PIERO DEI FRANCESCHI E LO SVILUPPO DELLA PITTURA VENEZIANA 219
La relazione che s’ è notata di quest’opera con l’affresco di Mantegna agli Eremitani non
oltrepassa una rassomiglianza superficiale. In Mantegna mancava l’intento profondamente cen-
trale, mancava in genere la volontà della prospettiva come arte negli intenti sia di forma che
di colore, sebbene in quell’affresco egli dimostrasse più che altrove l’influenza che Piero —
come notò Adolfo Venturi — esercitò anche su di lui. Lo scorcio del morto San Cristoforo
ottiene infatti in quel riquadro un effetto di volume ben più manifesto e volontario che il Cristo
morto di Brera.
Le relazioni profonde del San Sebastiano sono invece con Piero. A lui si richiama la
profonda ambientazione con edifici per asse prospettico ad intenti di forma e colore, a lui
Fig. 6 — Piero dei Franceschi : Figura di Profeta
Arezzo, San Francesco — (Fot. Anderson).
la costruzione del corpo umano e la sua posa. Chi non vede infatti che, come posa, il Santo
decalcandola — quella del Cristo flagellato di Piero ; come forma, poiché è lecito immagi-
nare le azioni di corpi analogici, credete che il corpo del più giovine spettatore a destra della
Flagellazione, una volta spogliato, non si potrebbe disporre, legato, in apparenza identica al
San Sebastiano? Soprattutto caratteristica è la riproduzione esatta che Antonello fa, da Piero,
dell’attacco del piede alla gamba e del piede stesso che in tutti e due diventa inevitabilmente
piedistallo, base. Si confronti per questo particolare lo stesso giovine nella T'iagellazione e il
giovine profeta d’Arezzo, schiarato di luce (fig. 6). L’identità è perfetta.
Infine che cosa ha fatto confrontare le figure di fondo con quelle del de Roberti se non
la comunità della fonte, Piero, mentre un riscontro particolare fra Antonello ed Ercole non
si potrebbe sostenere? E se infine si è più volte paragonata la forma di Bellini con quella di
La relazione che s’ è notata di quest’opera con l’affresco di Mantegna agli Eremitani non
oltrepassa una rassomiglianza superficiale. In Mantegna mancava l’intento profondamente cen-
trale, mancava in genere la volontà della prospettiva come arte negli intenti sia di forma che
di colore, sebbene in quell’affresco egli dimostrasse più che altrove l’influenza che Piero —
come notò Adolfo Venturi — esercitò anche su di lui. Lo scorcio del morto San Cristoforo
ottiene infatti in quel riquadro un effetto di volume ben più manifesto e volontario che il Cristo
morto di Brera.
Le relazioni profonde del San Sebastiano sono invece con Piero. A lui si richiama la
profonda ambientazione con edifici per asse prospettico ad intenti di forma e colore, a lui
Fig. 6 — Piero dei Franceschi : Figura di Profeta
Arezzo, San Francesco — (Fot. Anderson).
la costruzione del corpo umano e la sua posa. Chi non vede infatti che, come posa, il Santo
decalcandola — quella del Cristo flagellato di Piero ; come forma, poiché è lecito immagi-
nare le azioni di corpi analogici, credete che il corpo del più giovine spettatore a destra della
Flagellazione, una volta spogliato, non si potrebbe disporre, legato, in apparenza identica al
San Sebastiano? Soprattutto caratteristica è la riproduzione esatta che Antonello fa, da Piero,
dell’attacco del piede alla gamba e del piede stesso che in tutti e due diventa inevitabilmente
piedistallo, base. Si confronti per questo particolare lo stesso giovine nella T'iagellazione e il
giovine profeta d’Arezzo, schiarato di luce (fig. 6). L’identità è perfetta.
Infine che cosa ha fatto confrontare le figure di fondo con quelle del de Roberti se non
la comunità della fonte, Piero, mentre un riscontro particolare fra Antonello ed Ercole non
si potrebbe sostenere? E se infine si è più volte paragonata la forma di Bellini con quella di