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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 3
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Longhi, Roberto: Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura Veneziana, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0255

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PIERO DEI FRANCESCHI E LO SVILUPPO DELLA PITTURA VENEZIANA 221

definirsi come antidonatellesca, e che comprende nomi come Rizzo, Laurana, Gagini il vecchio,
Piero Lombardo e pochi altri.

Il problema delle relazioni fra questa corrente scultoria e la pittura è di tale interesse,
che io non posso che accennarvi qui, per timore di perdermi troppo lontano. Ricordiamo tuttavia
che una volta tanto l’amicizia di due artisti come Antonello e Rizzo ricordata daVasari è forse
qualcosa più che un mero episodio biografico, poiché Rizzo, lungi dal ricordare le forme di
Liberale, come volle Morelli, — poiché è Liberale semmai che toglie qualcosa da Rizzo, come
dimostrò Berenson, — è piuttosto l’Antonello della scultura veneziana. Il suo sviluppo dalle
prime forme gotiche a quelle del monumento Tron e a quelle dell’Adamo ed Èva; ecco un
problema fra i più interessanti e che io non voglio svolgere qui.

Ritorniamo piuttosto alla pittura per dire che se l’attuazione plastica di Antonello era
sviluppo, ma anche, in certo senso, deviazione da Piero, ad un altro invece doveva spettare il
più ampio merito di sviluppare essenzialmente le qualità di colore e di luce attuate dal grande
Umbro: a Giovanni Bellini.

Fu Giovanni Bellini a portare a compimento, vittoriosi, gli sforzi che parecchi grandi Fer-
raresi avevano durato per rompere le ritorte del mantegnismo e instaurare la libertà pittorica
di Piero che batteva da tempo alle porte del settentrione: in Bellini trova dunque conclu-
sione uno dei più interessanti drammi della storia pittorica italiana : il dramma su cui a Firenze
era calata la tela troppo presto, con Baldovinetti.

( Continua)

Roberto Longhi.
 
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