Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

DOI Heft:
Fasc. 5
DOI Artikel:
Bibliografia
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0449

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
BIBLIOGRAFIA

399

gegnere; ma l’artista fiorentino non tu ancora fortu-
nato, anzi ritenuto « superfluo » alla fabbrica del
Duomo, e se ne andò nel 1454 a Cremona per in-
nalzare un arco in onore di Francesco Sforza e della
moglie Bianca Maria, arco del quale non esistono più
tracce, non potendosi ritenere parti di esso, come
giudicano rettamente gli AA., le due statuaccie a
pianterreno del Museo civico vicentino. Nel 1456 il
Filarete insieme con Giovanni di Sant'Ambrogio

zione per il Brunellesco, cui dedicò nel Traitato le
devote parole : « et benedico l’anima di Filippo di
ser Brunellesco cittadino fiorentino famoso et degnis-
simo architetto et sottilissimo imitatore di Dedalo, il
quale risuscitò nella città nostra di Firenze questo
modo antico dello hedificare... ». Gli AA. non si pro-
vano a comparare gli elementi architettonici dell’Aver-
lino con quelli del Brunellesco, e si limitano a ripro-
durre documenti in gran parte inediti sui lavori della

Milano, Ospedale maggiore

maestro de muro andò a Firenze, volendo lo Sforza
che fosse edificato coni bono desegno l’Ospedale Mag-
giore di Milano, e che i due artisti vedessero, così
scriveva il Duca stesso a Giovanni de’Medici, intre-
gamente tutto quello ho spitale di quella vostra città,
et per examinarlo et per cavare il disegno. La lettera
è molto importante, sebbene sia difficile dire, consi-
derano gli AA., «in quanto il nuovo ospedale di Mi-
lano sia ispirato su quello di Firenze». Eppure un
attento esame dell’ospedale nella Piazza della SS. An-
nunziata in Firenze e di altri edifici disegnati dal
Brunelleschi avrebbe messo in chiaro come non in-
vano fosse fatta largita dei due architetti, e come
nell’Averlino sempre più si facesse grande l’ammira-

fabbrica dell’ospedale, a interpretarli con acume, a
segnare attentamente l’icnografia dell’edificio e quale
fu pensata dal maestro toscano.

Nel sesto capitolo è dato conto delle opere minori
dell’Averlino tra il 1456 e il '65, della ricostruzione
del Duomo di Bergamo, della direzione dell’inizio dei
lavori intorno alle mura di Bellinzona e di altri ese-
guiti a Cremona e a Varese. L’architetto ducale grato
a Francesco Sforza gli dedicò il Trattato d’ architet-
tura, e offrì probabilmente a lui o a Gian Galeazzo
Maria suo figlio la medaglia con la propria effigie e
con una rappresentazione allegorica allusiva alla libe-
ralità del Signore. Il 16 agosto 1465 rinunciò alla di-
rezione dei lavori dell’Ospedale Maggiore, e presto
 
Annotationen