tengono negli edifici che vi appaiono rappresentati,3 nelle decorazioni che formano scena ai
vari dipinti e che ricordano ancora i motivi di composizione ornamentale dei bassi tempi.
Ritorniamo al portico ed ai suoi caratteri architettonici. Presenta esso sulla fronte due
pilastri estremi e sei colonne intermedie, cui sovrasta una completa trabeazione ; e non è
privo d’interesse osservare nella disposizione di questi elementi un singolare ritorno ad
alcuni concetti propri del tipo architravato dall’architettura greca: i pilastri terminali sono
1 A. Eclissi, Pitture della basilica di San Lorenzo
nel Campo Vernilo fedelmente copiate, ecc., 1639 (Ms.
Barb. Lat. 4403), tav. I.
2 Cfr. Liber pontificalis, t. II, p. 453.
J Ad uno di questi problemi che potrebbero risol-
versi voglio pure accennare. Gli affreschi contengono
varie rappresentazioni di campanili e di torri e queste
terminano non a guglia, ma in piano ; potrebbe dunque
esser questa un’importante testimonianza da aggiun-
gere a quelle contradittorie che finora possono citarsi,
come i dipinti di Castel Sant’Elia, il disegno nelle
porte del battistero lateranense, il capitello di Farfa, ecc.
per ricercare se i campanili romani sorti tra il xii e
il xiv secolo avessero originariamente copertura a cu-
spide od a tetto. Ma chi può dire se le linee della pit-
tura originale siano state in tutto seguite nella ridi-
pintura ?