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ÈVA TEA
sarcofagi di Meleagro, dal giorno in cui Leon Battista Alberti vi aveva richiamato per la
prima volta l’attenzione degli artisti 1 (disegni, stampe, bassorilievi, affreschi), sembra esser
passato dinanzi agli occhi del pittore. Il grande sincretista si cibava come una pianta critto-
gama di sostanza già elaborata.
Non diversamente dovette avvenire per il quadro delle Grazie.
Quale fra gli esemplari classici o classicheggianti ora ricordati sia pervenuto a cognizione
di Raffaello sarebbe assai arduo definire; ma con tale e tanta dovizia di fonti non sembra
proprio necessario far viaggiare il giovanetto maraviglioso fino a Siena, nè offuscare la sua
Fig. 4 — Le Tre Grazie. Pisa, Camposanto.
gloria nascente con un disegnuzzo men che mediocre, forse derivato, da un qualche scolare
del Pinturicchio.
L’onore dei maggiori rapporti formali appartiene alle medaglie di Nicolò: rapporti quali
si potrebbero stabilire fra un lied popolare e una variazione di Beethovven, e pur tali da per-
suaderci che il Sanzio abbia guardato per il suo capolavoro i bronzi del fiorentino o il loro
prototipo a noi ignoto.
Le acconciature basse e tonde, i fianchi lunati, l’esile attacco delle braccia passano infatti
da Nicolò all’Urbinate; ma con quale diverso spiro d’arte, con quale novità d’accorgimenti!
che immortale anima infusa nelle forme di rozza creta!
Come il Cossa, anche Raffaello solleva il braccio destro della figura centrale,- derivandone
1 L. B. Alberti, Trattato delta Pittura, ed. Janitschek, VVien, 1871,. pag. 113.
ÈVA TEA
sarcofagi di Meleagro, dal giorno in cui Leon Battista Alberti vi aveva richiamato per la
prima volta l’attenzione degli artisti 1 (disegni, stampe, bassorilievi, affreschi), sembra esser
passato dinanzi agli occhi del pittore. Il grande sincretista si cibava come una pianta critto-
gama di sostanza già elaborata.
Non diversamente dovette avvenire per il quadro delle Grazie.
Quale fra gli esemplari classici o classicheggianti ora ricordati sia pervenuto a cognizione
di Raffaello sarebbe assai arduo definire; ma con tale e tanta dovizia di fonti non sembra
proprio necessario far viaggiare il giovanetto maraviglioso fino a Siena, nè offuscare la sua
Fig. 4 — Le Tre Grazie. Pisa, Camposanto.
gloria nascente con un disegnuzzo men che mediocre, forse derivato, da un qualche scolare
del Pinturicchio.
L’onore dei maggiori rapporti formali appartiene alle medaglie di Nicolò: rapporti quali
si potrebbero stabilire fra un lied popolare e una variazione di Beethovven, e pur tali da per-
suaderci che il Sanzio abbia guardato per il suo capolavoro i bronzi del fiorentino o il loro
prototipo a noi ignoto.
Le acconciature basse e tonde, i fianchi lunati, l’esile attacco delle braccia passano infatti
da Nicolò all’Urbinate; ma con quale diverso spiro d’arte, con quale novità d’accorgimenti!
che immortale anima infusa nelle forme di rozza creta!
Come il Cossa, anche Raffaello solleva il braccio destro della figura centrale,- derivandone
1 L. B. Alberti, Trattato delta Pittura, ed. Janitschek, VVien, 1871,. pag. 113.