G. GlO VANNONI
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vere e proprie ante, che formano testata ai muri laterali del pronao ed hanno larghezza e
conformazione in tutto indipendenti dalle colonne ; altissimo e liscio è l’architrave in cui la
funzione statica che ne fa l’elemento portante della cornice è semplicemente e logicamente
espressa. Non si tratta certo di voluta imitazione, ma di analogia nei criteri di sincera orga-
nicità costruttiva; criteri che rivelano un’arte giovane che si propone nuovi problemi e, sia
pure in modo semplice, li risolve direttamente.
Le colonne del portico sono antiche, ma tratte da tre monumenti diversi ; la prima e
la sesta di marmo bigio, liscie, aventi m. 0.56 di diametro; la seconda e la quinta sono
bianche, tortili, di diametro m. 0.605 > la terza e la quarta, bianche e tortili anch’esse, ma
di diametro molto più grande, m. 0.714, sicché molto maggiore delle altre doveva origina-
riamente essere le loro altezza ; furono mozzate ed il marmorario che ha eseguito a misura
i capitelli ha dovuto, per esse soltanto, unire al capitello l’inizio delle scanalature al disotto
del listello di sommoscapo, che si raccordano con quelle a spirale del fusto. Le basi ed i
Fig. 7 — Portico Fig. 8 — Portico di San Lorenzo
di S. Lorenzo.
Profilo dellaba- Un capitello
se della 5* co-
lonna
piedistalli sono appositamente eseguiti ; le basi hanno il profilo di tipo doppio attico ; i pie-
distalli, aventi riquadrature nel plinto quadrato, imitano molto bene il carattere dei cippi
romani, e, con soluzione che soltanto in pochissimi casi eccezionali troviamo nell’arte clas-
sica, uniscono in una unica modanatura la base della colonna e la cimasa elei piedistallo
(vedi fig. 6).
Anche nei bei capitelli ionici l’imitazione del modello classico appare evidente ; soltanto
che nell’ovolo, nelle foglioline a scomparto geometrico che decorano l’abaco, nel ramo messo
nelle volute e che termina in una rosetta, nelle fuseruole, nelle treccie che nel fianco legano
il cartoccio, all’ intaglio largo a molle della decadenza romana è sostituito un intaglio secc,o,
un po’ ispido, di scarso rilievo.
Molto più vivi, pieni e fortemente ombreggiati sono gli ornati nelle poche membrature
della cornice, le quali consistono in un ordine di fusaruole ed in una gola rovescia deco-
rata da meandri che coronano l’architrave, in una grande gola diritta che forma da sé sola
tutta la cimasa, ed è tutta ricoperta dai nastri involti a doppio S che vi s’intrecciano, dalle
rosette, dalle foglie, dalle infiorescenze che vi sbocciano. Alcune teste di leone, che come
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vere e proprie ante, che formano testata ai muri laterali del pronao ed hanno larghezza e
conformazione in tutto indipendenti dalle colonne ; altissimo e liscio è l’architrave in cui la
funzione statica che ne fa l’elemento portante della cornice è semplicemente e logicamente
espressa. Non si tratta certo di voluta imitazione, ma di analogia nei criteri di sincera orga-
nicità costruttiva; criteri che rivelano un’arte giovane che si propone nuovi problemi e, sia
pure in modo semplice, li risolve direttamente.
Le colonne del portico sono antiche, ma tratte da tre monumenti diversi ; la prima e
la sesta di marmo bigio, liscie, aventi m. 0.56 di diametro; la seconda e la quinta sono
bianche, tortili, di diametro m. 0.605 > la terza e la quarta, bianche e tortili anch’esse, ma
di diametro molto più grande, m. 0.714, sicché molto maggiore delle altre doveva origina-
riamente essere le loro altezza ; furono mozzate ed il marmorario che ha eseguito a misura
i capitelli ha dovuto, per esse soltanto, unire al capitello l’inizio delle scanalature al disotto
del listello di sommoscapo, che si raccordano con quelle a spirale del fusto. Le basi ed i
Fig. 7 — Portico Fig. 8 — Portico di San Lorenzo
di S. Lorenzo.
Profilo dellaba- Un capitello
se della 5* co-
lonna
piedistalli sono appositamente eseguiti ; le basi hanno il profilo di tipo doppio attico ; i pie-
distalli, aventi riquadrature nel plinto quadrato, imitano molto bene il carattere dei cippi
romani, e, con soluzione che soltanto in pochissimi casi eccezionali troviamo nell’arte clas-
sica, uniscono in una unica modanatura la base della colonna e la cimasa elei piedistallo
(vedi fig. 6).
Anche nei bei capitelli ionici l’imitazione del modello classico appare evidente ; soltanto
che nell’ovolo, nelle foglioline a scomparto geometrico che decorano l’abaco, nel ramo messo
nelle volute e che termina in una rosetta, nelle fuseruole, nelle treccie che nel fianco legano
il cartoccio, all’ intaglio largo a molle della decadenza romana è sostituito un intaglio secc,o,
un po’ ispido, di scarso rilievo.
Molto più vivi, pieni e fortemente ombreggiati sono gli ornati nelle poche membrature
della cornice, le quali consistono in un ordine di fusaruole ed in una gola rovescia deco-
rata da meandri che coronano l’architrave, in una grande gola diritta che forma da sé sola
tutta la cimasa, ed è tutta ricoperta dai nastri involti a doppio S che vi s’intrecciano, dalle
rosette, dalle foglie, dalle infiorescenze che vi sbocciano. Alcune teste di leone, che come