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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 4
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Salmi, Mario: Arte romanica fiorentina, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0301

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ARTE ROMANICA FIORENTINA

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dopo queste due opere, è da ricordarsi la tomba del vescovo Ranieri, del 1113, * 1 collocata
nel San Giovanni di Firenze fra la porta di tramontana e la scarsella. Essa consta come quella
di Gasdia di una lastra rettangolare di marmo bianco, sagomata, con due fasce verdi divise
dal solito tondino ma la limitano due cornici bianche fra le quali si svolge una decorazione
a rombi pure bianchi su fondo verde; e superiormente, ha una sagomatura di coronamento
orizzontale. In questo lavoro, il dicromismo comincia ad assumere un carattere più vivace col
predominio del bianco sul verde, l’abuso del quale (durato per tutto il sec. XI come ci mostra
ad es. la chiesa dei Santi Apostoli), produce nelle due opere precedenti, un effetto assai tetro;
ed il fregetto a rombi, è un motivo che sarà in seguito largamente imitato e correrà lungo le
trabeazioni (San Miniato e San Salvatore) e gli zoccoli, e adornerà ancora le porte stesse delle

Fig. 2 — Pulpito

Pieve di San Giovanni Maggiore, Mugello — (Fot. Salmi).

chiese (porta di San Leo al museo di Firenze antica e di Santo Stefano al Ponte). La pieve di
San Martino a Brozzi, a sinistra presso l’ingresso, conserva un fonte esagonale rimaneggiato
nel Quattrocento, del qual tempo sono i pilastrini che dividono ogni faccia e le cornici, ma le
lastre di marmo bianco intarsiate a disegni geometrici verdi, spettano alla prima metà del
sec. XII per il classico motivo di intreccio fra rombo e quadrato con rosetta, il largo predo-
minio del bianco, il carattere in sostanza òeM'opus sectile.2 La forma poligonale del fonte credo

voi. II. pagg. 272-73 aggiunge che « la porta conserva

i resti dalla decorazione di marmi bianchi e neri ed
ha nell’architrave lo stemma dei Della Luna collocatovi
nel 1532 da Pietro Della Luna che da Leone X, fu
nominato priore della chiesa ». In realtà tutta la porta

di pietra bigia a bozze tinte di bianco e di verde al-
ternativamente, è da assegnarsi al 1532 e agli estremi
dell’architrave vi si scolpirono due mensole per un
loggiato che non fu mai costruito. Della chiesa del-
l’xi secolo si salvò dunque la sola lunetta. Il Rupp,

Inkrustationstìl der Romanichen Baukunst zoo Florenz,
Strassburg 1912. appena la ricorda senza ascriverla
ad un tempo preciso.

1 Si può vedere riprodotta nei libri del Burger,
op. cit., pag. 36 e del Davidsohn, op. cit., tav. 58.

1 G. Carocci, op. cit., voi. I, pag. 361 attribuisce
i frammenti del fonte al sec. xi o xii. Lo stesso A.
ne dà una riproduzione in II Valdarno, da Firenze al
Mare. Bergamo 1906, pag. 12.
 
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