L’APPARTAMENTO DI PAOLO III
A CASTEL S. ANGELO
E LA DONAZIONE CONTINI
A Parigi gli amici del Museo del Louvre, a Londra gli amici della Galleria Nazio-
nale largiscono doni di gran magnificenza ai loro Istituti; e dove non giungono gli amici,
arriva il pubblico sottoscrivendo, acquistando opere ad incremento dei patrii musei. Così,
a festeggiare il centenario dalla fondazione della Galleria Nazionale di Londra, il pubblico
sottoscrisse per due milioni e mezzo di lire all’acquisto di un prodigioso ritratto del Tin-
toretto. Fuori d’Italia, insomma, il pubblico s’interessa al Museo come a un proprio titolo
di nobiltà. Da noi no, perchè i Musei sembrano appartenere più allo Stato che non ai cit-
tadini, cui dovrebbero essere gioia e vanto. Tuttavia, da qualche anno spira vento di bo-
naccia; e gli Italiani si sentono meno separati dalle proprie civili istituzioni; quando amor
di patria scalda, v’è sempre qualcuno invaso dal sacro fuoco. Possiamo ricordare qui il
bel gesto dell’industriale Giovanni Treccani per ricondurre alla Biblioteca modenese, con-
servata un tempo da Ludovico Antonio Muratori, la Bibbia di Borso d’Este; e possiamo ral-
legrarci dell’opera dell’avvocato Guaiino, per trattenere, sul suolo patrio, la Madonna
sorella alla Rucellai di Firenze, contendere agli stranieri e riportare dall’estero tesori del
Botticelli e d’altri grandi maestri, farci conoscere i più bei saggi delle scuole straniere an-
tiche e moderne, come il fior fiore dell’arte di tutti i tempi e di tutti i popoli.
Mentre a Torino si è inaugurata, nella sede della pinacoteca sabauda, la grande espo-
sizione Guaiino, a Roma vien dato un esempio di magnificenza e d’amore ai patrii monu-
menti. I Signori Contini hanno dato del loro, oggetti della grande raccolta da essi composta,
antichi quadri con il corredo necessario all’esposizione di cose belle: mobilia, vasi sopra-
mobili, candelabri, ceramiche, intagli, ecc.
A CASTEL S. ANGELO
E LA DONAZIONE CONTINI
A Parigi gli amici del Museo del Louvre, a Londra gli amici della Galleria Nazio-
nale largiscono doni di gran magnificenza ai loro Istituti; e dove non giungono gli amici,
arriva il pubblico sottoscrivendo, acquistando opere ad incremento dei patrii musei. Così,
a festeggiare il centenario dalla fondazione della Galleria Nazionale di Londra, il pubblico
sottoscrisse per due milioni e mezzo di lire all’acquisto di un prodigioso ritratto del Tin-
toretto. Fuori d’Italia, insomma, il pubblico s’interessa al Museo come a un proprio titolo
di nobiltà. Da noi no, perchè i Musei sembrano appartenere più allo Stato che non ai cit-
tadini, cui dovrebbero essere gioia e vanto. Tuttavia, da qualche anno spira vento di bo-
naccia; e gli Italiani si sentono meno separati dalle proprie civili istituzioni; quando amor
di patria scalda, v’è sempre qualcuno invaso dal sacro fuoco. Possiamo ricordare qui il
bel gesto dell’industriale Giovanni Treccani per ricondurre alla Biblioteca modenese, con-
servata un tempo da Ludovico Antonio Muratori, la Bibbia di Borso d’Este; e possiamo ral-
legrarci dell’opera dell’avvocato Guaiino, per trattenere, sul suolo patrio, la Madonna
sorella alla Rucellai di Firenze, contendere agli stranieri e riportare dall’estero tesori del
Botticelli e d’altri grandi maestri, farci conoscere i più bei saggi delle scuole straniere an-
tiche e moderne, come il fior fiore dell’arte di tutti i tempi e di tutti i popoli.
Mentre a Torino si è inaugurata, nella sede della pinacoteca sabauda, la grande espo-
sizione Guaiino, a Roma vien dato un esempio di magnificenza e d’amore ai patrii monu-
menti. I Signori Contini hanno dato del loro, oggetti della grande raccolta da essi composta,
antichi quadri con il corredo necessario all’esposizione di cose belle: mobilia, vasi sopra-
mobili, candelabri, ceramiche, intagli, ecc.