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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 5-6
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Salmi, Mario: Arte romanica fiorentina, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0405

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ARTE ROMANICA FIORENTINA

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prevalenza; e la fiorentina come la vedemmo nel fonte
di Fagna, riconoscibile in due plutei. Uno di questi ne
pubblico (fig. 15) accanto alle formelle di San Miniato
per mostrare la loro somiglianza decorativa e nello
stesso tempo, la loro maggior sicurezza di esecuzione.

Così viene ben chiarito lo svolgersi di questa corrente
cui si riconnette stilisticamente il pulpito di San Piero
Scheraggio ora a San Leonardo in Arcetri, eseguito, io
penso, nei primi decenni del sec. XIII : vi si ripetono le
stesse tarsie, le sagome e le cornici dell’ambone di San
Miniato, eccetto quelle che ricorrono intorno agli specchi
figurati, più trite e trapanate spiegabili con l’influsso
dell’arte pisana, che si rivela anche nello svolgimento
realistico e narrativo della decorazione in opposto al
simbolismo degli esemplari precedenti dell’arte fioren-
tina ; e nelle forme delle figure in cui « le pieghe sono
ottenute con incisioni nette e poco profonde o con
rigonfiamenti a cartoccio e le pupille sono indicate da
pezzi di smalto incastrato nel bulbo oculare ».1

Il pavimento di San Miniato al Monte che con-
serva una iscrizione ben nota e la data 1207, deve
essere di poco posteriore all’ambone ed ai parapetti
del coro. È tutto ad opus sedile tranne qualche fascia
ad opus tessellatum e diviso in sette scomparti tutti
variati che occupano lo spazio dalla porta maggiore
della basilica all’altare del Crocefisso. Essi si adornano
di formelle quadrate listate di verde, dove si svolgono
bianchi cerchi intrecciati o limitati da fiori e rosoni,
formando bizzarri disegni ; o di rombi o stelle o leoni.

Il lavoro a commesso delle maestranze romaniche,
viene a sostituire così i pavimenti a smalto o a mosaico
ch’erano in uso anche a Firenze. Del xil secolo si con-
serva al Museo nazionale, il frammento di un impian-
tito di questo secondo tipo, proveniente da Santa Tri-
nità, a cerchi neri contenenti ognuno un nero grifo
alato e limitato da una cornice a palmette ;2 mosaico

1 7 -Tlg. - OH1I IVliCUCIC

che trova corrispondenza con quelli dell’Italia setten- Firenze, Canonica di San Gaetano,
trionale : del Museo di Reggio e del Duomo di Cre-
mona, di San Savino di Piacenza, San Benedetto di Polirone e con i mosaici dell’Italia meridionale
in cui si rappresentano a preferenza i segni dello zodiaco come in quelli celebri di Otranto. A San

fiancheggiano la pietra tombale di S. Ottaviano, pub-
blicate a pag. 112, hanno carattere prevalentemente
pisano come totalmente Io hanno l’ambone e le co-
lonnette dove posano gli angeli di Mino. Il Papini,
op. cit., pag. 430, riproduce, certo per svista, come
esistente in San Miniato, una di queste formelle di Vol-
terra. La fotografia della formella qui riprodotta (fig. 15)
mi fu gentilmente concessa dal Dr. Walther Biehl che
la fece eseguire per nn suo lavoro di prossima pubbli-
cazione, sulla scultura romanica in Toscana.

1 Giglioli, op. cit. pag. 8. Il Davidsohn, pubblica
op. cit. tav. 39, questo notissimo pulpito della fine
del xii o dei primi del secolo xm, come dell’xi. Al
che si oppone giustamente lo Swarzenski, op. cit.
Le storie oggi malamente ricomposte sono soltanto
sei: l’albero di lesse, la Natività, l’adorazione dei
Magi, la presentazione al Tempio, il Battesimo e la
Deposizione.

2 II Davidsohn lo pubblica, op. cit., voi. I, parte
II, tav. 82.
 
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