Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

DOI Heft:
Fasc. 4
DOI Artikel:
Salmi, Mario: Arte romanica fiorentina, [1]
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0314

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
28o

MARIO SALMI

in avorio di tempi anteriori ed i confronti sarebbero facili.1 II caso non è del resto isolato ed
è ben noto come poco più tardi, perchè questi rilievi furono ben datati verso il 1180,2 nelle
sculture del Battistero e di San Michele degli Scalzi (1204) a Pisa, probabilmente si guardò ai
cofani bizantini del sec. XII.!

Nel Museo di Firenze Antica si vede una lunetta + di marmo proveniente dalla porta di
fianco della distrutta chiesetta di San Tommaso, in cui è scolpito in bassorilievo, Gesù croci-
fisso fra due angeli in piedi. Si disse che la scultura fu ispirata all’arte bizantina: a me
pare, per le gonfie pieghe, da ritenersi una debolissima imitazione dell’arte dei sarcofagi della
decadenza romana e da datarsi ai primi del sec. Ili perchè il Cristo ha il corpo ricurvo dagli
spasimi, come non era apparso prima di quel tempo.

A Passignano in Val di Greve, nel frontone della chiesa, è la figura di un San Michele
ricordato dal Davidsohn, che lo Svarzenski giudica convenzionale imitazione bizantina di un
artefice locale.s Infatti questa scarsa produzione rappresentata forse da qualche altro esempio,
misera di forme, inspirata a fonti diverse è sforzo isolato di poveri lapicidi e la scuola romanica
fiorentina continua per la sua via senza sentirne l’influsso.

(1Continua). MARIO SALMI.

1 Si confrontino, ad es., le forme con quelle di un
dittico del Museo di Berlino del v secolo secondo il
Venturi, Storia dell’Arte, I, pagg. 419 e 506-8, e
d’un dittico del Museo naz. di Ravenna opera siriaca
del vi secolo, sempre secondo lo stesso A., I, pa-
gine 432 e 511-12. Iconograficamente queste sculture
non trovano completo riscontro con l’arte contempo-
ranea : il San Michele, ad es., si rappresenta costan-
temente dai marmorari romanici, non sotto aspetto
di guerriero, ma di angelo (San Michele in Groppoli,
San Giuseppe a Pistoia, ecc.); mentre lo scultore,
inspirato alle stesse fonti del nostro, che scolpì il santo
nell’architrave di una delle porte minori del Battistero
di Pisa, lo figurò, come il fiorentino, vestito da guer-
riero. Il santo mitrato non fu ancora identificato ma
è tradizione che rappresenti San Donato.

2 Swarzenski, op. cit. Il Biehl, Das Toskanishe
Relief, ecc. Borna Leipzig. 1910, pag. 22, confronta il
San Michele con un rilievo d’avorio della Biblioteca
Comunale di Lipsia concludendo che i due rilievi eb-
bero a comune modelli bizantini. L’avorio di Lipsia
simile nelle vesti e nella forma dello scudo ed in parte

nel movimento è molto superiore per arte al San Mi-
chele di Firenze. Il Goldschmidt, Die Elfenbein-
skulpturen aus der zeit der Karolingischèn un Sdch-
sischen Kaiser, Berlin, 1914, Erster Band, 1’ ha pub-
blicato, tav. VI, come opera del sec. ix.

! Cfr. A. Venturi, op. cit-, voi. Ili e G. Poggi,
Le sculture di San Michele degli Scalzi presso Pisa,
in Rivista d’Arte, anno VI (1909), fase. I.

4 II centro di Firenze, pag. 24 dove si può vedere
l’illustrazione della lunetta.

s Op. cit., pag. 522. Il Dr Biehl nella sua citata
comunicazione ricordò due teste leonine sulla torre
degli Arnidei, aventi corrispondenza di forme con
quelle che adornano la scarsella del Battistero (a. 1202 ',
eseguite quindi alla fine del xii secolo o ai primissimi
del xiii e una testa femminile marmorea sulla facciata
nord di Santa Maria Maggiore, della fine del xm se-
colo, non priva dell’influsso di N. Pisano. Per le due
teste di leone, formula l’ipotesi che in origipe abbiano
adornato una delle porte della città secondo la ben
nota inspirazione orientale.
 
Annotationen