OPERE D'ARTE NEL PALAZZO MARULLO DI CASTELLACI
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una donna giovine ancora, dai tratti alquanto pronunciati e grossi, di aspetto grato tuttavia
per la vivezza degli occhi profondi, per la dolcezza dell’espressione, ove una nota di me-
stizia è lievemente diffusa. Il tipo è di donna del volgo, nè è raro rivederne anche ai nostri
giorni di simili nei quartieri popolari di Messina e nelle borgate prossime, là onde Anto-
nello d’Antonio derivò quei modelli che rivissero, per più generazioni, nei fedeli imitatori
di lui. Coperta il capo di un pannolino bianco, vestita il corpo di un manto azzurro e di
una tunica giallo aurea ricamata in rosso, la giovine popolana messinese volge gli occhi
allo spettatore, le cure al bambino. Questi, tutto nudo salvo i fianchi cinti da un velo dia-
Antonello da Messina (?) : Madonna col Bambino
Ragusa, Collezione Castellaci
fano, appare mirabile di verità e di vigore, ma difetta delle grazie infantili. Le carni paffute,
sovrabbondanti, formano la pappagorgia e impiccioliscono troppo gli occhi, che si fissano
cupidamente sui doni agresti della madre.
Nel campo d’oro diviso da una tenda di rosso intenso il gruppo si delinea scultoria-
mente. E un’armonia luminosa di ori e di rossi deriva dalla combinazione delle tinte della
tunica ricamata con le tinte del fondo. Cosicché nell’ insieme, sebbene alla finezza estrema
di alcuni particolari risponda in altri qualche scorrezione e qualche durezza, — sono deboli
in special modo, informi quasi, le estremità, come si verifica del resto costantemente e nei
seguaci di Antonello, e in Antonello stesso — l’opera appare di tal pregio che non è per
essa da escludere senz’altro, come troppo lusinghiera, l’attribuzione al maestro.
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una donna giovine ancora, dai tratti alquanto pronunciati e grossi, di aspetto grato tuttavia
per la vivezza degli occhi profondi, per la dolcezza dell’espressione, ove una nota di me-
stizia è lievemente diffusa. Il tipo è di donna del volgo, nè è raro rivederne anche ai nostri
giorni di simili nei quartieri popolari di Messina e nelle borgate prossime, là onde Anto-
nello d’Antonio derivò quei modelli che rivissero, per più generazioni, nei fedeli imitatori
di lui. Coperta il capo di un pannolino bianco, vestita il corpo di un manto azzurro e di
una tunica giallo aurea ricamata in rosso, la giovine popolana messinese volge gli occhi
allo spettatore, le cure al bambino. Questi, tutto nudo salvo i fianchi cinti da un velo dia-
Antonello da Messina (?) : Madonna col Bambino
Ragusa, Collezione Castellaci
fano, appare mirabile di verità e di vigore, ma difetta delle grazie infantili. Le carni paffute,
sovrabbondanti, formano la pappagorgia e impiccioliscono troppo gli occhi, che si fissano
cupidamente sui doni agresti della madre.
Nel campo d’oro diviso da una tenda di rosso intenso il gruppo si delinea scultoria-
mente. E un’armonia luminosa di ori e di rossi deriva dalla combinazione delle tinte della
tunica ricamata con le tinte del fondo. Cosicché nell’ insieme, sebbene alla finezza estrema
di alcuni particolari risponda in altri qualche scorrezione e qualche durezza, — sono deboli
in special modo, informi quasi, le estremità, come si verifica del resto costantemente e nei
seguaci di Antonello, e in Antonello stesso — l’opera appare di tal pregio che non è per
essa da escludere senz’altro, come troppo lusinghiera, l’attribuzione al maestro.