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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc. 5
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Ciaccio, Lisetta: Francesco Laurana in Francia (A proposito di due nuove pubblicazioni)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0468

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418

LISETTA MOTTA CI ACCIO

leone I,1 al N. 403, si vede una testa di giovane donna in marmo, orribilmente mutilata ed
annerita come per effetto del fuoco, restaurata con pietra nella nuca, ove i capelli formano
un piccolo nodo prominente, secondo la moda del primo Impero, e nel busto, ornato di una veste
moltissimo scollata e succinta sotto il seno, pure secondo la moda del principio del se-
colo XIX, del tempo cioè in cui il museo si formò. Ma, astrazion fatta da questi infelici
rabberciamenti, ai quali si deve se sino ad ora nessuno ha fatto attenzione al nostro busto,
ciò che in esso appare di autenticamente antico è senza dubbio opera di scalpello italiano
della fine del sec. XV e, secondo me, precisamente di P'rancesco Laurana, presentando questa
testa dell'Ecole des beaux-arts le più strette affinità con il busto femminile di Palermo, e
con quelli del Louvre e della collezione André. In essa infatti notiamo lo stesso ovale
allungato del viso con la fronte rotondeggiante e le tempia compresse, gli occhi piccoli,
aperti come a fatica, con l’angolo esterno rialzato; le guancie piene; i lineamenti in generale
privi di angolosità, trattati senza soverchia abbondanza di particolari ; le labbra carnose
molto sporgenti sulla fossetta del mento, con altre fossette molto marcate agli angoli della
bocca. Lo stesso è pure il collo sottile e lungo, delicatamente modellato, come identica è
l’acconciatura dei capelli (tolto il restauro) a bandeaux ricoprenti interamente le orecchie,
sino a fasciare quasi l’alto del collo per raccogliersi sulla nuca. Sola differenza fra questo
e gli altri tre busti si è la mancanza del velo a cuffietta che in quelli avvolge i capelli,
qui completamente scoperti.

Ora, poiché questo busto fa parte di una collezione formata esclusivamente con sculture
raccolte per i castelli e le chiese francesi, in un tempo in cui la Francia, a parte le razzie
napoleoniche, che non possono riguardare il Muse’e des monuments franpais, non aveva
ancora preso l’abitudine di prendere opere d’arte dall’Italia, mi pare quasi accertato che il
nostro busto debba essere originario della Francia medesima. 2

Il che, come ho già accennato, considerando anche la stretta affinità fra questa scoltura
ed un’altra eseguita con tutta probabilità dal Laurana in Sicilia, mi aiuta a credere che la
data approssimativa di essa corrisponda agli ultimi anni della prima dimora dell’ artista
nella Provenza (verso il 1466); il che vale pure anche per gli altri due busti parigini dello
stesso tipo.

Estraneo per contrario all’attività del nostro maestro in Francia è il busto di Vienna,3
il più bello forse di tutta la serie, che, insieme con le più fini fra le Madonne siciliane ed
il busto napoletano del Museo di .Berlino, può considerarsi come il fiore dell’arte del maestro
dalmata, e che, per finezza, eleganza e superiorità artistica, non può credersi prodotto che
in ambiente italiano, là dove il genio dell’artista era alimentato dalla comunione con altre
forze vive del nostro Rinascimento ; mentre le sue qualità stilistiche che lo ravvicinano
da una parte alla gentile Vergine di Noto (1471) e dall’altra ai busti di principesse arago-
nesi (1474 circa) ci inducono a crederlo eseguito esso pure fra gli anni 1471 e 1474.

E con ciò sarei ben lieta se fossi riuscita a contribuire anche in piccola misura a
schiarire alquanto le idee circa l’opera di uno dei più simpatici nostri scultori non fiorentini,
di cui è a dolerci che la sorte lo conducesse e trattenesse sì lungamente in paese straniero,
ove la mancanza di una competente critica da parte del pubblico, lo lasciò, nella facilità
dell’esecuzione, venir meno a quella nobiltà e compostezza di forme di cui aveva dato sì
delicati e perfetti saggi fra noi.

Torino, settembre 1908. LlSETTA MOTTA ClACCIO.

"Alex. Lenoir, Description historique et chronolo-
gique des monuments de sculpture reunis aie Musée des
monuments frangaìs, Paris; 1803. Courajod, Les débrìs
du Musée des monuments frane ai s à l’Ècole des beaux-
arts, Caen, 1885.

2 Per quante ricerche io abbia fatte a Parigi, non

mi è riuscito di saper nulla nè di rintracciare il mi-
nimo indizio circa la provenienza del busto dell 'Ecole
des beaux-arts. Nè il Lenoir nè il Courajod (op. cit.)
ne fanno cenno.

3 Rolfs, tav. 52.
 
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