FRANCESCO VERLA E GLI ALTRI PITTORI DELLA SUA FAMIGLIA
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Cristo; spasimante di dolore nello sguardo converso al cielo il martire trafitto; e rivolto ai
riguardanti il San Rocco, nell’atteggiamento del Precursore che indichi il Messia. Eviden-
temente il pittore ha perfezionata la sua arte ed affinata non solo l’espressione del senti-
mento, ma raggiunta anche una venustà maggiore nei tipi.
Non segna per tale riguardo alcun rimarchevole progresso la meschina pala d’altare
Francesco Verla (Attribuita): Decorazione. Schio, San Francesco
nella pieve di Mori, il cui cartellino, non immune di ritocchi, come del resto tutto il quadro
che è assai compromesso, porta la scritta:
Franciscus verlus de Vicentia
Pinsit MDXVIII.1
Quivi l’insulsa Santa Caterina replica ancor una volta la figura di Schio, senza che
tuttavia la sua veste rosata ed il manto giallastro foderato di verde compensino almeno il
bel drappo rilucente d’oro che — preso a sè — costituisce di quella l’unico pregio ; mentre
il Bambino, vestito di rosso e di bianco, con due ciliegie nella sinistra, è il più brutto forse
tra quanti uscirono dal pennello del Verla; nè troppo meglio riuscita può considerarsi, mal-
grado la finezza onde sono trattati i capelli, la piccola figura di San Pietro, dalla veste
verdognola e dal manto giallo, il quale appoggia la sinistra sulla spalla del committente
genuflesso ai piedi della Madonna, l’arciprete di Mori Gianfrancesco Betta,1 2 assai più feli-
cemente reso di profilo.
1 A. Bommassari, Francesco Verla, cit. : dove però Chizzola, Brentonico e Rovereto. (Atti dell’Accademia
la data erroneamente è segnata come il 1516. degli Agiati, serie III, voi. V, fase. 2), Rovereto, 1904.
2 Cfr. Q. Perini, La famiglia Betta di Fierno,
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Cristo; spasimante di dolore nello sguardo converso al cielo il martire trafitto; e rivolto ai
riguardanti il San Rocco, nell’atteggiamento del Precursore che indichi il Messia. Eviden-
temente il pittore ha perfezionata la sua arte ed affinata non solo l’espressione del senti-
mento, ma raggiunta anche una venustà maggiore nei tipi.
Non segna per tale riguardo alcun rimarchevole progresso la meschina pala d’altare
Francesco Verla (Attribuita): Decorazione. Schio, San Francesco
nella pieve di Mori, il cui cartellino, non immune di ritocchi, come del resto tutto il quadro
che è assai compromesso, porta la scritta:
Franciscus verlus de Vicentia
Pinsit MDXVIII.1
Quivi l’insulsa Santa Caterina replica ancor una volta la figura di Schio, senza che
tuttavia la sua veste rosata ed il manto giallastro foderato di verde compensino almeno il
bel drappo rilucente d’oro che — preso a sè — costituisce di quella l’unico pregio ; mentre
il Bambino, vestito di rosso e di bianco, con due ciliegie nella sinistra, è il più brutto forse
tra quanti uscirono dal pennello del Verla; nè troppo meglio riuscita può considerarsi, mal-
grado la finezza onde sono trattati i capelli, la piccola figura di San Pietro, dalla veste
verdognola e dal manto giallo, il quale appoggia la sinistra sulla spalla del committente
genuflesso ai piedi della Madonna, l’arciprete di Mori Gianfrancesco Betta,1 2 assai più feli-
cemente reso di profilo.
1 A. Bommassari, Francesco Verla, cit. : dove però Chizzola, Brentonico e Rovereto. (Atti dell’Accademia
la data erroneamente è segnata come il 1516. degli Agiati, serie III, voi. V, fase. 2), Rovereto, 1904.
2 Cfr. Q. Perini, La famiglia Betta di Fierno,