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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 3
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Bollettino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0273

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BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

239

Berry); Chantilly, Museo Condé, Cabinet des Livres art. 64
(n. 16711; Chateauroux, Bibl. Comm. n. 2; Ginevra, Bibl.
Pubblica, ms. fran. 165 (an. Petau. 65;; Londra, Briiish
Museum, ms. Royal 15 D. Ili, Ms. Plarley 2940, Ms. Egerton
1070, Ms. Addit, 16997; Madrid, Bibliot. Nacion. Riserva
8, 1 ; Milano, Bibl. Ambrosiana, Libro d’ore Bidelli ; Oxford
Bibl. Bodl. : Ms. Douce 144 (finito nel 1407); Parigi Bibl.
Nazion. Ms. lat. 919 (contiene le « Grandi Ore » del Duca
di Berry, terminate nel 1409: l’opera principale è di Jacque-
rnart de Hesdin); Ms. lat. 1161; Ms. lat. 10538; Ms. frane,
io; Ms. frane. 259; Ms. frane. 2810, (contiene: «Le. me-
raviglie del Mondo » e fu eseguito per il duca di Borgogna
Giovanni senza paura prima del 1412: molte miniature del
codice sono del maestro del Ms. André) ; Ms. frane. 9141;
Ms. frane. 23279; Parigi, Bibl. dell’Arsenale, Ms. n. 5077;
Ms. n. 5193; Parigi, Bibl. Mazarino, Ms. n. 469; Parigi
Bibl. S. Genoveffa, Mss. n. 2686 e 2701 ; Parma, Bibl. Pa-
latina, Cod. Palat. 3. (Messale di Mgr. Trenta vescovo di
Lucca. Illustrato già nell’Atlante paleog. artist. di Carta, Ci-
polla e Frati); Siviglia^ Biblioteca Colombina, Libro d’ore;
Torino, Biblioteca Reale, Ms. n. 77 (14446, Libro d’ore
Visconti già illustrato dal Toesca, che completò il codice
con altre 5 miniature del Ms. 74 della med. Bibl.); Bruxel-
les, presso il duca d’Aremberg, Libro d’ore ; Parigi, presso
il conte Durrieu, Due Libri d’ore; Londra, Collezione Mor-
gan, Libro d’ore già nel capitolo diBayeux; Londra, Col-
lezione Thompson: n. XCVII, Boccaccio.

Nella serie di questi codici ha non poca importanza il
manoscritto della Bibl. Reale di l’orino con lo stemma dei
Visconti e che certamente fu eseguito nell’ Italia sèttentrio-
nale, in sui primi anni del '400. Esso fa credere alla ve-
nuta in Italia dell’ incognito maestro in quel tempo, e che
si vuole identificare in un pittore di storie miniate, nativo
di Bruges, ma « solitus habitare Parixius... commorans Pa-
risius... », cioè Jacques Coene, Jacobus Cona, che nel 1399
fu chiamato per la costruzione del Duomo a Milano dove
rimase fino al 1404. In quell’anno ritornava in Francia ac-
compagnato da altri due miniatori. La identificazione pro-
posta dal Durrieu è stata generalmente accettata dagli stu-
diosi, perchè molto probabile, sebbene non del tutto evidente.
Così ricostruita la figura e l’opera dell’artista, come amo-
rosamente ha fatto il Durrieu, può ben pensarsi che il mi-
niatore delle « Ore del Maresciallo di Boucicaut » sia un
maestro di grande importanza in sul sorgere del secolo xv,
e da collocarsi fra i cosidetti precursori di Uberto e Gio-
vanni Van Eych.

(a. s.).

40. Gratzl (Emil). Urei armenische Miniaturen-
Handschriften. — (In Miniaturen aus Handschriften
del Kgl. Hof. und Staatsbibliothek in Mùnchen heraus-
gegeben von Dr.- G. Leidinger. Heft. 40. Monaco.
Riehn e Tietze. Tav. 25 con introd. March. 25).

Il primo Codice illustrato è un Evangelario armeno
(segn. Cod. arm. I) in pergamena, che si vuole scritto nel

127$ in un chiostro di Cilicia di cui ora si sa appena il
nome (Kerner). Le miniature rappresentano lo stile usato
nei codici armeni tra il secolo x ed i tempi del re Leone III
1269-1289): sarebbero perciò dell’ultimo periodo di esso.
Le principali miniature sono costituite dai quattro quadretti
che precedono ciascuno dei quattro Vangeli. Notevole seb-
bene non insolita nell’arte armena e bizantina è la rappre-
sentazione di San Giovanni, il quale in atto inspirato detta
il suo vangelo ad un giovane scriba.

Al secolo xv appartengono invece le miniature del se-
condo codice armeno (segn. Cod. arm. 6) illustrato dal G.
Costituito da due parti il manoscritto contiene nella prima
un breviario (an, 1432) e nella seconda un Messale (an. 1427).

Un certo Joannes (che si è anche sottoscritto) ha miniato
parte del codice, ed ebbe per aiuto il monaco Sargis; ma
evidentemente solo il primo che è un discreto artista ha
dato i modelli della decorazione. Il medesimo insieme ad un
Zaccaria scrisse le due parti del manoscritto.

Così al secolo xv, ma più tardo, appartiene il terzo codice
della Biblioteca di Monaco (segn. Cod. arm. 8, di cui qui
sono state riprodotte le miniature. Non si conosce nè il pit-
tore nè lo scrittore di questo manoscritto il cui vero pregio
artistico sta in alcune minuscole miniature marginali.

Questi tre codici armeni sono stati già parecchie volte
esaminati da studiosi, e molto utilmente l’A. ha fatto pre-
cedere alla sua illustrazione una completa bibliografia.

{a. s.).

41. Luthmer (Ferdinand), Deutsche Mòbel der
vergangenheit.—(Lipsia, 1913, Klinkhardt und Bier-
mann).

E una seconda edizione di questo compendio interessante
che l’A. ha scritto sulla evoluzione del Mobile in Germania dal
medioevo al secolo xix, sia nelle caratteristiche costruttive che
ornamentali. Due capitoli del volume sono dedicati al mobile
nel medioevo, e di questi ha grande importanza il secondo
(1250-1550) che illustra l’arte gotica applicata appunto nella
costruzione di armadi, sedie, cassapanchi, ecc.

Gli altri tre capitoli studiano il mobile nel tempo della
Rinascenza, del Barocco e del Rococò, dello stile neo-classico.

(a. s.).

42. Mirri (Domenico), Elenco di tutte le Campane
della diocesi di Cortona. — (Cortona, Tipografìe Riu-
nite. 1913. pagg. 49. in-8°).

Paziente, ma lodevole contributo alla storia dei fonditori
di campane che occupano un posto importante nella storia
delle arti minori. E l'Elenco è lodevole in quanto costituisce,
per quanto io sappia, la prima raccolta sistematica di iscri-
zioni di campane, delle quali si dà il diametro, la descrizione
delle figure onde sono adorne e la iscrizione stessa in cor-
sivo se gotica, altrimenti in maiuscolo.

Era desiderabile che il libretto fosse accompagnato da
qualche riproduzione delle rappresentazioni delle campane
migliori.

(»'• *.).
 
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