328
GUSTAVO FRI ZZO NI
nello stesso vestibolo a Brera e nella lunetta a chiaroscuro sopra la porta della sagrestia
presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie. Gli appariva così manifesto questo indizio nel
putto indicato, da trarne la sua conclusione senza esitazione. Ma poi che ben dice il pro-
verbio, che una rondine non fa primavera, egli certamente ha avuto torto, in questo caso,
di non tenere conto di altri indizi più sicuri per formulare un esatto giudizio. Principal-
mente non si è preso cura di badare al tipo delle forme umane, alla struttura corporea,
da cui massimamente risulta la differenza fra un autore e l’altro. Se vi avesse posto mente,
non lasciandosi distogliere da un argomento piuttosto accidentale, da un fatto di pratica
che un pittore facilmente può avere imparato da un altro, avrebbe dovuto convenire, che
Fig. 3 — Putto fra pampini di Bernardino Luini : R. Pinacoteca di Brera
(Fotografia Anderson)
il putto in quistione è una creatura luinesca in tutto e per tutto — non meno per esempio di uno
dei più graziosi suoi compagni, che è andato a finire, iti conseguenza dello sperpero noto,
nella raccolta del Duca d’Aurnale a Chantilly, e che si dà parimenti riprodotto qui nella
fig. 4 ; avrebbe veduto che s’accorda mirabilmente, appunto nelle forme, coi putti disegnati
a penna in un foglietto esposto all’Ambrosiana, ch’egli stesso porge riprodotto in uno dei
suoi volumi tedeschi come nitido e sicuro esempio di forme del maestro; esempio tanto più
sincero in quanto ci si presenta scevro da qualsiasi ritocco, mentre parecchi fra i putti pro-
venienti dalla Pelucca furono deplorevolmente manipolati in occasione della loro remozione
dalla villa. Quello di Brera, di che si è discorso, a onor del vero è fra i meno malmenati
e mentre ci mostra tuttora conservato dall’autore l’accorgimento di applicarvi le luci di
riflesso, bene motivate dalla posizione delle lunette, attesta la mano del Luini non solo nelle
forme corporee, sensibilmente diverse da quelle del Bramantino, ma fin anco nei motivi
delle pieghe del limitato panneggio, munito di certi bottoncini, o fermagli che chiamare si
vogliano, quali ricorrono non di rado nei suoi dipinti, evidentemente in omaggio a certa
GUSTAVO FRI ZZO NI
nello stesso vestibolo a Brera e nella lunetta a chiaroscuro sopra la porta della sagrestia
presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie. Gli appariva così manifesto questo indizio nel
putto indicato, da trarne la sua conclusione senza esitazione. Ma poi che ben dice il pro-
verbio, che una rondine non fa primavera, egli certamente ha avuto torto, in questo caso,
di non tenere conto di altri indizi più sicuri per formulare un esatto giudizio. Principal-
mente non si è preso cura di badare al tipo delle forme umane, alla struttura corporea,
da cui massimamente risulta la differenza fra un autore e l’altro. Se vi avesse posto mente,
non lasciandosi distogliere da un argomento piuttosto accidentale, da un fatto di pratica
che un pittore facilmente può avere imparato da un altro, avrebbe dovuto convenire, che
Fig. 3 — Putto fra pampini di Bernardino Luini : R. Pinacoteca di Brera
(Fotografia Anderson)
il putto in quistione è una creatura luinesca in tutto e per tutto — non meno per esempio di uno
dei più graziosi suoi compagni, che è andato a finire, iti conseguenza dello sperpero noto,
nella raccolta del Duca d’Aurnale a Chantilly, e che si dà parimenti riprodotto qui nella
fig. 4 ; avrebbe veduto che s’accorda mirabilmente, appunto nelle forme, coi putti disegnati
a penna in un foglietto esposto all’Ambrosiana, ch’egli stesso porge riprodotto in uno dei
suoi volumi tedeschi come nitido e sicuro esempio di forme del maestro; esempio tanto più
sincero in quanto ci si presenta scevro da qualsiasi ritocco, mentre parecchi fra i putti pro-
venienti dalla Pelucca furono deplorevolmente manipolati in occasione della loro remozione
dalla villa. Quello di Brera, di che si è discorso, a onor del vero è fra i meno malmenati
e mentre ci mostra tuttora conservato dall’autore l’accorgimento di applicarvi le luci di
riflesso, bene motivate dalla posizione delle lunette, attesta la mano del Luini non solo nelle
forme corporee, sensibilmente diverse da quelle del Bramantino, ma fin anco nei motivi
delle pieghe del limitato panneggio, munito di certi bottoncini, o fermagli che chiamare si
vogliano, quali ricorrono non di rado nei suoi dipinti, evidentemente in omaggio a certa