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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 3
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Longhi, Roberto: Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura Veneziana, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0254

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2 20

ROBERTO LONGHI

Ercole e tuttavia si vuole mantenere, come è giusto, la distinzione tra Antonello e Bellini,
perchè non riferirsi ancora una volta alla grande sorgente, decorsa per tre rivi?

Per la assolutezza delle forme architettoniche sta presso il San Sebastiano, anzi più sod-
disfa perchè unica nello spazio breve, l’Annunciata di Palermo, tanto superiore a quella di Mo-
naco, sicché difficilmente si vorrebbe riportare ad un periodo più antico.

È il gesto architettonico della Vergine che compie il miracolo stirando con la sinistra il
manto ad includersi in una piramide assoluta, la quale rotea sopra un perno cristallino, motore
immobile, fino ad assestare di fronte a noi lo spigolo che, scavato nella piega sulla fronte,
sfila per lo spigolo facciale, discende oltre l'angolo chiuso del panneggio fino alla prominenza
dell’ inginocchiatoio. Ma la destra s’avanza inclinata a tentare cautamente il limite possibile
del volume; trovatolo s’arresta, mentre, contrapposto, il libro alza sull’aria il fendente affilato
del suo foglio candido. Nella cavità interiore sulla colonna del collo si depone lentamente l’ovoide
incluso del viso su cui virano come sovra un pianeta larghi diagrammi d’ombre regolari.

Ancora una volta l’ovoide di Piero, la sua costruzione piramidale di forme singole, i suoi
gesti inclinati, hanno servito ad Antonello. Senza la mano inclinata e spianata d’ombra e di
luce della dama — dietro il capo della Regina Saba, presso il ponte, non sarebbe esistita la
mano della Annunciata di Palermo, la più bella mano che io conosca — nell’arte.

Cosi lavorava Antonello contentandosi di esaurire in una cerchia di rappresentazioni appa-
rentemente ristretta una parte sola dell’ idealismo prospettico di Piero, quella che riguardava
le possibilità architettoniche impresse alla figura dallo squadro prospettico.

Ciò che gli fece scegliere piuttosto questo lato dell’opera di Piero fu, ripeto, il suo fondo
psicologico fiammingo, che voleva non un parco sintetismo pittorico, ma il tableau vivant;
anch’egli andò Verso la plasticità illusoria, volle darci l’illusione di avere un individuo spaziato
di fronte a noi : ma si salvò spaziandolo regolarmente e dotandolo di volumi regolari ; ridu-
cendo cioè a forme semplici le estremamente complicate forme corporee. Per giungere a questo
non doveva che riprendersi al punto in cui Piero aveva lasciato il problema; e dare assolu-
tezza ai particolari di cui Piero o non s’era curato, o per i quali s’era servito di forme ancora
troppo fiorentine, in senso organico. Antonello seppe far questo e raggiunse l’assoluto: fu cioè
il più disperato prospettico della forma umana.

Così le sue figure vivono ed abitano durevolmente la nostra fantasia con la stessa gene-
ralità che ci fa godere della colonna, della cupola, della piramide. Nelle curve liminali dei suoi
corpi non sentite, nè dovreste sentire la vibrazione articolata, il battito interiore, ma solo la
astrattezza di un volume che va situandosi egualmente raggiato, e trasfigura staticamente la
vita, stendendo e tornendo le spire e gli avvallamenti della forma, spianando le valli corporee,
o sgusciandole con tale nettezza che il vuoto rivalga il pieno, posando senza scarti l’ombra
in depositi immutabili ; mentre all’intorno, simboli dell’astrazione, sfere del Cristo, perle lumi-
nose, chicchi cristallini, rocchi di colonne, consigliano all’umanità di ridursi a forma migliore.
Alla lor forma inorganica corrisponde infatti il massimo organismo artistico, nell’arte di An-
tonello.

La quale presso l’autentico ritrattismo fiammingo che le si è avvicinato grandeggerà come
idealismo artistico finché un uomo solo vorrà gioire dell’arte come arte e non come mera
imitazione.

* * *

Ad Antonello adunque era toccato di dimostrare il lato plastico dello stile di Piero, e
ciò J’aveva condotto verso un’apparenza più scultoria che pittorica, tanto che le opere sue,
come è stato giustamente osservato, ci dànno sensazioni analoghe a quelle che sorgono di
fronte alle opere degli scultori di quella corrente metrica cristallina che potrebbe negativamente
 
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